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Il filosofo immaginario


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testo di Ripa

Voce "Filosofia" dalla Iconologia di Cesare Ripa

«Donna, giovane, e bella, in atto di haver gran pensieri, ricoperta con un vestimento stracciato in diverse parti tale che ne apparisca la carne ignuda in molti luoghi, conforme al verso del Petrarca usurpato dalla plebe, che dice Povera, e nuda, vai filosofia.

Mostri salire una Montagna molto malagevole, e sassosa, tenendo un Libro serrato sotto il braccio.

E' la filosofia detta madre, e figliuola della virtù; madre, perché dalla cognitione del bene nasce l'amore di esso, e il desiderio di operare in somma perfettione cose lodevoli, e virtuose; figlia, perché, se non è un animo ben composto con molte attioni lodevoli fondato nella virtù, non suole stimare la Filosofia, nè tenere in conto alcuno i suoi seguaci. Ma, perché pare molto ordinario, e naturale, che la virtù, habito della volontà, generi la scienza, che è habito dell'intelletto, il quale è ultimo all'operare, però (essendo massime da Cicerone, e da Macrobio dipintà la virtù di età senile, che camminando per via sassosa, spera alla fine ritrovarsi in luogo di riposo) si dovrà fare la Filosofia giovane, come figlia fuor di strada, e per luogo dishabitato, per mostrare partecipatione del Genio, e dell'inclinatione materna. Si dà poi ad intendere per la gioventù la curiosità de' suoi quesiti, e che è non men grata a gl'intelletti de' virtuosi, che sia a gli occhi degli effeminati una faccia molle, e lasciva. Mostra ancora che, se bene alletta molti l'età bella, e fresca, li fa nondimeno tirare indietro la difficoltà della via e la povertà mendica de' vestimenti. Sta pensosa, perché è solitaria; solitaria, per cercar se stessa nella quiete, fuggendo i travagli che trovava nelle conversazioni mondane. E' mal vestita, perché un huomo, che fuor dei luoghi habitati attende a se stesso, poca cura tiene de gli adornamenti del corpo. E' anche mal vestita, forse, perché non avanza tanto a buffoni nelle Corti de' Prencipi, che se ne possano vestire i Filosofi virtuosi, talché si può credere che da quel tempo in qua, che il Petrarca l'udì chiamare Povera e nuda, ancora non habbia cangiato condicione o risarcite le vestimenta.

Il libro serrato, che tiene sotto il braccio, ci mostra i secreti della natura, che difficilmente si sanno, e le loro cagioni, che difficilmente si possono capire, se col pensiero non si sta considerando, e contemplando minutamente la natura dei corpi sodi, liquidi, semplici e composti, oscuri, e opachi, rari, e spessi, le qualità essentiali e accidentali di tutte le cose, delle piante, delle pietre, dell'herbe, de' fiumi, delle minere, degli effetti metereologici, della dispositione de' Cieli, della forma, del moto, delle oppositioni, e influenze; dell'anima humana, e suoi principi, della sua essenza, delle sue parti, della sua nobiltà, e felicità, delle sue operationi, e sentimenti, con altre moltissime cose non dissimili da queste medesime.
In diverse altre maniere si potrebbe rappresentare la Filosofia. A noi basti haverla fatta così, per la facilità di chi legge, e per non havere a profondarci con gli enigmi fuori della chiarezza di quelle cose, le quali portano confusione ancora agli scritti de' migliori auttori; e però molte con facilità se ne possono e fabbricare e dichiarare, comprendendosi da questa sola, che la Filosofia è scienza nobilissima, che con l'intelletto tuttavia si perfettiona nell'huomo; che è poco stimata dal volgo, e sprezzata da' signori ignoranti, si essercita in cose difficili, godendo al fine tranquillità di mente, e quiete dell'intelletto».

deco

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