Spazio Filosofico - Immagini per la filosofia
Il filosofo immaginario


«La natura, ossia l'arte per mezzo della quale Dio ha fatto e governa il mondo, viene imitata dall'arte dell'uomo, oltre che in molte altre cose, anche nella capacità di produrre un animale artificiale. Infatti, poiché la vita non è altro che un movimento di membra, l'inizio del quale sta in qualche parte interna fondamentale, perché non potremmo affermare che tutti gli automi (macchine semoventi per mezzo di molle e ruote, come un orologio) possiedono una vita artificiale? Che cosa è infatti il cuore se non una molla e che cosa sono i nervi se non altrettante cinghie, e le articolazioni se non altrettante rotelle che trasmettono il movimento a tutto il corpo secondo l'intendimento dell'artefice? L'arte si spinge anche più avanti attraverso l'imitazione di quel prodotto razionale che è l'opera più eccellente della natura: l'uomo. Viene infatti creato dall'arte quel grande Leviatano chiamato Repubblica o Stato (in latino Civitas) che non è aoltro che un uomo artificiale, anche se ha una statura e una forza maggiori rispetto all'uomo naturale, per proteggere e difendere il quale è stato voluto». Thomas Hobbes, Leviatano o la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile, Introduzione.

«...in modo tale che è come se ciascuno dicesse a ciascun altro: Dò autorizzazione e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest'uomo, o a quest'assemblea di uomini, a questa condizione, che tu, nella stessa maniera, gli ceda il tuo diritto e ne autorizzi tutte le azioni. Fatto ciò, la moltitudine così unita in una sola persona si chiama STATO, in latino CIVITAS. E' questa la generazione di quel grande LEVIATANO, o piuttosto (per parlare con maggior rispetto) di quel dio mortale, al quale dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nosta pace e la nostra difesa. Infatti, grazie a questa autorità datagli da ogni singolo uomo dello Stato, egli dispone di tanta potenza e di tanta forza a lui conferite, che col terrore da esse suscitato è in grado di modellare le volontà di tutti i singoli in funzione della pace, in patria e dell'aiuto reciproco contro i nemici di fuori...». ivi , cap. XVII.

Thomas Hobbes

«Fin qui ho delineato la natura dell'uomo (costretto dal suo orgoglio e dalle altre passioni a sottomettersi al governo) insieme a quella del grande potere del suo reggitore, che ho paragonato al Leviatano, prendendo il paragone dai due ultimi versetti del quarantunesimo capitolo del Libro di Giobbe; dove Dio, dopo aver messo in evidenza il grande potere del Leviatano, lo chiama re dell'orgoglio: "Non c'è nulla sulla terra - dice - che possa essere paragonato a lui. E' fatto per non aver paura. Vede sotto di sé ogni cosa, per quanto elevata; ed è re di tutti i figli dell'orgoglio"». ivi, cap. XXVIII

T. Hobbes, Leviatano, a cura di A. Pacchi, Laterza, Bari 1989

Leviathan, Aus dem "Stuttgarter Psalter", 9. Jh.

Giobbe
40

[25] Puoi tu pescare il Leviatan con l'amo
e tener ferma la sua lingua con una corda,
[26] ficcargli un giunco nelle narici
e forargli la mascella con un uncino?
[27] Ti farà forse molte suppliche
e ti rivolgerà dolci parole?
[28] Stipulerà forse con te un'alleanza,
perché tu lo prenda come servo per sempre?

[29] Scherzerai con lui come un passero,
legandolo per le tue fanciulle?
[30] Lo metteranno in vendita le compagnie di pesca,
se lo divideranno i commercianti?
[31] Crivellerai di dardi la sua pelle
e con la fiocina la sua testa?
[32] Metti su di lui la mano:
al ricordo della lotta, non riproverai!

41

[1] Ecco, la tua speranza è fallita,
al solo vederlo uno stramazza.
[2] Nessuno è tanto audace da osare eccitarlo
e chi mai potrà star saldo di fronte a lui?
[3] Chi mai lo ha assalito e si è salvato?
Nessuno sotto tutto il cielo.
[4] Non tacerò la forza delle sue membra:
in fatto di forza non ha pari.
[5] Chi gli ha mai aperto sul davanti il manto di pelle
e nella sua doppia corazza chi può penetrare?
[6] Le porte della sua bocca chi mai ha aperto?
Intorno ai suoi denti è il terrore!
[7] Il suo dorso è a lamine di scudi,
saldate con stretto suggello;
[8] l'una con l'altra si toccano,
sì che aria fra di esse non passa:
[9] ognuna aderisce alla vicina,
sono compatte e non possono separarsi.
[10] Il suo starnuto irradia luce
e i suoi occhi sono come le palpebre dell'aurora.
[11] Dalla sua bocca partono vampate, sprizzano scintille di fuoco
[12] Dalle sue narici esce fumo
come da caldaia, che bolle sul fuoco.
[13] Il suo fiato incendia carboni
e dalla bocca gli escono fiamme.
[14] Nel suo collo risiede la forza
e innanzi a lui corre la paura.
[15] Le giogaie della sua carne son ben compatte,
sono ben salde su di lui, non si muovono.
[16] Il suo cuore è duro come pietra,
duro come la pietra inferiore della macina.
[17] Quando si alza, si spaventano i forti
e per il terrore restano smarriti.
[18] La spada che lo raggiunge non vi si infigge,
né lancia, né freccia né giavellotto;
[19] stima il ferro come paglia,
il bronzo come legno tarlato.
[20] Non lo mette in fuga la freccia,
in pula si cambian per lui le pietre della fionda.
[21] Come stoppia stima una mazza
e si fa beffe del vibrare dell'asta.
[22] Al disotto ha cocci acuti
e striscia come erpice sul molle terreno.
[23] Fa ribollire come pentola il gorgo,
fa del mare come un vaso da unguenti.
[24] Dietro a sé produce una bianca scia
e l'abisso appare canuto.
[25] Nessuno sulla terra è pari a lui,
fatto per non aver paura.
[26] Sotto di sé egli vede ogni cosa elevata,
egli è re su tutti i figli dell'orgoglio

Salmo 74
[13] Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
[14]Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.

Salmo 104
[25] Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero
animali piccoli e grandi.
[26] Lo solcano le navi,
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

Isaia, 27

[1] In quel giorno il Signore punirà
con la spada dura, grande e forte,
il Leviatàn serpente guizzante,
il Leviatàn serpente tortuoso
e ucciderà il drago che sta nel mare.


Il Leviatano compare nella poesia di Rimbaud, Le Bateau ivre

testo originale completo

trad. it. e commento (progetto Metis)

Ho visto fermentare enormi stagni, reti
dove marcisce tra i giunchi un Leviatano!
Crolli d'acque in mezzo alle bonacce
e in lontananza, cateratte verso il baratro!

 

J'ai vu fermenter les marais énormes, nasses
Où pourrit dans les joncs tout un Léviathan!
Des écroulement d'eau au milieu des bonaces,
Et les lointains vers les gouffres cataractant!

 


"La Bibbia di Gerusalemme"
Centro Editoriale Dehoniano
Bologna, 1991

LiberLiber


Puoi scaricare il Leviathan di Hobbes
nell'edizione inglese in formato testo

What is Leviathan?


Ritorna all'indice
Ritorna a Spazio Filosofico