APPENDICE BIBLIOGRAFICA

 

 

Questa bibliografia non vuole tentare un repertorio generale di tutti i testi di estetica o di discipline collaterali pubblicati in Francia durante il Novecento ma, in modo più semplice, vuole essere sia un'integrazione necessaria al testo che precede sia una prima guida per ulteriori, doverosi approfondimenti sugli autori che erano in esso esaminati. Dopo uno sguardo sulle principali storie dell'estetica francese contemporanea sino ad oggi pubblicate e su quegli strumenti bibliografici che possono essere utili per un approccio storico generale al problema, divideremo la bibliografia in tre settori. Il primo si occuperà delle «radici ottocentesche e in particolare positiviste, dell'estetica francese, nei suoi rapporti con la fisiologia, la psicologia, la sociologia e la morale. Il secondo guarderà a coloro che hanno rivestito o tuttora rivestono un ruolo centrale nell'estetica francese del nostro secolo e che, propriamente, hanno tentato di fondare un'estetica come «scienza». Il terzo, infine, si occuperà delle varie tensioni presenti nell'estetica contemporanea e della «Revue d'esthétique».

Per quanto riguarda la storia dell'estetica francese di fine Ottocento si veda T.M. MUSTOXIDI, Histoire de l'esthétique française 1700-1900, Paris, Champion, 1920, opera un po' invecchiata ma molto utile per la bibliografia.

Il primo strumento fondamentale per la comprensione dell'estetica francese del Novecento è il libro del 1936 di V. FELDMAN, L'estetica francese contemporanea, Milano, Minuziano, 1945. Inoltre:

- J. BENDA, Belphégor. Essai sur l'esthétique de la societé française dans la première moité du XX siècle, Paris, Emile-Paul, 1918;

-H.A. NEEDHAM, La développement de l'Esthétique sociologique en France et en Angleterre au XIX siécle, Paris, Champion, 1926;

- R. BAYER, L'esthétique française d'aujourd'hui, in AA.VV., L'activité philosophique con temporaine en France et aux Etats-Unis, a cura di M. Farber, Paris, P.U.F., 1950;

- D. HUISMAN, L'Esthétique, Paris, PU.F., 1954;

- C. ROSSO, Ragguaglio sul più recente pensiero estetico francese (dal 1950), in «Rivista di Estetica», 1956, n. 1, pp. 125-46;

- D. HUISMAN-D. VERGEZ, Les grands courants de l'esthétique française contemporaine, in «Critique», n. 117, febbraio 1957;

- D. HUISMAN, L'estetica francese negli ultimi cent'anni, in AA.VV., Momenti e problemi di storia dell'estetica, Milano, Marzorati, 1959, vol. III, pp. 1067-1181;

- G. MORPURGO-TAGLIABUE, L'esthétique contemporaine, Milano, Marzorati, 1960;

- R. BAYER, Histoire de l'esthétique, Paris, Colin, 1960;

- R. BAYER, L'esthétique mondiale au XX siécle, Paris, P.U.F., 1961;

- M. DUFRENNE, L'estetica francese nel XX secolo, in M. Dufrenne-D. Formaggio, Trattato di estetica, vol. I, Milano, Mondadori, 1981, pp. 403-11.

Possono risultare molto utili anche:

- J.C. PIGUET, Esthétique en dehors des pays anglosaxons et de l'Italie in AA.VV., La philosophie au milieu du vingtieme siècle, a cura di P. Klibansky, Firenze, La Nuova Italia, 1958, vol. III, pp. 84-9;

- E. SOURIAU, Les problémes actuels de l'esthétique, in Encyclopédie française, Paris, Larousse, 1957, tome XIX;

- O. BORRELLO, L'estetica dell'esistenzialismo, Messina-Firenze, D'Anna, 1956;

- R. ASSUNTO, Teoremi e problemi di estetica contemporanea, Milano, Feltrinelli, 1960;

- G. DE CRESCENZO, Disegno di estetica, Napoli, ESI, 1960;

- D. FORMAGGIO, Studi di estetica, Milano, Renon, 1962;

- F. MIELE, Teoria e storia dell'estetica. Milano, Mursia, 1965;

- A. PLEBE, Processo all'estetica, Firenze, La Nuova Italia, 1969;

- M. DUFRENNE, L'esthétique dans le monde. France, in «Revue d'esthétique», 1972, n. 1, pp. 129-44;

- D. FORMAGGIO, Fenomenologia della tecnica artistica, Parma-Lucca, Pratiche, 19782.

Possono essere utili le storie generali della filosofia francese, anche se l'estetica occupa in esse uno spazio molto ridotto. Si ricordano:

- P. PARODI, La philosophie contemporaine en France. Essai de classification de doctrines, Paris, Alcan, 1919;

- J. BENRUBI, Les sources et les courants de la philosophie contemporaine en France, 2 volumi, Paris, Alcan, 1933;

- L. LAVELLE, La filosofia francese tra le due guerre (1930), Brescia, Morceiliana, 1949;

- E. BREHIER, Trasformation de la philosophie française, Paris, Flammarion, 1950;

- F. VALENTINI, La filosofia francese contemporanea, Milano, Feltrinelli, 1958;

- J. WAHL, Il pensiero moderno in Francia, Firenze, La Nuova Italia, 1965;

- P. TROTIGNON, Les philosophes françaises d'aujourd'hui, Paris, PUF, 1967;

- J. LACROIX, Panorama della filosofia francese contemporanea, Roma, Città Nuova, 1971;

- J. HYPPOLITE, Figures de la pensée philosophique, 2 voll., Paris, P.U.F., 1971;

- V. DESCOMBES, Le même et l'autre. Quarant-cinq ans de philosophie française, Paris, Editions de Minuit, 1979;

- M. FERRARIS, Differenze. La filosofia francese dopo lo strutturalismo, Milano, Multhipla, 1981.

Per un generale inquadramento storico-ideologico si vedano:

- D. LINDENBERG, Il marxismo introvabile. Filosofia e ideologia in Francia dal 1880 a oggi, Torino, Einaudi, 1978;

- A. CASTOLDI, Intellettuali e Fronte popolare in Francia, Bari, De Donato, 1978;

- C. PIANCIOLA, Filosofia e politica nel pensiero francese del dopoguerra, Torino, Loescher, 1979;

- H. LOTTMAN, La Rive gauche. Intellettuali e potere politico in Francia dal Fronte popolare alla Guerra fredda, Milano, Edizioni di Comunità, 1983.

A) Le radici ottocentesche

È nel positivismo che vanno cercate le prime origini dell'estetica francese.

Si possono vedere i seguenti lavori di carattere generale o introduttivo:

- C. CHERFILS, L'Esthétique positiviste, Paris, Messein, 1909;

- D.G. CHARLTON, Positivist Thought in France during the Second Empire (1852-1870), Oxford, Clarendon Press, 1959;

- W.M. SIMON, European Positivism in the 19th Century: an Essay in Intellectual History, New York, 1963;

- R. FAYOLLE, La critique littéraire, Paris, 1964;

- L. KOLAKOWSKI, La filosofia del positivismo, Bari, 1974

- A. MANESCO, La riflessione estetica nel positivismo, in M. Dufrenne - D. Formaggio, Trattato di estetica, Milano, Mondadori, 1981, I vol., pp. 259-83;

- A. SANTUCCI (a cura di), Scienza e filosofia nella cultura del positivismo, Milano, Feltrinelli, 1982;

- E. SCOLARI, Estetica e positivismo, linee di una ricerca, in AA.VV., Studi in onore di L, Anceschi, Modena, 1983.

Anche se non si limita alla sua figura, il pensiero di Hyppolite TAINE ha una certa importanza nell'ambito dell'estetica positivista. Di lui si vedano, in particolare:

- Histoire de la littérature anglaise, Paris, 1867;

- De l'ideal dans l'art, Paris, 1863;

-Philosophie de l'art, Paris, 18812;

Utili indicazioni sul periodo possono offrire le opinioni su TAINE dei suoi contemporanei:

- E. ZOLA, Taine artiste, in Mes haines, Paris, 1866;

- A. MOLIERE, Etude sur la philosophie de l'art, Paris, 1866;

- R. MENARD, Les théoriciens de l'art, Paris, 1867;

- P. LACOMBE, La psychologie des individus et des societes chez Taine, Paris, 1899;

- V. GIRAUD, La philosophie de Taine, Paris, 1899;

- V. GIRAUD, Essai sur Taine, Paris, Hachette, 190;

- C. PELADAN, Refutation esthétique de Taine, Paris, 1906

- P. NEVE, La philosophie de Taine, Louvain, 1908.

Per un discorso più generale:

- D. ESSERTIER, Philosophes et savants français du XXeme siècle, Paris, Alcan, 1929;

- T. ZELDIN, France 1848-1945, Oxford, Clarendon Press, 1973.

Particolarmente importante nel positivismo il problema della critica letteraria:

- E. HENNEQUIN, La critique scientifique, Paris, 1888 (tr. it., Firenze, Alinea, 1983);

- F. BRUNETIERE, L'evolution des generes dans l'histoire de la litterature, Paris, 1890 (tr. it., Pratiche, Parma-Lucca, 1980);

Inoltre:

- E. ZOLA, Le roman expérimental, Paris, 1880;

- G. PELISSIER, Le mouvement littéraire au XIX siécle, Paris, 1889;

- G. RENARD, La méthode scientifique de l'histoire littéraire, Paris, 1900.

Per comprendere il dibattito letterario dell'epoca è utile il volume dei fratelli GONCOURT, veri e propri fondatori del «naturalismo» in letteratura, Idées et sensations, Paris, 1866. Del solo Edmond GONCOURT si veda Journal des Goncourt. Memoires de la vie littéraire, 9 vol., Paris, Charpentier, 1887-1895.

Si veda infine di C. BRUN, Le roman social en France au XIX siècle, Paris, Giard et Briere, 1910 e, per un quadro storico culturale di tutto il periodo, S. BARROWS, Distorting Mirrors. Visions of the Crowd in Late Nineteenth-Century. New Haven and London, Yale University Press, 1981.

Il positivismo si manifesta tuttavia, nel Novecento, soprattutto attraverso le scienze umane di psicologia e sociologia. Per la psicologia un ruolo fondamentale, profondamente connesso all'estetica, gioca l'opera di Theodule RIBOT, fondatore della «Revue philosophique». Della sua vasta opera risultano importanti per il discorso estetico:

- Psychologie des sentiments, Paris, Alcan, 1896 ;

- Essai sur l'imagination creatrice, Paris, Alcan, 1898. Su di lui si veda:

- AAVV., Centenaire de T, Ribot. Iubilé de la Psychologie scientifique française 1839 - 1889 - 1939, Agen, 1939.

Per quanto riguarda la psicologia e la sociologia si potrà segnalare:

- A. SULLY-PRUDHOMME, L'expression dans les Beaux-Arts: application de la psychologie à l'artiste et les Beaux-Arts, Paris, Lemerre, 1883;

- G. TARDE, Les lois de l'imitation - etude sociologique, Paris, Alcan, 1890;

- M. BATILLIAT, Le naturalisme et l'art sociale, in «L'art social», febbraio 1892, pp. 84-6;

- E. THEBAULT, L'art social, in «L'Art social», luglio 1892, pp. 179-82;

- O. ROCHEL, L'art et la vie, in «L'Art social», marzo 1893, pp. 73-9;

- J. IZOULET, La cité moderne - Métaphysique de la sociologie, Paris, Alcan, 1895;

- E. GALABERT, Les fondements de l'esthétique scientifique;

- E. GALABERT, Le rôle sociale de l'art;

- E. GALABERT, L'évolution esthétique in vari numeri del 1898 della «Revue internationale de Sociologie»;

- R. de la GRASSERIE, Des rapports de la sociologie et de l'esthétique, Paris, Impr. Nationale, 1906;

- P. GAULTIER, Le rôle sociale de l'art, in «Revue philosophique», t. LXI, 1906, pp. 391-409;

- E. PIERRET, Vers la lumière et la Beautè - Essai d'esthétique sociale, Paris, La Rennaissance française, 1909;

- M. MAIGNAN, Economie esthétique, Paris, 1912;

- R. MARX, L'art social, Paris, Charpentier, 1913;

- A. FOUILLEE, Le mouvement positiviste et la conception sociologique du monde, Paris, Alcan, 1920;

- A. FOUILLEE, Le mouvement idéaliste et la réaction contre la science positive, Paris, Alcan, 1920;

- P. SABATIER, L'esthétique des Goncourt, Paris, Hachette, 1920;

- P. LORQUET, L'art et l'histoire, Paris, Payot, 1922;

- A. VAN GENNEP, Le folklore, Paris, Stock, 1924;

- J. VINCHON, L'art et la folie, Paris, Stock, 1924;

Una delle figure più importanti dell'estetica sociologica di fine Ottocento èquella di Jean-Marie GUYAU (1854-1888), la cui breve vita, stroncata dalla tubercolosi, ha dato origine a due opere fondamentali dell'estetica sociologica che si avvia al superamento delle sue originarie basi positiviste:

-Les problémes de l'esthétique contemporaine, Paris, Alcan, 1884;

-L'art au point de vue socialogique, Paris, Alcan, 1887.

Qualche interesse per il nostro tema possono esercitare anche:

- Education et herédité. Etude sociologique, Paris, Alcan, 1884;

- Esquisse d'une morale sans obligation ni sanction, Paris, Alcan, 1885;

- Le genèse de l'idée du temps, Paris, Alcan, 1890.

Fra i numerosi scritti su GUYAU bisogna in primo luogo segnalare quello del suo patrigno e curatore postumo A. FOUILLEE, La Morale, l'Art et la Religion d'apres Guyau, Paris, Alcan, 1889. La filosofia stessa di A. FOUILLEE, può peraltro avere influenzato il pensiero di Guyau giovane, del quale si notano tuttavia le tracce nell'opera principale di FOUILLEE, La psychologie des idées-forces, 2 vol., Paris, Alcan, 1893.

Oltre alle varie recensioni sulle opere di Guyau o i necrologi in occasione della morte (G. TARDE, in «Revue philosophique», agosto l889; A. BOIRAC, in «Revue philosophique», giugno 1890; M. MARION, in «Revue Blue», 23/5/ 1891; M. DAURIAC, in «Année philosophique», 1891), numerosi sono gli scritti su Guyau moralista, pedagogo ed estetologo. Limitandoci a questi ultimi segnaliamo:

- C. RENOUVIER, Les dernières ouvrages de Guyau, in «Critique philosophique», 1887;

- M. G. TAROZZI, Guyau e il naturalismo critico contemporaneo, in «Rivista di filosofia scientifica», 1889;

- H. WILLENBUCHER, Guyau's Prinzip des Schönen und der Kunst, Erlangen, 1899;

- A. LAMBERT, L'ouvre sociologique de Guyau, in «Revue internationale de sociologie», 1900;

- R. PETRUCCI, Guyau's Kunstphilosophie, in «Die Zukunft», 1901;

- D. JORDAN, Guyau: the Man, the Thinker, the Writer, New York, 1903;

- F. CARREL, The Morals of Guyau, in «International Journal of Ethic», 1905;

- C. ASLAN, La morale selon Guyau, Paris, 1906;

- G. DWELSHAUEVERS, De l'idee de vie chez Guyau, in «Bulletin de la Societé française de philosophie», n. 2, 1906;

- P. ARCHOUMBAULT, Guyau, Paris, 1911;

- E. BERGMANN, Die Philosophie Guyaus, Lipsia, 1912;

- H. NIELSEN, Guyau's Aesthetik, in «Edda», VII, 1917;

- A. DARLU, Deux philosophes français: Fouillee et Guyau, in «Revue politque et parlamentaire», 1920;

- V. JANKELEVITCH, Deux philosophies de la vie: Guyau et Bergson, in «Revue philosophique», 97, 1924;

- A. BANFI, Il naturalismo romantico del Guyau e le correnti del pensiero contemporaneo, in «Logos», VII, 1924, n. 3;

- A. TISBE, L'arte, la morale e la religione in Guyau, Roma, 1938;

- G. GEROLA, Il problema estetico in J.M, Guyau, in «Humanitas», 1947, pp. 1180-2;

- R. LE SENNE, Traité de morale génèrale, Paris, 1947 (su Guyau le pp. 435 e sg.);

- F.J.W. HARDING, J.M. Guyau. Aestheticien and Sociologist, Génève, Droz, 1973.

Ugualmente importante per gli inizi dell'estetica psicologia e sociologica è l'opera di Gabriel SEAILLES (1852-1922) sul quale tuttavia manca, a parte vane recensioni, un'opera critica completa. Oltre che di volumi di estetica o d'arte egli è autore di molti scritti di politica, che ci sembra inutile riportare, e di storia della filosofia, che segnaliamo per indicare la sua impostazione filosofica:

-Essai sur le génie dans l'art, Paris, Alcan, 1883;

-L'origine et les destinées de l'art, Paris, Alcan, 1925 (postumo);

-Leonard de Vinci, Essai de biographie psychologique, Paris, Perrin, 1892;

- Renan. Essai de biographie psychologique, Paris, Perrin, 1898;

- La philosophie de Renouvier, Paris, Alcan, 1905;

-La philosophie de Lachelier, Paris, Alcan, 1920;

- Watteau, Payot, 1923.

Su SEAILLES si veda:

- I. BENRUBI, Le sources et les courants de la philosophie contemporaine en France, Paris, 1933;

Inoltre:

- F. BRUNETIERE, Le génie dans l'art, in «Revue des deux mondes», 15.4.1884;

- L. CARO, Essai sur le génie dans l'art, in «Revue des savants», ottobre 1884;.

- E. FAGUET, Le génie dans l'art, in «Revue blue», 17.4.1897;

- F. MENTRE, Le problème du génie, in «Revue de philosophie», giugno 1905;

Sull'influsso di Séailles nella poetica di Pirandello si rimanda a:

- C. VICENTINI, L'estetica di Pirandello, Milano, Mursia, 1970.

Il problema dell'estetica psicologica è approfondito in un numero speciale del «Journal de Psychologie» (1926) dal titolo:

- L'art et la pensee, che tratta di Estetica generale, Arte del linguaggio, Musica ed arti plastiche con scritti di vari autori fra cui SEAILLES, LALO, DELACROIX, FOCILLON, MARCEL, HYTIER, LE COURBUSIER.

Infine:

- E. BRICON, Psychologie de l'art. Les maîtres de la fin du XIX siècle, Paris, 1900.

Accanto a studiosi di estetica che si sono occupati di sociologia e psicologia soprattutto collegandole ai problemi della creazione e della creatività, vanno posti pensatori che hanno utilizzato queste due scienze in rapporto con la fisiologia.

In primo luogo avremo Lucien ARREAT:

-La Morale dans le drame, l'epopée et le roman, Paris, Alcan, 1884;

- Une education intellectuelle, Paris, Alcan, 1877;

- Journal d'un philosophe, Paris, Alcan, 1887;

- Psychologie du peintre, Paris, Alcan, 1892;

- Mémoire et imagination, Paris, Alcan, 1895;

- Art et psychologie individuelle, Paris, Alcan, 1906;

-Nos poetes et la pensée de leur temps, Paris, Alcan, 1907;

-Esthétique et philosophie, in «Revue philosophique», LXVIII, 1909, pp. 35 1-374.

Arréat è inoltre traduttore e prefattore di due significativi volumi, che hanno peraltro influenzato la sua estetica:

- G. HIRTH, Physiologie de l'art, traduzione ed introduzione di L. Arréat, Paris, Alcan, 1892;

- G. HIRTH, La vue plastique, fonction de l'écorce cérébrale, traduzione di L. Arréat, Paris, Alcan, 1893.

Accanto ad Arréat si potrebbe porre l'estetica fisiologica di Charles HENRY (1859-1926).

La sua vasta opera è ricordata nella bibliografia del volume di J.A. ARGUELLES, C. Henry and the Formation of a Psychophysical Aesthetic, Chicago U.P., 1972.

Di specifico argomento estetico ricordiamo fra le sue opere:

- Introduction à une esthétique scientifique, Paris, Hermann, 1885;

- Rapporteur esthétique, Paris, Seguin, 1888;

- Cercle cromatique, Paris, Verdin, 1888;

- Esthétique et psychophysique, in «Revue philosophique», 29, 1890, pp. 332-36;

- Harmonies de formes et de couleurs, Paris, 1891;

- L'esthétique des formes, in «La Revue blanche», 7, 1894;

- Sensation et énergie, Paris, 1910;

- Mémoire et habitude, Paris, 1911;

- La lumière, la couleur et la forme, in «L'esprit nouveau», 1921.

Su HENRY si veda in primo luogo il numero dei «Cahiers de l'etoile», n. 13, Gennaio-febbraio 1930, che gli è completamente dedicato con, fra l'altro, articoli di P. Valéry e P. Signac.

Per i suoi rapporti con la pittura di Seurat e Signac si veda W.I. HOMER, Seurat and the Science of Painting, Cambridge (Mass.), MIT Press, 1964, dove sono contenute numerose utili indicazioni bibliografiche.

Si vedano inoltre:

- R. MIRABAUD, Henry et l'idealisme scientifique, Paris, 1926;

- C. ANDRY-BOURGEOIS, L'oeuvre de C. Henry et le probléme de la survie, Paris, 1931;

- F. WARRAIN, L'oeuvre psychobiophysique de C. Henry, Paris, 1931;

- J .F. REVEL, Henry et la science des arts, in «L'oeil», novembre 1964.

George SOREL si era interessato immediatamente all'opera di Henry:

- Contribution psycho-physique à l'esthétique, in «Revue philosophique», 29, 1890, pp. 561-79;

- Esthétique et psychophysique, ivi, pp. 182-84.

Il profondo interesse in Francia per la fisiologia si può notare anche nell'opera di C. FERE, che ha qualche legame con l'estetica a lui contemporanea. Di lui si vedano i seguenti lavori:

- Sensation et mouvement, Paris, Alcan, 1887;

- La pathologie des émotions, Paris, Alcan, 1892;

- Travail et plaisir, Paris, Alcan, 1904.

All'inizio del nostro secolo queste tematiche furono riprese originalmente da M. GHIKA:

-Le nombre d'or, Paris, N.R.F., 1931, 2 vol.;

- L'esthétique des proportions dans la nature et dans les arts, Paris, N.R.F., 1938.

Queste posizioni sono all'origine anche dell'estetica «sperimentale» che tuttavia si svilupperà in modo organico soltanto nella seconda metà del Novecento. Di un'altra nuova parte dell'estetica contemporanea, l'estetica industriale (che sarebbe forse restrittivo identificare con il design), si possono però trovare gli iniziali spunti nella meditazione positivista, spesso velata da un generale socialismo di fondo:

- L. de LABORDE, De l'union des arts et de l'industrie, Paris, Imprirnerie Imperiale, 1856;

- G. PLANCHE, L'art et l'industrie, in «Revue des deux mondes», X, 1857 (luglio);

- A. DE BEAUMONT, Les arts industriels en France, in «Revue des deux mondes», XLVII, 15.10.1863, pp. 986-1001;

- A. JACQUEMART, Les Beaux-Arts et l'industrie, in «Gazette des Beaux Arts», XVII, 1864, 2, pp. 507-16;

- M. VACHON, Nos industries d'art en peril, Paris, Baschet, 1882;

- M. VACHON, La crise industrielle et artistique en France et en Europe, Paris, 1886;

- H. NOCQ, Tendances nouvelles-Enquête sur l'evolution des industries d'art, Paris, Floury, 1896;

- M. VACHON, Pour la défence de nos Industries d'art, Paris, Lahure, 1898;

- A.. GERMAIN, L'education esthétique et les industries d'art, in «La plume», 1 agosto 1900, pp. 472-4;

- R. MARX, Les arts à l'exposition universelle de 1900, in «Gazette des Beaux Arts», XXIV, 1 novembre 1900, pp. 397-421;

- L. LUMET, Notes sur l'art industriel, in «Revue socialiste», XXXV, Giugno 1902, pp. 690-6.

Nell'età del positivismo, anche se spesso sviluppati in senso antipositivistico o religioso, sono in primo piano anche i rapporti fra l'arte e la morale che influenzeranno non poco Véron e P. Souriau in Francia ma anche Tolstoi in Russia (notoriamente molto legata alla cultura francese). Vediamo alcuni esempi:

- A. BOULAND, Mission morale de l'art, Paris, 1852;

- V. DE LAPRADE, Questions d'art et de morale, Paris, 1861;

- E. BERSOT, Littérature et Morale, Paris, Charpentier, 1861;

- A. COURDER, Considérations sur le but moralde Beaux Arts, Paris, 1866;

- C. MARTHA, La moralité dans l'arts, in «Revue deux Mondes», 15 aprile 1879, pp. 854-78;

- H. HAVARD, L'Art à travers les moeurs, Paris, Decaux et Quantin, 1882;

- C. BENARD, Les rapports de l'Esthétique et de la Morale dans la philosophie contemporaine, «Comptes rendus de l'Académie des Sciences morales et politiques», nn. 134- 135 - 136, 1890-91;

- M. de WULF, La valeur esthétique de la moralité dans l'art, Bruxelles, 1892;

- A. GERMAIN, Du beau moral etdu beau formel, Paris, Girard, 1895;

- J.C. BROUSSOLLE, La vie esthétique - Essais de critique artistique et religieuse, Paris, Perrin, 1897;

- P. SERTILLANGES, L'art et la Morale, Paris, Bloud, 1899;

- J.P. DURANO, Nouvelles recherches sur l'Esthétique et la Morale, Paris, Alcan, 1900;

- G. DUBUFE, La valeur de l'art, Paris, Flammarion, 1908;

- A. BERTHET, L 'art et la vie, Paris, Union pour la verité, 1910;

- F. FONSEGRIVE, Art et pornographie, Paris, Bloud, 1911.

Un'estetica di questo periodo che influenzerà in particolare la scuola di Aix-au-Provence è quella di Fréderic PAULHAN (1856-1931):

-Psychologie de l'invention, Paris, Alcan, 1891;

-Mensonge de l'art, Paris, Alcan, 1898;

-Esthétique du paysage, Paris, Alcan, 1912.

Sviluppi della sua teoria dell'invenzione possiamo trovare nei suoi lunghi articoli sulla «Revue Philosophique»:

-L'invention, marzo 1898;

-Le développement de l'invention, dicembre 1898.

Una delle maggiori figure dell'estetica francese della seconda metà dell'Ottocento è senz'altro quella di Paul SOURIAU (1852-1926) (padre del più noto Etienne), che, nella sua opera, sintetizza molti degli elementi caratteristici al pensiero sull'arte del suo secolo, in altri autori solo accennati e dispersi, in primo luogo i rapporti con la psicologia e la morale. Queste le sue opere principali:

- Théorie de l'in vention , Paris, Hachette, 1881;

- Esthétique du mouvement, Paris, Alcan, 1889;

- Suggestion dans l'art, Paris, Alcan, 1893;

- L'imagination de l'artiste, Paris, Hachette, 1901;

- La beauté rationelle, Paris, Alcan, 1904 (è considerata la sua opera più importante);

-Rêverie esthétique, Paris, Alcan, 1906;

-L'esthétiquede la lumiere, Paris, Alcan, 1913.

Si veda la recensione di F. Paulhan alla Beauté rationelle in «Revue Philosophique», 1905, n. 1, pp. 283-94.

Molto interessante, in questo periodo, la figura di Eugéne VERON attivissimo filosofo che anima le prime riviste d'arte in Francia e precisamente:

- «L'Art», pubblicato a Parigi dal 1875 al 1889;

- «Cronique d'Art», pubblicato a Parigi nel 1881;

- «Courrier de l'Art», che, nel 1883, prosegue a Parigi l'opera della precedente rivista e viene pubblicato sino al 1886.

E' inoltre promotore della Societé internationale des Beaux Arts, di cui tesse l'elogio nel «Courrier français» del 13.11.1867. Pubblica inoltre un gran numero di scritti di storia operaia e di istruzione popolare che testimoniano le sue vedute socialiste ed umanitarie, convinzioni che lo avvicinanto non poco al contemporaneo Tolstoi, che, come vedremo, a lui spesso si richiama.

Gli scritti di Véron importanti per la sua estetica o per la sua filosofia generale sono i seguenti:

- Du progrés intellectuel dans l'humanité. Superiorité des arts modernes sur les arts anciens, Paris, Guillaumin, 1862;

- Union centrale des beaux arts appliqué à l'industrie, Paris, Dehons, 1874;

- Esthétique, Paris, Reinwald, 1878 (è senz'altro il libro più importante di Veron, libro che ha ottenuto un certo successo nell'Ottocento ma che èstato quasi scordato nel nostro secolo);

- La Morale, Paris, Reinwald, 1884;

-E. Delacroix, Paris, Rouan, 1887.

Sia P. SOURIAU sia E. VERON rivestiranno una certa importanza, che non sempre tuttavia viene alla luce, per la scuola di Aix-en-Provence. Da un punto di vista storico questi due autori sono stati sempre visti in opposizione aVictor Basch, cosa per nulla esatta. L'opposizione era, piuttosto, universitaria considerando che P. Souriau era il più serio candidato, insieme a Basch, alla prima Cattedra di Estetica e Scienza dell'Arte alla Sorbona.

Convinto che «l'arte contemporanea si interessa sempre meno alle esigenze della massa operaia, si fa tutto e si scrive tutto per i superuomini, per il tipo superiore, raffinato dell'uomo ozioso» (Scritti sull'arte, Torino, Boringhieri, 1964 p. 574), Lev Tolstoi cerca di determinare un nuovo concetto di arte, che non sia né puramente estetico o mistico nè si pieghi alle convinzioni riduzionistiche del positivismo.

Nel suo Che cosa è l'arte, pubblicato in Russia nel 1897 e subito tradotto in Francia (Paris, Perrin, 1898), esaminando le dottrine estetiche dei contemporanei, critica con diverse motivazioni, per quanto riguarda l'ambiente francese-che comunque non è l'unico al quale egli si ispiri, - l'opera di Taine, Guyau, Cherbuliez, Coster e Peladan (autore di L'art idéaliste et mystique, pubblicato a Parigi nel 1894), e nota che il libro di Véron, L 'Esthétique, «rappresenta un'ec cezione per la sua chiarezza e ragionevolezza, anche se non definisce esattamente l'arte, per lo meno elimina dall'estetica il nebuloso concetto di bellezza assoluta» (op. cit., tr. it., p. 175).

Inoltre Tolstoi pone un parallelo molto interessante fra Véron e M. SChasler, autore di Kritische Geschicthe der Aestetik, Lipsia, 1872. Entrambi credono infatti che l'estetica sia una «scienza» (già Véron usa questo termine) che debba essere liberata dalle rêveries dei metafisici. Inoltre Tolstoi ammira in Véron il fatto che la sua estetica, con straordinaria «modernità», cerchi addirittura «di fare a meno del concetto di bellezza» (ivi, p. 182) e, sulla linea dell'inglese Sully (autore di Sensation and intuition: Studies in Psychology and Aestetics, London, Regan Paul, 1874; questo libro del noto psicologo inglese influenzò peraltro molti fra i primi «psicoestetologi» francesi, curioso inoltre segnalare il suo volume sul riso scritto nello stesso anno di quello bergsoniano: An Essay on Laughter, London, 1902, subito tradotto in francese da Alcan nel 1904), considera l'arte «la manifestazione esteriore delle emozioni provate dall'uomo per mezzo di linee, di colori, di gesti, di suoni, di parole» (ivi, p.188).

Vi è però da sottolineare che l'intera impostazione di Tolstoi, e quindi anche le posizioni nei confronti dell'estetica francese, sono fortemente influenzate dalla storia dell'estetica dell'inglese W. KNIGHT, The philosophy of the Beautiful, London, Murray, 1916, che cita molto spesso senza ricorrere direttamente alle fonti. Comune ancora a Véron e Tolstoi, come già accennato, è l'impegno politico in senso populistico e socialista.

Secondo Feldman, l'iniziatore della moderna estetica francese deve pero essere considerato Victor BASCH (Budapest 1863 - Neyron 1944), che fu effettivamente grande pensatore, studioso di musica e, in particolare, del Romanticismo tedesco. Egli fu il primo cattedratico francese di Estetica alla Sorbona e fondò la rivista «progenitrice» della «Revue d'esthétique», ovvero la «Revue d'Art et d'Esthétique» nel 1936, rivista che contiene numerosi suoi scritti e che solo la guerra costrinse alla chiusura. Le sue opere più significative possono essere considerate le seguenti;

- Les doctrines politiques des philosophes classiques de l'Allemagne, Paris, Alcan, 1887;

- Essai critique sur l'esthétique de Kant, Paris, Alcan, 1896;

- L'individualisme anarchiste, Paris, Alcan, 1904;

- La poétique de Schiller. Essaid'esthetique litteraire, Paris, Alcan, 1911 (2 ed. nv.);

- Les grands courants de l'esthétique allemande con temporaine, in AA.VV., La philosophie allemande au XIX siècle, Paris, Alcan, 1912, pp. 69-126; insieme al libro di M. BITES PALEVITCH, Essai sur les tendances critiques et scientifìques de l'esthétique allemande con temporaine, Paris, Alcan, 1926, quest'opera di Basch ha molto contribuito alla conoscenza in Francia dell'estetica tedesca);

- Titien, Paris, Librairie Française, 1919;

- Schumann, Paris, Alcan, 1926;

- La vie douloureuse de Schumann, Paris, Alcan, 1928;

- Etudes d'esthétique dramatique, Paris, Vrin, 1929 (2 ed.);

- Essais d'esthétique, de philosophie et de littérature, Paris, Alcan, 1934.

Oltre al FELDMAN, su di lui si veda la recensione all'Essai sur l'esthétique de Kant ad opera di L. SAUTREAUX in «Revue philosophique», 1898, pp. 92-9; inoltre:

- E. FRANZINI, Kant e la genesi Jènomenologica del sentimento estetico, in E. Franzini-R. Ruschi, Natura e sentimento nell'esperienza estetica, Milano, Unicopli, 1983.

Indubbio, e probabilmente biunivoco, il legame fra Basch ed il filosofo Henri BERGSON (1859-1941), che tuttavia non ha scritto alcuna opera di estetica, malgrado l'influenza enorme che ha esercitato la sua opera sugli artisti ed anche su estetologi (in primo luogo Segond). Fra le sue opere le seguenti possono rivestire un qualche interesse estetico:

- Essai sur les données immédiates de la conscience, Paris, Alcan, 1889;

- Matiére et mémoire, Paris, Alcan, 1896;

- Le rire, Paris, Alcan, 1900;

-L'evolution créatrice, Paris, Alcan, 1907;

- La pensée et le mouvant, Paris, Alcan, 1934 (3 ˆed. riv.).

Per una bibliografia su Bergson si veda la «Revue Intemationale de philosophie», n. 10, 1949. Qui segnaliamo solo alcuni scritti che si occupano in modo particolare del suo pensiero sull'arte, in primo luogo:

- R. BAYER, L'esthétique de Bergson in R. Bayer, Essais sur la méthode en esthétique, Paris, Flammanion, 1953; e inoltre:

- J. BENDA, Le bergsonisme ou une philosophie de la mobilité, Paris, 1912;

- E. LE ROY, Une philosophie nouvelle: Bergson, Paris, 1912;

- J. SEGOND, L'intuition bergsonienne, Paris, Alcan, 1913;

- J. MARITAIN, La philosophie bergsonienne, Paris, 1914;

- J. BENDA, Belphégor. Essai sur l'esthétique de la societé française dans la première moitédu XX siècle, Paris, 1918;

- T.E. HULME, Bergson's Theory of Arts, in «Situations», 1924;

- V. JANKELEVITCH, Bergson, Paris, Gallimard, 1931;

- R. LA SENNE, L'influence de la philosophie bergsonienne en France, in «Revue de Paris», n. 8, agosto 1932;

- A. SZATHMARY, The Aesthetic Theory of Bergson, Cambridge (USA), 1937;

- C. LALO, Promesses et carences de l'esthétique bergsonienne, in «Revue de Métaphysique et de Morale», ottobre 1941;

- R. CHRISTFLOUR, Bergson et la conception mystique de l'art, in AA.VV., Bergson, Neuchatel, 1941;

- F. VIAL, Le symbolisme bergsonien du temps dans l'oeuvre de Proust, in «P.M.L.A.», 1940, n. 4, pp. 1191-1212;

- R. FERNANDT, Bergson et Valèry, in «La Vie intellectuelle», 1946, nn. 8-9, pp. 122-46;

- F. DELATTRE, Bergson et Proust in AA.VV., Etudes bergsoniennes, Paris, 1948;

- V. MATHIEU, Il profondo e la sua espressione: Bergson, Torino, 1954;

- A.J. BRINCOURT, Les ouvres et les lumieres. Bergson, Proust e Malraux, Paris, 1955;

- S. DRESDEN, Les idées esthétiques de Bergson, Paris, 1956;

- V. MATHIEU, Tempo, memoria, eternità: Bergson e Proust in AA.VV., Il Tempo - «Archivio di Filosofia»- Università di Padova - 1958;

- L. BOLLE, Structure, perspective etdurée dans l'oeuvre de Proust, in «Revue de Métaphysique et de Morale», 1959, n. 1;

- G. DELEUZE, Le bergsonisme, Paris, P.U.F., 1968, (tr. it., Milano, 1983);

- G. POULET, Lo spazio di Proust , Napoli, Guida, 1969;

- E. FRANZINI, Il significato del tempo in Husserl e Bergson. Punti teoretici per un'estetica fenomenologica, in E. Franzini-R. Ruschi, Il tempo e l'intuizione estetica, Milano, Unicopli, 1982, pp. 155-265.

 

 

 

 

 

B) Estetica del Novecento

Fra i movimenti dell'estetica francese del Novecento quello che si ispira maggiormente a Bergson è senz'altro la cosiddetta «scuola» di Aix-en-Provence, d'impostazione. cattolica e riunita intorno a Segond. Già si è detto che anche Paulhan può venire considerato fra i suoi ispiratori ma sarebbe errato non considerare anche i rappresentanti dello spiritualismo francese, in primo luogo Ravaisson, Lequier, Lachelier, Boutroux, Blondel, Mounier. Peraltro è molto attento anche all'estetica degli «autori» come Valery, Baudelaire, Apollinaire, Denis e Breton.

»Progenitore« della scuola è senz'altro Henri BREMOND, sacerdote, nato a Aix-en-Provence nel 1865 e morto ad Arthez d'Asson nel 1933, autore di numerosi scritti sul pensiero del misticismo e sulla storia del sentimento religioso. La sua stessa estetica si sviluppa nel continuo rapporto con il pensiero mistico. Delle sue opere segnaliamo:

-L'inquiètude religieuse, Paris, Perrin, 1901;

-Ames religieuses, Paris, Perrin, 1902;

- L'Enfant et la vie, Paris, Bloud et Gay, 1902;

-Le bienheureux Th. More, Paris, Lecoffre, 1904;

-Newman. Essai de biographie psychologique, Paris, Bloud, 1907;

-Apologie pour Fénelon, Paris, Perrin, 1910;

-Bossuet, Paris, Plon, 1913;

- Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis la fin des guerres de religion jusqu'a nos jours, Paris, Bloud et Gay, 1916; 1967 (2 ˆed.), 12 volumi;

- Les deux musiques de la Prose, Paris, Le Divan, 1924;

- Pour le Romantisme, Paris, Bloud et Gay, 1924;

-La poésie pure, Paris, Grasset, 1926;

-Prière et poésie, Paris, Grasset, 1926;

- Racine et Valery. Notes sur l'initiation poétique, Paris, Grasset, 1930. Sul pensiero di BREMOND si veda:

- H. BORDEAU, Episodes de la vie religieuse, Paris, Plon, 1934;

- A. LOISY, G. Tyrrel et H. Bremond, Paris, Nourry, 1936;

- A. AUTIN, H. Bremond, Paris, 1946;

- B. HACKENBACH, H. Bremond. Eine mistische Philosophe der Kunst, in «Jahrbuch für Aesthetik und allgemeine Kunstwissenschaft», 1953-54, pp. 23-68;

- F. HERMANS, L'humanisme religieuse de l'abbé Bremond, Paris, 1965;

- AA.VV., Entretiens sur H. Bremond, Paris, Mouton, 1967;

- C. MOISAN, Les débuts de critique littéraire d'Henri Bremond, «Archives des lettres modernes», 9, 1967, n. 82;

- C. MOISAN, Henri Bremond et la poésie pure, Paris, Minard, 1967; contiene la bibliografia completa delle opere e di su Bremond.

Fra gli iniziatori della scuola di Aix deve pure essere inserito il musicologo Lionel LANDRY. La sua opera - La sensibilité musicale, Paris, Alcan, 1927 - illustra benissimo il duplice volto di tutta la scuola, mistico e devoto da un lato, attento ai procedimenti tecnici dall'altro.

Queste sono anche le caratteristiche principali dell'opera di Joseph SEGOND (1872-1954). L'elenco quasi completo delle sue opere è dato nel n. 1 del 1955 della rivista «Etudes philosophiques», interamente dedicata al suo pensiero. Si veda anche la «Revue d'esthétique», VII, gennaio-marzo 1954, pp. 109-112 e il commosso necrologio, qui contenuto, di E. SOURIAU, che pure da Segond era non poco distante. Fra le opere di SEGOND ricordiamo:

- La prière, Paris, Alcan, 1911;

- Cournot et la psychologie vitaliste, Paris, Alcan, 1911;

- L'idealisme des valeurs et la doctrine de Spir, in «Revue philosophique», 1912;

- L'intuition bergsonienne, Paris, Alcan, 1913;

- La guerre mondiale et la vie spirituelle, Paris, Alcan, 1918;

- Intuition etamitié, Paris, Alcan, 1919;

- L'imagination, Paris, Flammarion, 1922;

- La pédagogie réelle et la culture de l'imagination, in AA.VV. Etudes de psychologie pédagogique, Paris, Beauchesne, 1927, pp. 46-81;

- L'esthètique du sentiment, Paris, Boivin, 1927 (è l'opera più importante di Segond);

- Le sentiment fbndamental, in «Revue de l'Université de Lyon», 1928;

- La vie de Pascal, Paris, 1929;

- Traité de psychologie, Paris, Colin, 1930;

- Le probléme du génie, Paris, Flammarion, 1930;

- La saggesse cartésienne et la doctrine de la science, Paris, Vrin, 1932;

- La vie de Spinoza, Paris, Perrin, 1933;

- Art et science dans la philosophie française contemporaine, Paris, Librerie Universitaire, 1936;

- Logique dii pari, Paris, Hermann, 1938;

- Hasard et contingence, Paris, Hermann, 1938;

- Psychologie de Racine, Paris, Belles Lettres, 1940;

- Valeur de la prière, Paris, Baconnière, 1943;

- La signification de la tragédie, Paris, Belles Lettres, 1943;

- Defense de Narcisse, in «Etudes philosophiques», 1946;

- Traité d'esthétique, Paris, Aubier, 1947 (è la prima opera in Francia ad avere come titolo il termine impegnativo di »trattato«; è peraltro l'opera più significativa di Segond);

- Esthétique de la perception, in «Etudes philosophiques», 1949;

- Symbolisme et realité, in «Etudes philosophique», 1950, n. 4.

Fra altri articoli segnaliamo:

- Essai sur lagrâce, in «Annales de philosophie chretienne», 1897;

- Pubblications récentes sur la Morale, in «Revue philosophique», n. 9, 1902;

- Le crépuscule des idées, in «La Quinzaine», n. .257, 1905;

- H. Bergson, in «La Cronique», febbraio 1913;

- E. Boutroux, in «La Cronique», luglio 1913;

- L'intellectualisme de la philosophie bergsonienne, in «Revue philosophique», 1917;

- Essai sur l'identité, in «Annales de philosophie chretienne», 1917;

- Le raisonnementde l'esprit, in «Journal de Psychologie», 10, 1925;

- Suggestion, in «La psychologie et la vie», 12, 1929;

- Affirmation et Verité, in «La psychologie et la vie», 10, 1931;

- Bergson et le problème des valeurs, in «Les Etudes philosophiques», settembre 1932;

-La notion d'arts virtuels, in «Revue thomiste», aprile 1938;

-L'ironie, in «Revue des cours et des conférences», nn. 12-14, 1939;

-Esthétique de la lumiére et de l'ombre, in «Revue thomiste», dicembre 1939;

-Notes d'esthétique, in «Revue thomiste», 1939 n. 4;

-L'inspiration artistique, in «Profil littéraire de la France», gennaio 1941;

-La danse comme art fondamental, in «Les Etudés philosophiques», 1942, n. 1;

-La vocation platonicienne de Mallarme, in «Fontaine», 1943, n. 29;

- Les visages multiples d'E. Renan, in «Existences», 1943, n. 29;

- Hommage à Brunschvicg, in «Les Etudes plui]osophiques», 1943, n. I:

- Film pur et déssin animé, in «Revue de filmologie», luglio-agosto 1947;

- Rythme inhérente au film, in «Revue de filmologie», settembre-ottobre 1947;

- Le portrait musical, in «Revue de la Méditérranée», settembre 1947;

- Esthétique de la mobilité, in «Revue d'esthétique», I, n. 1, gennaio-marzo 1948;

- Réflexions critiques sur l'existentialisme et le monde des Valeurs, in «Revue internationale de philosophie», 15 luglio 1949;

- M. Blondel et la perspective existentialiste, in «Les Etudes philosophique», n. 1,1950;

- La liberté divine et la liberté humaine, in «Les Etudes philosophique», n. 2, 1950;

- Spinoza et Pascal, in «Annales de la Faculté des Lettres d'Aix» , 1950;

- Remarques sur le vers baudelairien, in «Revue de la Méditerranée», 1951;

- L'ironie leonardesque, in «Les Etudes philosophiques», 1952, n. 3;

- Le portrait littéraire, in «Revue de la Méditeranée», Maggio-giugno 1952;

- L'idéalisme neo-platonicien de Berkeley, in «Les Etudes philosophiques», n. 3, 1953;

- Réflexions critiques sur l'art de la con versation, in «Revue de la Méditerranée», 1954;

- L'esthetique du Jugement, in «Les Etudes philosophiques», n. 1, gennaio-marzo 1955.

Quest'ultimo scritto è un inedito pubblicato nel numero di «Les Etudes philosophiques» quasi integralmente dedicato a Segond in occasione della sua morte. «Les Etudes philosophiques», diretto all'epoca da Gaston BERGER, significativo filosofo che si è occupato di estetica solo marginalmente, è un'interessante rivista, a cura delle Università di Aix-Marseille, Alger, Bordeaux, Montpellier e Toulouse. Un gruppo di Università quindi del Sud della Francia e tradizionalmente d'impostazione cattolica. E' del resto la «cattolicità di fondo» ciò che differenzia in modo piu evidente il pensiero di SEGOND rispetto allo «spirito laico» degli estetologi parigini a lui contemporanei.

Sul citato numero di «Les Etudes philosophiques» dedicato a SEGOND rileviamo, di maggior interesse, i seguenti contributi:

- J. BEUCHET, Esthétique et psychologie, pp. 18-29;

- C. CAPRIER, Le «Virtuel» chez Segond, pp. 31-34;

- C. DEVIVAISE, La pensée religieuse de Segond, pp. 35-44;

- J. MARGOT-DUCLOT, Dialectique et ironie chez J. Segond, pp. 48-50:

- I. MOURRAL, Un enseignement «cathartique», pp. 53-62;

- H. PORTALIER, La «naiveté» de Segond, pp. 63-72;

- J. VIALATOUX, La leçon de psychologie du philosophe J. Segond, pp. 77-88;

- M. WENCELIUS, La conscience du corps dans la psychologie de Segond, pp. 89-94.

L'estetica scientifica francese, sviluppando gli insegnamenti della seconda metà dell'Ottocento e di TAINE nei settori della psicologia e della sociologia, sviluppa con Charles LALO e Henri DELACROIX delle vere e proprie teorie estetiche fondate su queste scienze.

Charles LALO (1877-1953), fondatore della «Revue d'esthétique» e della Società francese di Estetica, è una delle figure più significative dell'estetica francese del Novecento. Sulla sua opera, oltre naturalmente a quanto è detto nelle storie collettive dell'estetica francese, si possono vedere i seguenti testi:

- «Revue d'esthétique»,VI, aprile-giugno 1953: integralmente dedicata al suo pensiero, in occasione della morte, con articoli di JAMATI, WAROQUIER, MUNRO, LAMEERE. FERCHAULT, KRAFFT, FERNEGU, ROSEN, VEINSTEIN, BAYER (particolarmente importante, dal titolo La méthode socio-esthétique de Ch. Lalo, pp. 137-141), SOURIAU (altro importante contributo, dal titolo: La place de Ch. Lalo dans l'esthétìque contemporaine, pp. 183-198)

- COSSU Maria, Il pensiero estetico di Ch. Lalo, Cagliari, Edizioni Sarde, 1965 (contiene una bibliografia ricca ed aggiornata);

- A. VEINSTEIN, Ch. Lalo lectures, in «Journal of Aestetics and Art criticism», 1949, n. 7, pp. 35 5-64;

- R. PASSERON, C. Lalo et la scicnce de l'art, in «Journal de Psychologie», n. 5, aprile-giugno 1965, pp. 163-177;

- Inoltre molte recensioni ai suoi volumi e i necrologi apparsi sulle principali riviste internazionali di filosofia nelle annate 1952-53. Fra le recensioni segnaliamo:

- G. PICON, Recensione a L'art pres de la vie, in «Revue d'esthétique», I, gennaio-marzo 1948, pp. 90-3;

- R. BAYER, Recensione a L'art et la vie, in «Revue d'esthétique» I, aprile-giugno 1948, pp. 2 10-2;

- J. KRAFFT, L'économie des passìons, in «Revue d'esthétique», II, gennaio-marzo 1949, pp. 105-7;

- I. MEYERSON, C. Lalo, in «Journal de Psychologie», 1953, pp. 382-84.

La sua opera spazia dall'estetica generale all'estetica musicale e alla critica letteraria sempre partendo da basi sociologiche o psicologiche. Diamo l'elenco completo dei libri ed alcuni fra i più significativi saggi su riviste varie:

- L'esthétique expérimen tale contemporaine, Paris, Alcan, 1908 (dedicato all'estetica di Fechner);

- Eléments d'une esthétique musicale scientifique, Paris, Vrin, 1908;

- Les sentiments esthétiques, Paris, Alcan, 1910;

- Introduction a l'esthétique, Paris, Colin, 1912;

- L'art et la vie sociale, Paris, Doin, 1912;

- L'art et la morale, Paris, Alcan, 1922;

- La beauté et l'instinct sexuel, Paris, Flammarion, 1922;

- Eléments d'esthétique, Paris, Vuibert, 1930;

- L'expression de la vie dans l'art, Paris, Alcan, 1933;

- L'art loin de la vie, Paris, Vrin, 1939;

- L'art et la vie (tome I: L'art pres de la vie; tome II: Les grandes évasions esthetiques; tome III: L'économie de Passions), Paris, Vrin, 1946-7;

-Notions d'esthétique, Paris, P.U.F., 1948;

-L'esthétique du rire, Paris, 1948 (trad. it., Estetica del ridere, Milano, Viale, 1954).

In collaborazione con la moglie Anne Marie:

- La faillite de la beauté, Paris, Michel, 1923;

- La femme ideal, Paris, Savel, 1947.

Gli articoli riprendono in gran parte le tematiche già trattate nella ricca opera in libri compiuti. Tuttavia i seguenti sono particolarmente importanti:

-Le sens esthétique, in «Revue philosophique», maggio-giugno 1908;

-Programme d'ue esthétique sociologique, in «Revue philosophique», XVIII, n. 1,1914., pp. 40-51;

-Le coscient et l'inconscient dans l'inspiration, in «Journal de psychologie», 1926;

-Promesses et carences de l'esthetique bergsonienne, in «Revue de Métaphysique et de Morale», 1942;

- Les étapes de l'esthétique structurale, in «Revue philosophique», 133, 1942-1943 luglio-dicembre, pp. 10-33;

- L'esthétique musicale, in AA.VV., La musique, Paris, Larousse, 1946;

- L'analyse esthetique de l'oeuvre d'art, in «Journal de psychologie», luglio-settembre 1946;

- Esthétique et psychologie des peuples, in «Revue psychologique des peuples», novembre 1948, n. 4, pp. 339-65;

- Méthodes et objets de l'esthétique sociologique, in «Revue internationale de Philosophie», gennaio 1949, n. 3, pp. 5-41;

- La jeunesse et les revolutions artistiques, in «Revue d'esthétique», II, Aprilegiugno, 1949, pp. 117-41;

- The aesthetic analysis of a work of art, in «Journal of Aesthetic and Art criticism», 1949, n. 7, pp. 275-95;

- L'age optimum des mutations maitresses dans l'histoire des arts, in «Revue d'esthétique», III, aprile-giugno 1950, pp. 117-45;

- Les structures maitresses de la beauté industrielle, in «Revue d'esthétique», IV, luglio-dicembre 1951, pp. 252-92;

- Classification structurelle des Beaux Arts, in «Journal de Psychologie», gennaio 1951;

LALO è anche autore di molte recensioni, fra le quali segnaliamo come particolarmente significative quelle che si riferiscono ai seguenti volumi:

- A. VILLIERS, Prostitution de l'acteur (Paris, 1946), in «Revue d'esthétique», I, gennaio-marzo 1948, pp. 102-4;

- G. FERCHAULT, Introduction a l'esthétique de la melodie (Paris, 1946), in «Revue d'esthétique», I, gennaio-marzo 1948, pp. 99-102;

- E. SOURIAU, La correspondence des arts, in «i Journal de Psychologie», ott.dicembre 1948, pp. 512-16;

- G. BACHELARD, La terre et les rêveries de la volonté, in «Revue d'esthétique», I, luglio-settembre 1948, pp. 32 1-23;

-G.BRELET, L'interpretation creatrice, in «Revue d'esthétique», V, aprile-giugno 1957, pp. 212-216;

-B. CROCE, La poèsie, ivi, pp. 221-24;

-G. DELFEL, L'esthétique de Mallarmé (Paris, Flammarion, 1952), in «Revue d'esthétique», VI, gennaio-marzo 1953, pp. 108-11.

Ugualmente interessante per l'estetica francese l'opera dello psicologo Henri DELACROIX (1873-1937), la cui opera, nella sua generalità, riguarda solo marginalmente l'estetica. Tuttavia alcuni suoi contributi possono senz'altro essere considerati fondamentali per l'estetica contemporanea. Della sua opera ricordiamo innanzitutto:

-Psychologie de l'art, Paris, Alcan, 1927;

-Le sentiment esthétique, in G. DUMAS, Traité de psychologie, II voi., Paris, Alcan, 1924;

Inoltre:

-L'art et la vie interieure, in «Revue de Métaphysique et de Morale», X, 1902;

-Etude d'histoire et psychologie du mysticisme, Paris, Alcan, 1908;

-La psychologie de Stendhal, Paris, Alcan, 1918;

-Varieties of Aesthetic Experience in the problem of Aesthetic, in AA.VV., L'ideal chretien du sage antique au citoyen moderne, Paris, Colin, 1921;

-L'analyse psychologique de lafonction linguistique, Oxford, Clarendon Press, 1922;

-La religion et la foi, Paris, Alcan, 1922;

-Le langage et la pensée, Paris, Alcan, 1930 (volume nel piano del Traité de psychologie a cura di DUMAS ma pubblicato autonomamente per quanto riguarda la veste editoriale);

- L'enfant et la langage, Paris, Alcan, 1934 (vedi nota sopra);

Inoltre i seguenti contributi al Nouveau Traité de psychologie di G. Dumas (Paris, Alcan):

-L'association des idées, vol. IV, 1934, pp. 137-160;

-La croyance,vol. V,pp. 185-198;

-Le langage, ivi, pp. 143-184;

-Les souvenirs, ivi, pp. 305-404;

-Les sentiments esthétiques et la génie, in G. DUMAS, Nouveau traité de psychologie, tome VI, Paris, P.U.F., 1937.

Sul pensiero estetico di H. DELACROIX si veda:

-D. FORMAGGIO, Arte e tecnica, in «Vita giovanile», I, n. 3, 1938;

- D. FORMAGGIO, Delacroix di fronte al problema dell'arte, in «Corrente di vita giovanile», II, n. 21, 1939;

- P. FOULQUIE, La psychologie contemporaine, Paris, 1951.

A partire dal libro di Feldman si usa situare l'opera di ALAIN (1868-1951), pseudonimo di Emile CHARTIER, nell'ambito della cultura positivista, anche se, in verità, i suoi lavori risentono di molti e diversi intiussi, in primo luogo cartesiani e romantici. Malgrado ciò ALAIN non è un eclettico ma un pensatore che, nell'incapacità culturale di costruire un compiuto sistema, non rinuncia ad una profonda unità, che percorre tutta la sua foltissima produzione scientifica. Coetaneo di Gide, Valéry e Claudel (con i quali ha non pochi punti di contatto) è anche un grande maestro di intere generazioni di filosofi: Sartre, MerleauPonty e Dufrenne lo ebbero professore al liceo Henri IV di Parigi. Ma l'affetto e l'ammirazione per questo grande insegnante (e, forse, grande filosofo o meglio 'scrittore etico', 'saggista' nel senso nobile di Montaigne) si sono concretizzati nella pubblicazione, dal 1954 al 1972, di 32 numeri del «Bulletin de l'Association des amis d'Alain», fondamentali per gli studi che contengono sul suo pensiero. Nel gennaio 1966 è stato anche pubblicato il primo Annale dell'Association des Amis d'Alain.

Per la bibliografia dei suoi numerosissimi lavori si veda:

- S. DEWIT, Alain, essai de bibliographie 1893-juin 1961: Bruxelles, Commission belgique de bibliographie. 1961;

- G. WITTOUK, Bibliografia cronologica delle opere di Alain, in ALAIN, Cento e un ragionamenti, a cura di S. Solmi, Torino, Einaudi, 1975;

La bibliografia di Alain presenta in venita non poche difficoltà di compilazione. Egli infatti è autore di numerosi e brevissimi propos che, pubblicati in rivista, vanno poi a far parte di uno o, più spesso, di più libri. I propos sono stati infatti radunati più volte ed in modo diverso, cosicchè molte opere sono fra loro simili ma nessuna è identica. Inoltre molti lavori di Alain sono pubblicati con il vero nome, Chartier, o con un altro pseudonimo (CRITON) e riguardano disparatissimi campi (filosofia, estetica, pedagogia, politica, religione, storia). Di questa gran mole di scritti faremo una scelta «critica» privilegiando, ovviamente, quelli di estetica.

Degli scritti di ALAIN segnaleremo qui la data della prima edizione avvertendo che, per ciascuno di loro, sono state pubblicate diverse edizioni. Numerosissime sono inoltre le antologie, fra le quali:

-Propos, a cura di A. Maurois, Paris, Gallimard, 1956;

-Morceaux Choisis, Paris, Gallimard, 1960;

-Les passions et la sagesse, Paris, Gallimard, 1960;

-Les arts et les dieux, Paris, Gallimard, 1961;

-L'autre, Lyon, 1963;

-Les propos, a cura di J. Miquel, Paris, Ed. de la pensée moderne, 1967;

- Propos Il, Gallimard, 1970;

-Cento e un ragionamenti, a cura di 5. Solmi, Torino, Einaudi,1975;

Inoltre:

-Salut et fraternité. Alain et R. Rolland, lettere e testi presentati da H. Pe-I tit, Paris, Michel, 1968;

-Humanités, a cura di L. Savin, Paris, P.U.F., 1960 (contiene testi e articoli, pubblicati dal 1932 al 1949);

-Portraits de famille, Paris, Mercure de France, 1961 (è una raccolta di scritti autobiografici);

- G. GONTIER, Alain à la guerre, préface di A. Maurois, Paris, Mercure de France,. 1968 (contiene numerose lettere inedite di Alain).

Veniamo ora ai lavori «originari» di ALAIN

- Sur la mémoire, in «Revue de Métaphysique et de Morale», VI, nn. 1-2-3, 1898;

- Valeur morale de la joie, in «Revue de Métaphysique et de Morale», VII, settembre 1899, pp. 759-64;

-Le problème de la perception, in «Revue de Métaphysique et de Morale», VIII novembre 1900, pp. 745-54;

- Spinoza, Paris, Delaplane, 1901;

- Sur les perceptions du taucher, in «Revue de Métaphysique et de Morale», X, luglio 1902, pp. 409-21;

- Propos d'un Normand, in «D'epéche de Rouen et de Normandie» dal 6 febbraio 1906 al 1 settembre 1914; sono 3098 e sono stati ripresi in moltissime opere di Alain stesso, praticamente in tutte le varie raccolte di Propos fra cui Mars ou la guerre jugee pubblicato nel citato Les Passions et la sagesse;

- Sistema delle arti, a cura di B. del Fabbro, Milano, 1948 (scritto nel 1917, pubblicato in Francia nel 1931);

-Propos sur l'esthétique, Paris, P.U.F., 1959;

-Propos sur le christianisme, Paris, Rieder, 1924;

-Eléments d'une doctrine radicale, Paris, Gallimard, 1925;

-Propos sur le bonheur, Nimes, Fabre, 1925;

-Sentiments, passions et signes, Paris, Lesage, 1926;

-Le citoyen contre lespouìoirs, Paris, Sagittaire, 1926;

-Esquisse de l'homme, Paris, Helleu et Sergent, 1927;

-Etude sur Descartes, in R. DESCARTES, Discours de laméthode, Paris, Crès, 1927;

-Les sentiments familiaux, Paris, 1927;

- Opinions sourdes, in «La revue des vivants», marzo 1928. n. 3;

-Sur le Trqité des Passions, in Spinoza, Traité des passions, Paris, Jonquieris, 1928;

-Reniarques sur l'Art de conna [tre les Autre et Sui, in «La psychologie et la vie», III, gennaio 1929, pp. 3-10;

- Venti lezioni sulle Belle arti, a cura di D. Formaggio, Roma, Ateneo, 1953, (in Francia nel 1929);

-La conscience morale, Paris, P.U.F., 1964 (corso tenuto al collegio Sevigné nel 1931);

-Entretiens au bord de la mer. Recherche de l'entendement, Paris, Gallimard, 1931;

-Propos de littérature, Paris, Hartmann, 1933;

-Le langage de J.S. Bach, in «La revue musicale», dicembre 1932;

-Propos sur l'éducation, Paris, Rieder, 1932;

-Propos de politique, Paris, Rieder, 1934;

- Les dieux, Paris, Gallimard, 1934;

-En lisant Balzac, Paris, Martinet, 1935;

-Histoire des mes pensées, in Les Arts et les dieux, cit., p. 1-123;

-Les saisons de l'esprit, Paris, Gallimard, 1937;

-Préliminaire a l'esthétique, Paris, Gallimard, 1939;

-Mìnerve ou de la sagesse, Paris, Hartmann, 1939;

-Convulsions de force, Paris, Gallimard, 1939;

-Echec de la force, Paris, Gallimard, 1939;

- Vues sur le théatre, in «La nouvelle revue française», dicembre 1940;

-En lisant Dickens, Paris, Gallimard, 1945;

-Humanités, Paris, Méridien, 1946;

- Esthetique, in «Mercure de France», CCCII, febbraio 1948, n. 1014, pp. 282-287;

- G. Sand, in «Mercure de France», CCCIII, agosto 1948, n. 1020;

-A trapers Balzac, in «Mercure de France», CCCX, novembre 1950, n. 1047;

-Les difficultés de la phénoménologie de Hegel, in «Mercure de France», nn.1009 e 1011, 1947;

- Préface a toute sociologie, in «Les lettres nouvelles», IV, giugno 1956;

- Difficultés de Kierkegaard, in «La table ronde», novembre 1955;

-Imagination in the Novel, in AA.VV., The Dickens Critics, New York, 1961, pp.171-79;

- Cahiers de Lorient, Paris, Gallimard, 1964;

- Le roi Pot. Cronique de l'autre regne, Paris, Gallimard, 1959;

-Etudes, Paris, Gallimard, 1968.

Può essere utile infine elencare gli scritti inediti o difficilmente reperibili contenuti nella citata antologia Les arts et les dieux:

-Entretiens chez le sculpteur (1934); La visite au musicien (1921); Lettres au Docteur Mondor (1923); Stendhal (1934); Preliminaires à la mythologie (1932); Les dieux (1933).

Ricordiamo poi i «commentari» di Alain alle opere di un artista a lui molto vicino, VALERY:

- La jeune parque, Paris, Gallimard, 1954;

- Charmes, Paris, Gallimard, 1964.

Molto interessanti anche le lettere e l'epistolario di Alain, in gran parte pubblicato nei vari numeri del «Bulletin», che rimane la fonte primaria per qualsiasi studio sul suo pensiero. In altre sedi sono stati però pubblicati:

- Correspondance avec Péguy, in «Estuaries», n. 3, pp. 4-16;

- Polemique avec G. Bernanos, in «Dèpêche de Rouen et de Normandie», 1913, su questa polemica si veda anche:

- P. SENART, Bernanos et Alain, in «La table ronde», n. 164, settembre 1961, pp. 99-104.

Su ALAIN è necessario in primo luogo vedere le introduzioni alle citate raccolte di Propos e tutti i bollettini degli amici di Alain. Ricordiamo inoltre, fra i vari scritti a lui dedicati:

- AA.VV., Hommage à Alain, numero speciale del «Mercure de France», n. 1060, dicembre 1951;

- AA.VV., Hommage à Alain, numero speciale della «Nouvelle Revue française», settembre 1952 (con articoli di Paci, Solmi, Canguilhem, ecc.);

- P. FOULQUIE', Alain, Paris, 1952;

- G. CANGUILHEM, Réflexions sur la critique artistique selon Alain, in «Revue de Métaphysique et de Morale», n. 1, 1952, pp. 171-186;

- H. MONDOR, Alain, Paris, Gallimard, 1953;

- D. FORMAGGIO, L'estetica di Alain, in Alain, Venti lezioni sulle Belle Arti, Roma, 1953;

- L. EMERY, Piccola Morena, Bologna, Cappelli, 1958;

- C. CARBONARA, L'arte e le arti secondo Alain, Napoli, Libreria scientifica, 1959;

- G. BENEZE, Généreux Alain, Paris, P.U.F., 1962;

- A. MAUROIS, Alain, Paris, Gallimard, 1963;

- B. HALDA, Alain, Paris, P.U.F., 1965;

-G. PASCAL, L'idée de philosophie chez Alain, Paris, Bordes, 1970;

- G. HYPPOLITE, Figures de la pensée philosophiques, Paris, P.U.F., 1971, pp. 513-564;

-S. SOLMI, Il pensiero di Alain, Pisa, Nistri-Lischi, 1976;

Molto vicino al pensiero del coetaneo ALAIN è, per alcuni tratti, il poeta Paul VALERY (1871-1945), negatore della scientificità dell'estetica ma autore al II Congresso Internazionale di Estetica e Scienza dell'arte di Parigi nel 1936, dell'importantissimo discorso sull'estetica e, suo malgrado, autore di saggi sull'arte che si può definire soltanto estetici.

Come la sua opera poetica anche quella saggistica è racchiusa in poche centinaia di dense (e bellissime a volte) pagine, facilmente consultabili in

- Ouvres, 2 volumi, Paris, Gallimard, 1957 (Collezione «La Pleiade»).

In particolare, le seguenti singole opere interessano in modo specifico il nostro discorso (elencate in ordine di creazione):

- Variétés (vari volumi di scritti di date diverse; è qui contenuto l'importantissimo Introduction à la méthode de Leonardo de Vinci (del 1894, con le successive integrazioni) (trad. it. parziale, Varietà, Milano, Rizzoli, 1971);

- Monsieur Teste (1926-27) (tr.it. Milano, Saggiatore, 1980)

- Dialogues:

- Eupalinos ou l'Architecte (1921);

- L'ame et la danse (1921-23);

- L'idée fixe ou deux hommes à la mer (1932);

- Dialogue de l'arbre (1943);

- Mon Faust (Ebauches) (1944);

- Regards sur le monde actuél at autres essais (1931-1945);

- Pieces sur l'art (1931-34) (tr.it., Milano, Guanda, 1984);

- Mauvaises pensées et autres (1941-42);

- Histoire brisées (1950).

Per una completa bibliografia su Valéry si veda la citata edizione delle la Oeuvres e inoltre:

- R. DAVIS-R. SIMONSON, Bibliographie de Paul Valéry (1895-1925), Paris, 1926;

- H. TALVART, Bibliographie de P. Valéry, in «La fiche bibliographique française», nn. 386-39 5 e 402-403;

- G. KARAISKAKIS, Bibliographie des ouvres de P. Valéry de 1889 à 1965, Paris, Blaizot, 1976;

- H.P. THIEME, Bibliographie de la littérature française de 1800 à 1930, Paris, Droz, 1933;

- S. DREHER-M. ROLLI, Bibliographie de la littérature française 1930-39, Paris, Droz, 1948.

Dei vari scritti su Valéry segnaliamo quelli che riguardano in particolare il suo pensiero sull'arte.

Molti i volumi interamente a lui dedicati:

- T. BOSANQUET, Paul Valéry, London, Hogarth Press, 1933;

- A. MAUROIS, Introduction à la méthode de P. Valéry, Paris, Cahiers libres, 1933;

- E. GOUIRAN, Valery et le problème de la creation poétique, Cordoba, 1934;

- R.P. GILLET, Valery et la métaphysique, Paris, Flammarion, 1935;

- J. de LATOUR, Examen de P. Valéry, Paris, Gallimard, 1935;

- S. DRESDEN, L'artiste et l'absolu: P. Valery et M. Proust, Assen, Van Gorcun, 1941;

- E. RIDEAU, Introduction à la pensée de P. Valéry, Bruges, Desclée de Brouwer, 1944;

- J.H. PARIZE, Essais sur la pensée et l'art de P. Valery, Bruxelles, Masse, 1946;

- A. GIDE, P. Valéry, Paris, Domat, 1947;

- R.A. PELMONT, Valéry et les Beaux Arts, Harvard University Press, Cambridge, 1949;

-M. BEMOL, P. Valéry, Paris, 1949;

- W.P. ROMAIN, P. Valéry, le poéme, la pensée, Paris, Globe, 1951;

- M. BEMOL, Variations sur Valery, Sarrebruch, 1952;

- M. DOISY, P. Valéry: intelligence et poésie, Paris, Le Cercle du livre, 1952;

- E. SEWELL, P. Valéry. The Mind in the Mirror, New Haven, 1952;

- J. HYTIER, La poétique de Valery, Paris, Colin, 1953;

- F.E. SUTCLIFFE, La pensée de Valéry, Paris, Nizet, 1955;

- J. CHARPIER, P. Valéry, Paris, Seghers, 1956;

- L. J. CAIN, Trois essais sur Valery, Paris, Gallimard, 1958;

- A. BERNE-JOFFROY, P. Valéry, Paris, Gallimard, 1960;

- M. BEMOL, La méthode critique de P. Valéry, Paris, Nizet, 1960;

- E. GAEDE, Nietzsche et Valéry: essai sur la comédie de l'esprit, Paris, Gallimard, 1962;

- F. PIRE, La tentation du sensible chez P. Valéry, Paris, Renaissance du livre, 1964;

- C.M. CROW, Valéry: Consciusness and Nature, London, Cambridge UP, 1972;

- R. VIRTANEN, L'imagerie scientifique de Valéry, Paris, Vrin, 1975;

- I. GHEORGE, Les images du poéte et de la poesie dans l'ouvre de Valery, Paris, Minard, 1977.

E' inoltre utile consultare i seguenti testi che dedicano alcune loro parti al pensiero di Valéry e che possono, a vario titolo, essere utili per comprendere vari aspetti dell'estetica francese nei suoi rapporti con Valéry:

- S. SOLMI, La salute diMontaigne e altri saggi, Firenze, Le Monnier, 1942;

- J. WAHL, Poésie, pensée, perception, Paris, Calman-Lévy, 1948;

- K. GILBERT, Aesthetics studies: architecture and poetry, Durham, Duke University Press, 1952;

- J.G. KRAFFT, Essai sur l'esthétique de la prose, preface de Ch. Lalo, Paris, Vrin, 1952;

- P. GINESTIER, La poéte et la machine, Paris, Nizet, 1954.

- E. PACI, Relazioni e significati, Milano, Lampugnani-Nigri, 1966.

Interessante anche notare l'attenzione nei confronti di Valéry (anche se spesso polemica) da parte di Julien BENDA, autore di Bélphégor, feroce libretto anti-bergsoniano, ed interessante figura dell'estetica francese. Si vedano:

- J. BENDA, La France byzantine ou le triomphe de la littérature pure, Paris, Gallimard, 1945;

- J. BENDA, Du poétique, Gèneve-Paris, Trois collines, 1946;

Sul concetto di ispirazione in Valéry è anche interessante vedere:

- M. DUFRENNE, Le poétique, Paris, P.U.F., 1963.

Numerosi anche i saggi o i contributi critici in varie riviste:

- T.S. ELIOT, A brief Introduction to the Method of P. Valéry, in P. Valéry, The serpent, London, Cobden, 1924;

- M. BEMOL, Goethe et Valérv, in «Revue de litérature comparé», luglio-settembre 1947;

- M. BEMOL, P. Valér et l'esthétique, in «Revue d'esthétique», I, n. 4, ottobre-dicembre 1948;

- M. BEMOL, P. Valéry et la critique littéraire, in «Revue d'esthétique», VII. n. 4, ottobre-dicembre 1954, pp. 366-77;

- M. BEMOL, La répresentation imagée de l'esprit et l'expression de l'inexprimable, in «Revue d'esthétique», XV, n. 2, aprile-giugno 1962, pp. 139-65;

- L. AGUETTANT, Les dialogues de P. Valéry, in «La revue critique des idées et des livres», 25 agosto 1923;

- H. MASSIS, P. Valéry et sapensée, in «La Roseau d'or», 1926;

-J. PREVOST, La pensée de P. Valéry, in «Cahiers du Capricorne», n. 6, 1926;

- H. BREMOND, Pascal et Valéry, in «Revue de France», dic. 1928;

- A. TILGHER, L'esthétique de P. Valérv, in «Grande Revue», ott. 1932;

- J. WAHL, Sur la pensée deP. Valéry, in «Nouvelle Revue Française», settembre 1933;

- C. ESTEVE, Le «moi» selon Proust, Valéry et Gide, in «Cahiers du Sud», febbraio 1939;

- L. LAVELLE, La philosophie et l'intellectualisme de P. Valéry, in «Le Temps», 24 febbraio 1942;

-E. NOULET, Bergson et Valéry, in «Lettres françaises», gennaio 1942;

- J. HIPPOLYTE, Notes sur P. Valéry et la crise de la conscience, in «La vie intellectuelle», marzo 1946;

- J. BENDA, Le cas Valéry, in «Fontaine», maggio 1947;

- B. CROCE, P. Va/éry e Goethe, in «Quaderni della Critica», novembre 1949;

- B. CROCE, L'estetica di Valéry, in «Lo spettatore italiano», ottobre 1950;

- M. PASTOREAU, Des influences dans la poésie surrealiste de Breton, in AA.VV., Breton, Paris, 1950;

- M. BEMOL, La méthode dans les sciences selon Valéry, in «Biologica», gennaio 1952;

- F.L. SUTCLIFFE, Hegel et Valéry, in «French studies», gennaio 1952;

- T.W. ADORNO, Der Artist als Statthalter. Zu Valéry's Degas Buch, in «Merkur», novembre 1953 (tr. it. in Note per la letteratura, I, Torino, Einaudi, 1979);

- R. HUYGHE, Leonard de Vinci et P. Valéry, in «Gazette des Beaux Arts», ottobre 1953;

- R. MEYER, Descartes, Valéry, Husserl, in «Hamburger Akademische Rundschau», n. 3, 1958;

- F. MEYER, La métaphysique de P. Valéry, in «Cahiers du Sud», gennaio 1958.

Interessante l'analisi di A.T. TYMINIECKA, Esquisse de phénoménologie de l'interiorité créatrice iilustrée par les textes poétiques de P. Valéry, Paris Louvain, 1972.

Si veda infine:

- V. SOMENZI, Arte e conoscenza in P. Va/éry, in «Sigma», n. 2, 1948;

- F. FOSCA, De Diderot à Valéry. les ecrivains et les arts visuels, Paris, Michel, 1960.

Henri FOCILLON (1881-1943) fu professore di Storia dell'arte medievale1 alla Sorbona e si occupò di estetica solo marginalmente, anche se con risultati di primissimo piano. La sua produzione è infatti interamente dedicata alla storia dell'arte, sia con biografie di artisti (Cellini, Raffaello, Hokusai, Rembrandt, Piranesi, Piero della Francesca, artisti dell'arte buddista) sia con grandi e penetranti sintesi dell'arte medievale sia con saggi sulla pittura dell'Ottocento e del' Novecento. Il suo unico vero e proprio lavoro di estetica è:

- Vie des formes, Paris, Leroux, 1934 (tr. it., Milano, 1945).

Può essere utile, anche se si occupa di storia dell'arte, e in particolare delle «arti minori», il volume Technique et sentiment, Paris, Laurens, 1919.

Sulla sua vasta opera di storico dell'arte si veda la completa bibliografia di L.GRODECKI, Bibliographie d'Henri Focillon, New Haven - London, Yale University Press, 1963.

Sul suo pensiero estetico si veda:

- H. LAURENT, Un grand théoricien de l'art: H. Focillon, in «Accadémie royale de Belgique - Annales», XXIII, 1940, pp. 7 1-84;

- A. LABARTHE, H. Focillon, in «La France libre», V, marzo 1943, pp 321-22;

- I. MARITAIN, H. Focillion, in memoriam, in «Renaissance» gennaio-marzo 1943, pp. 5-6;

- G. OPRESCU, Un grand historien de l'art amis des Roumains: H. Focillon, Bucarest, Imprimerie Nationale, 1944;

- Numero interamente dedicato a FOCILLON della «Gazette des Beaux-Arts», XXVI, 1944 (apparsa però, a causa della guerra, nel 1947);

- P. LAVEDAU, Focillon Henri, francese, grande storico dell'arte, in «Phoebus», 1946, 1, 1, pp. 35-6;

- V. MARIANI, H. Focillon e l'arte del suo tempo, in «L'Italia che scrive» ,giugno 1957, pp. 106-8;

- D. FORMAGGIO, Studi di estetica, Milano, Renon, 1962, pp. 278-281;

- E. CASTELNUOVO, Prefazione, a H. Focillon, Scultura e pittura romanica in Francia, Torino, Linaudi, 1972, p. XV-XX VI;

Sulla Vie des formes in particolare:

- N. VOROBIOW, Zur Neubegründung des Formalismus, in «Kritische Berichte» V, 1932-33, pp. 40-65;

- G. PAULSSON, Konsthistoriens Föremal, Uppsale, 1943, pp. 49 sg.

Per gli influssi di Focillon sulla critica strutturalista si veda:

- A. EMILIANI, Nota al lettore, in H. Focillon, Grandi maestri dell'incisione, Bologna, 1965;

- A. CHASTEL, Focillon oggi, ivi;

- M. CALVESI, Saggio introduttivo a H. Focillon, Piranesi, Bologna, 1968;

Si veda anche il necrologio di G. Kubler, in «College Art Journal», IV, 1945, pp. 7 1-74.

Una delle maggiori figure dell'estetica francese del Novecento è senz'altro Raymond BAYER (1898-1959), fondatore della «Revue d'esthétique» e principale teorizzatore del «realismo operativo» come metodo per l'estetica scientifica.

E' autore di numerose opere:

-L'esthétique de la grâce, 2 vol., Paris, Alcan, 1934;

- Leonard de Vinci, Paris, Alcan, 1934;

- Essais sur la mèthode en esthétique, Paris, Flammarion, 1953;

-Epistémobogie et logique depuis Kant jusqu'a nos jours, Paris, P.U.F., 1954;

-Traité d'esthétique Paris, Colin, 1956;

-Histoire de l'esthétique, Paris, Colin, 1961;

-L'esthétique mondiale au XX siècle, Paris, P.U.F., 1961;

-Entretiens sur l'art abstrait, Gèneve, Cailler, 1965.

Per una bibliografia completa degli scritti di BAYER si veda:

- U. ECO, Rendiconto bibliografico su R. Bayer in «Filosofia», n. 4,1954;

- Hommage a R. Bayer - «Revue d'esthétique», n. 2, 1960. Fra i vari articoli di BAYER ricordiamo:

- La méthode esthétique objective et l'investigation psycho/ogique, in «Actes du VIII Congrès international de Philosophie», Prague;

- La grâce et les arts, in «Annales de l'Université de Paris», gennaio-febbraio 1935;

- La signification psychologique des modalités du beau, in «Journal de psychologie», n. 1, 1935;

- La sensibilité esthétique, in AA.VV., La sensibilité, Paris, Alcan, 1938;

-Portrait psychologique de l'adolescent, in AA.VV., L'enseignement technique, Paris, 1941;

-Le problème des elités, in «Revue de l'enseignement technique», giugno-luglio1941;

-La récent psychobogie de Piaget, in «Revue de Métaphysique et de Morale», n. 1, 1941;

- Etude sur la récent esthetique de Ch. Lalo, in «Revue philosophique», 134, luglio-stettembre 1944, pp. 270-280;

- Observation liminaire sur la filmologie, prefazione a G. COHEN-SEAT, Essai sur les principes d'une philosophie du cinéma, Paris, P.U.F., 1946;

- Le cinéma et les études humaines, in «Revue internationale de filmologie», luglio-agosto 1947;

- De la nature de l'humor, in «Revue d'esthétique», ottobre-dicembre 1948,

- Esthétique et dialectique, in «Dialectica», 1948;

- L'age des valeurs, in «Revue d'esthétique», ottobre-dicembre 1949;

- L'emotion tragique, in «Actes du I Congrès international de philosophie de Mendoza», 1949;

- La farce et la pensée judicatoire, in «Revue d'esthétique», luglio-dicembre1950;

- L'esthétique française d'aujourd'hui, in Activité philosophique contemporaine en France etaux Etats-Unis, a cura di M. Farber, Paris, P.U.F., 1950;

- La musique italienne de la Renaissance, in AA.VV., Pensée humaniste et tradition chrétienne aux XVet XVI siècles, Paris, 1950;

- L'esthétique en France de 1938 au 1948, in «Actualites scientifiques industrielles», 1950;

- Merleau-Ponty's Existentialism, in «The University of Buffalo Studies», vol. 19, n. 3, settembre 1951;

- Les idées directrices de l'esthétique d'E. Souriau et l'instauration philosophique, in AA.VV., Melanges Souriau, Paris, Nizet, 1952;

- La lumiére de Leonard, in «Les nouvelles littéraires», aprile 1952;

- Essence du rythme, in «Revue d'esthétique», ottobre-dicembre 1953;

- La méthode socio-esthétique de Ch. Lalo, in «Revue d'esthétique», aprile-giugno 1953;

- Intention spiritueille et intention formelle dans l'art abstrait, in «L'age nouveau», n.91, marzo 1955;

- De l'art primitif à l'art classique, in AA.VV., Melanges Jamati, Paris, C.N.R.S., 1956;

- Principes d'une esthétique radiophonique, in «Cahiers d'etudes radiophoniques», n. 13, 1957;

- L'évolution de l'intelligence et les formes modemes de la dialectique, in «Dialectica», XI, nn. 3-4, ottobre-dicembre 1957;

- Structure du drame, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1960;

- Une profession de foi philosophique, in «Revue d'esthétique», n. 2, 1960.

Fra le recensioni scritte da BAYER segnaliamo quelle ai seguenti volumi:

- E. SOURIAU, La correspondance des arts, in «Revue d'esthétique», n. 2, aprile-giugno 1948, pp. 212-16;

- P. SERVIEN, Science et poésie, in «Revue d'esthétique», n. 4, ottobre-dicembre 1949, pp. 447-8;

- G. BRELET, Esthétique et creation musicale, in «Revue d'esthétique», n. 4, ott.-dic. 1952, pp. 441-443.

Fra gli scritti su BAYER ricordiamo (oltre al già citato numero della «Revue d'esthétique» a lui integralmente dedicato con contributi di Souriau, Dufrenne, Jamati, ecc.):

- P. GINESTIER, Recensione a Essais sur la methode en esthétique, in «Revue d'esthétique», VII, aprile-giugno 1954, pp. 2 14-16;

- P. GINESTIER, Recensione al Traité d'esthétique, in «Revue d'esthétique», IX, ottobre-dicembre 1956, pp. 437-40;

- U. ECO, L'estetica di Bayer: la cosa e il linguaggio (1960) in U. ECO, La definizione dell'arte, Milano, Garzanti, 1978, pp. 79-101;

- P. GINESTIER, Raymond Bayer, in «Giornale di Metafisica», 1960, pp. 42-49;

- M. PERIGORD, Autour d'une phi/osophie con temporaine: le message de R. Bayer, in «Les Etudes philosophiques», 1960.

Vicina, almeno nelle linee generali, all'estetica di Bayer è la complessa opera di Etienne SOURIAU (1892-1979) ,uno fra i maggiori estetologi della Francia contemporanea. Cattedratico di estetica alla Sorbonne per moltissimi anni può essere considerato uno dei «padri spirituali» dell'attuale generazione di studiosi di estetica in Francia, indipendentemente dalle varie strade teoretiche che ciascuno di essi ha poi seguito.

Per una sua bibliografia, limitata tuttavia al 1952 e quindi molto parziale, si veda:

- AA.VV., Mélanges d'esthétique et de science de l'art offerts à E. Souriau par ses collegues, ses amis et ses disciples, Paris, Nizet, 1952.

Una bibliografia quasi completa nel numero della «Revue d'esthétique» dal titolo L'art instaurateur dedicatagli in occasione della morte (1980, nn. 3-4).

Le sue opere, che non sono tutte dedicate all'estetica e che risentono, per la prima volta in modo esplicito, di una lettura dei testi husserlianì (anche se filtrati e a volte contestati) sono le seguenti:

- L'abstraction sentimentale, Paris, Hachette, 1925;

- Pensée vivante et perfection formelle, Paris, Alcan, 1925;

- L'avenir de l'esthétique, Paris, P.U.F., 1929;

- A voir une àme, Paris, Belles Lettres, 1939;

- L'instauration philosophique, Paris, P.U.F., 1939;

- Les différents modes d'existence, Paris, P.U.F., 1943;

- La correspondance des arts, Paris, Flammarion, 1947;

-Les deux cent mille situations dramatiques, Paris, Flammarion, 1950;

-L'ombre de Dieu, Paris, P.U.F., 1955;

- Les catégories esthétiques, Paris, C.D.U., 1959 (dispense univ.);

- La condition humaine vue à tra vers l'art, Paris, S.E.D.E.S., 1965 (o in dispense universitaire: C.D.U., 1955);

-Le sens artistique des animaux, Paris, Hachette, 1965;

- Les structures maîtresses de l'oeuvre d'art, Paris, S.E.D.E.S., 1965;

- Clefs pour l'esthétique, Paris, Seghers, 1970;

-La couronne d'herbes, Paris, U.G.E., 1975.

Numerosi anche gli articoli e i saggi di E. SOURIAU. Segnaliamo:

- Réflexions sur l'art du livre, in «Mercure de France», 15 agosto 1926;

- L'identite, in «Etudes philosophiques», novembre 1926 (Souriau inizia infatti la sua attività universitaria nelle sedi di Aix e di Lione, che pubblicano appunto questa rivista);

-L'algorythme musical, in «Revue philosophique», settembre 1927;

- Le rêve et l'action, in «La psycliologie et la vie», maggio 1928;

- L'effort, in «La psychologie et la vie», agosto 1928;

- Philosophie des procédés artistiques, cinque articoli sulla «Revue des Cours et Conférences» dal 15 dicembre 1928 al 28 febbraio 1929 dedicati alla musica (15 dic.), all'arabesco (30 dic.), ai vasi, templi e giardini (15 genn. 1929), alla scultura, disegno e pittura (30 gennaio) ed alla poesia (15 e 28 febbraio).

-Le repos, in «La psychologie et la vie», ottobre 1929;

-La construction de moi, in «Etudes Philosophiques», maggio 1930;

- L'art de vivre, sei articoli sulla «Revue des Cours et Conferences», dedicati a stile ed azioni (28 febbraio 1930), alla giornata (15 marzo), alla lucidità (15 aprile), alla personalità (15 giugno), alla componente drammatica della vita (30 gennaio e 15 febbraio 1931), ed al contrappunto di anime(15 marzo 1931).

-L'art et la pensée, in «Revue de l'Université de Lyon», dic. 1932;

-Art et verité, in «Revue philosophique», gennaio 1933;

-Die Hauptrichtingen der gegenwärtingen französischen Aesthetik, in «Zeitschrift fur Aesthetik», gennaio 1934:

- Spissitudo spiritualis, in «Recherches philosophiques», vol. III, 1934;

-L'idée d'art pur, in «Revue d'art et esthétique», giugno 1936;

- Le hasard, in «Revue française du Brésil», agosto 1936;

- L'art et l'existence, in «Actes du Congrés international d'esthétique», Paris, 1936;

- Sur la portée cosmologique du théoreme de Bernouilli, in «Actes du Congrès international de philosophie», 1936;

- Nature et limites des contributions positives de l'esthétique à la filmologie, in «Revue internationale de filmologie», agosto 1947;

-Le risible et le comique, in «Journal de psychologie», aprile 1948;

- L'art chez les animaux, in «Revue d'esthétique», luglio-settembre 1948;

- L'art et la vie sociale, in «Cahiers internationaux de sociologie», voI. V, 1948;

-La culture et le respect des cultures, in «Etudes philosophiques», giugno 1948;

- Esthétique du comique et pédagogie du rire, in «L'education nationale», 5, febbraio 1949;

- La nostalgie comme sentiment esthétique, in «Revue d'esthétique», aprile-giugno 1949;

- L'humour surcontré, in «Revue d'esthétique», luglio-dicembre 1950;

- Le cube et le sphere, in AA.VV., Architecture et dramaturgie, Paris, 1950, pp. 63-83;

-Autorité humaine de la musique, in «Poliphonie», 7ş e 8ş quaderno, 1950;

-La structure de l'univers filmique, in «Revue internationale de filmologie», nn. 7-8, 1951;

- L'insertion temporelle de l'ouvre d'art, in «Journal de psychologie», gennaio-giugno 1951;

- Les humanités esthétiques, in «Cahiers pédagogique», dic. 1951;

- Passée, present et avvenir de l'esthétique industrielle, in «Revue d'esthétique», luglio-dicembre 1951;

- Reflexions sur la notion d'hérédité, in «Revue philosophique», aprile-giugno 1952;

- Filmologie et esthétique comparée, in «Revue internationale de filmologie», aprile-giugno 1952;

-Esthétique et cryptographie, in «Revue d'esthétique», gennaio-marzo 1953;

- La place de C. Lalo dans l'esthétique contemporaine, in «Revue d'esthétique», aprile-giugno J 953;

- Les grand caracteres de l'Univers filmique, in AA.VV. L'univers filmique. Paris, 1953,pp. 11-31;

- Rythme et unanimité, ivi, pp. 203-7;

- Situation dramatique et participation collective, in AA.VV., Theatre et Collectivité, Paris, 1953, pp. 54-67;

- Art etphilosophie, in «Revue philosophique», 79, 1954;

- Note sur le cheval dans l'art, in «Revue d'esthétique», ott.-dic. 1955;

- La problème de la notion mathématique de la musique, in AA.VV., Mélanges d'histoire et d'esthétique musicale offerts à P.-M. Masson, Paris, 1955, t. I, pp. 53-60;

- A generaI Methodology for the Scientific Study of Aesthetic Appreciation, in «Journal of Aestetics and Art Criticism», XIV, n. 1, settembre 1955;

- Le mode de l'existence de l'oeuvre à faire, in «Bulletin de la Sociéte de philosophie», n. 1, 1956;

- Paysages shakeasperiens et paysages racinicns, in «Revue d'esthétique», gennaio-marzo 1960;

- Objet et méthode de l'esthétique, in «Bulletin de psychologie», n. 166, 1958;

- J. Krafft, in «Revue d'esthétique», n. 9, 1961;

- L'art et les nombres, in «Revue d'esthetique», luglio-dicembre 1961;

- Le problème du beau dans la nature, in «Bulletin de psychologie», XV, n. 210, 1962;

- Artiste est-il remplaçable?, in «Journal of Aestetics and Art Criticism», XXIII falì 1964,n. 1;

- Sur l'esthétique des mots ct de langagcs forgés, in «Revue d'estetique», n. 1, 1965;

- Defense de l'orthographie française, in «Revue d'esthétique», nn. 3-4, 1965;

- Le sublime, in «Revue d'esthétique», nn. 3-4, 1966;

- Centenaire de B. Croce, ivi;

- Vingt ans d'esthétique, in «Revue d'esthétique», n. 4, 1967;

- Guastalla estheticien, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1969;

- Sur le béotisme, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1970;

- Benn, in «Revue d'esthètique», n. 2, 1970;

- Sur une nouvelle forme de réalisme au théatre, in «Revue d'esthétique», n. 2, 1974;

Per mostrare la vastità degli interessi culturali di SOURIAU segnaliamo alcune fra le sue numerosissime prefazioni:

- C. BALLIF, Introduction à la métonalité, Paris. Richard-Masse. 1956;

- E. COSTERE, Mort ou transfiguration de l'harmonie, Paris, P.U. .F.. 1962;

- P. GINESTIER, La théatre contemporaine dans le monde, Paris, P.U.F., l96l:

- F. POPPER, Naissance de l'art cinetique, Parsi, Gauthier-Villars, 1967;

- G. PROUDHOMME, La danse grecque antique, Paris, CNRS, 1965;

- R. SIOHAN, Horizons sonores, Paris, Flammarion, 1956;

Ugualmente significative alcune sue recensioni, fra le quali quelle ai seguenti volumi:

- G. BRELET, Esthétique et creation musicale, e B. DE SCHOLEZER, In traduction a Bach, in «Revue d'esthétique», n. 3, 1948;

- M. L'HOPITAL, La notion d'artiste chez G. Sand, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1948.

Oltre al già citato Mélanges offerts à E. Souriau ed alle varie storie dell'estetica francese (cui va aggiunta la Fenomenologia della tecnica artistica di D. Formaggio, Parma, Pratiche, 1978) si veda sul pensiero di SOURIAU:

- L. de VITRY MANBREY, La pensée cosmologique d'Etienne Souriau, Paris, Klincksieck, 1974;

Inoltre:

- E. CONCHA, El problema de l'arte en la estetica de E. Souriau, in «Humanitas», dicembre 1959;

- C. DOLLO, L'estetica comparata di E. Souriau: metodologia e linguistica generale, in «Sophia», luglio-dicembre 1965, pp. 167-78;

- C. DOLLO, Analisi esistenziale e sistema delle belle arti, in «Sophia», 1966,; pp. 369-381;

- NGO TIENG-HIEN, Sulla definizione dell'arte nell'estetica di E. Souriau, in «Rivista di estetica», maggio-agosto 1971, pp. 227-45;

- L. VITRY MANBREY, L'ontologie de E. Souriau ou la condition pensante, in «Revue philosophique», aprile-giugno 1979, pp. 16 1-87;

- AA.VV., L'art instaurateur - «Revue d'esthétique», 1980. nn. 3-4.

Vicino ai problemi estetici di Souriau e Bayer è l'opera, molto attenta ai problemi della tecnica, di Pierre GUASTALLA:

- Esthétique, Paris, Vrin, 1925;

-L'esthétique et l'art, Paris, Vrin, 1928;

- Essai sur Van Gogh, Paris, Madame de Romilly, 1952;

- Préface à une esthétique de la peinture contemporaine, in «Revue d'Esthétique», n. 4, ottobre-dicembre 1956;

- L'oeuvre et la realité dans l'art plastique contemporaine, in AA.VV., Mélanges Jamati, Paris, CNRS, 1956;

- Vingt ans de gravure, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1969, pp. 1-5;

GUASTALLA era infatti un noto incisore. Sulla sua opera, estetica ed artistica, si veda:

- E. SOURIAU, Guastalla esthéticien, in «Revue d'esthétique», n. 1, 1969, pp. 7-12;

-A. FIORINI, Guastalla peintre et graveur, ivi, pp. 13-18.

L'ultima grande figura dell'estetica francese contemporanea è senza dubbio Mikel DUFRENNE (1910) che unisce agli insegnamenti dei veri propri estetologi (Bayer, Souriau e Alain) le tematiche della fenomenologia husserliana e francese (Merleau-Ponty e Sartre) tanto che può essere oggi considerato uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta «estetica fenomenologica». Queste le sue opere in volume:

- Jaspers et la philosophie de l'existence (in collaborazione con P. RICOEUR), Paris, Seuil, 1947;

- La personnalité de base, Paris, P.U.F., 1953;

- Phénoménologie de l'expérience esthétique, Paris, P.U.F., 1953;

- La notion d'a priori, Paris, P.U.F., 1959;

- Le poétique, Paris, P.U.F, 1963 (la II edizione, del 1973, è preceduta da una nuova introduzione dal titolo Pour une philosophie non théologique);

- Language and Philosophy, Bloomington, Indiana University Press, 1963;

- Jalons, La Hague, Nijhoff, 1966;

- Esthétique et philosophie, tome I, Paris, Klincksieck, 1967;

-Pour l'homme, Paris, Seuil, 1968;

-Art et politique, Paris, U.G.E., 1974;

-Esthétique et philosophie, tome II, Paris, Klincksieck, 1976;

- Subversion-Perversion, Paris, P.U.F., 1977;

- L'inventaire des a priori - Recherche de l'originaire, Paris, Bourgois, 1981;

- Esthétique et philosophie, tome III, Paris, Klincksieck, 1981.

Numerosi anche i saggi di M. DUFRENNE fra cui (non citando quelli che si trovano già raccolti nei tre volumi di Esthétique et philosophie e in Jalons):

- Existentialisme et phénoménologie, in «Cahiers internationaux de sociologie», 1946, pp. 161-171;

-Phénomenologie et sociologie, in «Echanges sociologiques», 1947, pp. 75-86;

- Histoire et historicité, in «Cahiers intemationaux de sociologie», 1948, pp. 98-118;

- Philosophie et littérature, in «Revue d'esthétique», 1948, n. 3, luglio-settembre,pp.250-273;

- Pour une sociologie du publique, in «Cahiers internationaux de sociologie», 1949, pp. 101-112;

- La mort de l'art, in «Revue d'esthétique», n. 1, gennaio 1951, pp. 75-86;

- Coup d'oeil sur l'anthropologie culturelle américaine, in «Cahiers-internationaux de sociologie», 1952, pp. 26-46;

- Bréve note sur l'ontologie, in «Revue de Métaphysique et de Morale», n. 4, 1954, pp. 398-412;

- Signification des 'a priori', in «Bulletin de la Societé française de Philosophie», 1955 (n. 3 - giugno-settembre), pp. 97-132;

- La psychologie de vastes ensembles et le probleme de la personnalité de base, in Traité de sociologie, a cura di G. Gurvitch, Paris, P.U.F., 1958-60, vol. II, pp. 387-401 (tr. it. Milano, 1967, pp. 557-77);

-Le parti de l'homme, in «Esprit», n. 1, 1959, pp. 113-24;

-La mort de Giraudoux n'aura pas lieu, in «Revue d'esthètique», n. 1, gennaiomarzo 1963, pp. 8 1-6;

-L'inspiration, in «Revue d'esthétique», n. 1, gennaio-marzo 1963, pp. 101-7;

- Le terre, les temples et le dieux, in «Revue d'esthétique», n. 2, aprile-giugno 1963, pp. 203-10;

- Les a priori de l'imagination, in Surrealismo e simbolismo, Archivio di filoso-, fia, Padova, CEDAM, 1965, pp. 5 3-63;

- Wittgenstein et la philosophie, in «Les etudes philosophiques», 1965, pp. 28 1-306;

- Existentialism and existentialisms, in «Philosophy and Phenomenological research», 1965-66, pp. 5 1-62;

- L'a priori comme monde, in «Annales de l'Università de Paris», n. 1, gennaio-marzo 1966;

- Phénomenologie et critique littéraire, in «Revue d'esthétique», n. 2, aprile-giugno 1966;

- Mito, scienza ed etica del sesso, in AA.VV., Problematica della sessualità, Torino, 1966;

- La philosophie du neopositivisme, in «Esprit», 1967, pp. 781-800;

- A priori et philosophie de la Nature, in «Filosofia», 1967, pp. 723-36;

- L'anti-humanisme et le probleme de la mort, in «Revue internationale de Philosophie», 1968, nn. 3-4, pp. 296-307;

- Phénoménologie et ontologie de l'art, in AA.VV., Les sciences humaine et l'ouevre d'art, Bruxelles, 1969;

- L'esthétique en 1913, in AA.VV., L'année 1913, a cura di L. Brion Guerry, Paris, Klincksieck, 1971, II vol., pp. 25-62;

- Esthétique et structuralisme, in AA.VV., La philosophie contemporaine, a cura di R. Klibansky, Firenze, La Nuova Italia, 1971, pp. 97-101;

- Aestetik der Abbildung, in «Philosophische Perspektiven», 1972, pp. 103-120,

- On the phenomenology and semiology of art, in AA.VV., Phenomenology and Natural existence, New York, University of New York Press, 1973;

- Phénoménologie et esthétique, in «Actes du Congrés de phénoménologie», Montreal, 1974;

- Esthétique et science de l'art, in AA.VV, Tendences actuelles des Sciences humaines, Paris, UNESCO-Mouton, 1975.

DUFRENNE è inoltre autore di numerose recensioni, in particolare sulla «Revue d'esthétique».

Inoltre è curatore, insieme a Dino Formaggio, di un importante volume:

- Trattato di estetica, Milano, Mondadori, 1982 (2 volumi).

In esso sono contenuti alcuni suoi personali contributi, che qui di seguito segnaliamo:

- L'estetica francese nel XX secolo, I, pp. 403-12;

- Arte e natura, II, pp. 25-48;

- Arte e società, II, pp. 49-7l;

-L'arte e le arti, II, pp. l49-156.

Delle sue opere sono stati tradotti in italiano il primo volume della Phénoménologie de l'expérience esthétique (Roma, Lerici, 1969), Le poetique (Il senso del poetico, Urbino, 4Venti, 1981), Subversion/Perversion (Milano, La Salamandra, 1979).

Numerosi i contributi critici sull'opera di Dufrenne. Si ricorda inoltre che il suo pensiero è stato oggetto di molte tesi di laurea non solo nei paesi europei ma anche negli Stati Uniti; segnaliamo quelle disponibili in microfilms:

- D.A. GORDON, The Phenomenological Aesthetic of M. Dufrenne as a Critical Tool for Dramatic Literature (Ph. D), The University of Iowa (Iowa), 1976;

- R.M. FEEZELL, M. Dufrenne and the Ontological Question in Art (Ph.D), State University of New York at Buffalo, 1977;

- R.A. BERG, Towards a Phenomenological Aestetic: a Criticai Exposition of M. Dufrenne's Aesthetic Philosophy (Ph. D), Purdue Universìty (Indiana), 1978.

Una bibliografia orientativa sugli scritti di Dufrenne in:

- AA.VV., Vers une esthétìque sans entrave. Mélanges Mikel Dufrenne, Paris, U.G.E. (10/18), 1975. La prima parte di questo libro è dedicata a saggi sul pensiero di DUFRENNE con scritti di Lascault, Saison, Cauquelin, Brisson, Sansot, Clement, Dumery, Charles, Delhomme, Casey, Tertulian, Pascadi, Figurelli, Bovar (è strumento indispensabile per lo studio di Dufrenne).

Si veda inoltre:

- R. NATANSON, Recensione alla Phénomeno/ogie de l'expérience esthétique, in «Philosophy and Phenomenological Research», settembre 1954, pp. 140-2;

- J .C. PIGUET, Esthétique et phénoménologie. A propos de M. Dufrenne ,in «KantStudien», n. 47, 1955-56;

- J. TAMINIAUX, Notes sur une phénoménologie de l'expérience esthétique, in «Revue philosophique de Louvain», n. 55, 1957;

- A. de MURALT, L'idée de phénomenologie, Paris, P.U.F., 1958;

- J.C. PIGUET, De l'esthétique à la phénomenologie, La flague, Nijhoff, 1959;

- H. SPIEGELBERG, The Phenomenological Movement, La Hague, Nijhoff, 1960, pp. 579-585;

-G. PIANA, Recensione a La Notion d'a priori, in «Il Pensiero», vol. V, n. 3, 1960;

- G. DE CRESCENZO, Disegno di estetica, Napoli, ESI, 1960, pp. 141-144;

- P. RICOEUR, Philosophie, sentiment et poesie. La notion d'a priori selon M. Dufrenne, in «Esprit», marzo 1961;

- E. LEVINAS, A priori et subjectivité , in «Revue de Métaphysique et de Morale», n. 4, ottobre-dicembre 1962;

- D. FORMAGGIO, L'idea di artisticità, Milano, Ceschina, 1962, pp. 264 sgg.;

- R. BARILLI, Per un'èstetica mondana, Bologna, Mulino, 1964;

- M.J. BAUDINEI, Esthétique et philosophie, in «Revue d'esthétique», n. 3, 1969, pp. 330-3;

- A. DE PAZ, Arte e politica, in «Il Mulino», n. 242, 1975;

- A. MANESCO, Arte e politica nell'ultimo Dufrenne, Verona, Clued, 1976;

- A. MANESCO, Il problema dell'oggetto estetico. Alcune note su M. Dufrenne, in «il verri», n. 7, 1977;

- S. ZECCHI, La fenomenologia dopo Husserl nella cultura contemporanea, vol. II, Firenze, La Nuova Italia, 1978;

- D. FORMAGGIO, Arte, Milano, Mondadori, 1981 +3;

- D. FORMAGGIO, M. Dufrenne, la Natura e il senso del poetico, in «Fenomenologia e scienze dell'uomo», n. 2, 1982, pp. 7-18;

- E. FRANZINI, Natura e poesia. Su un inventano degli a priori di M. Dufrenne, ivi, pp. 67-90;

In un ambito fenomenologico quella di Dufrenne è senz'altro, in Francia, l'unica estetica compiuta. Ciò non toglie che alcuni pensatori d'impostazione fenomenologica come SARTRE e MERLEAU-PONTY (e in un certo senso anche PICON e HUYGHE) abbiano offerto all'estetica validi contributi che non possono essere completamente scordati. La stessa opera di MERLEAU-PONTY, è, forse, un'estetica, sia pure nel senso generale (e kantiano) del termine; è comunque da questa estetica che prende le mosse lo stesso Dufrenne.

Dovremo quindi ricordare, di MERLEAU-PONTY (1908-1961), la Phénomènologie de la perception (Paris, 1945; tr. it. Milano, 1965), senza peraltro non accennare agli scritti più specifici sul problema dell'arte come:

- Sens et non-sens, Paris, Nagel, 1948 (tr. it., Milano, 1962);

- Signes, Paris, Gallimard, 1960, {tr. it., Milano, 1974);

- L'oeil et l'esprit, Paris, Gallimard, 1964;

Utili, del resto, anche la prima e l'ultima (incompiuta) opera di MERLEAU -PONTY:,

- La structure du comportement, Paris, P.U.F., 1942 (tr. it., Milano, 1963);

-Le visible et l'invisible, Paris, Gallimard, 1964 (tr. it., Milano, 1969).

Per uno sguardo generale sul pensiero di MERLEAU-PONTY si veda:

- A. BONOMI, Esistenza e struttura. Saggio su Merleau-Ponty, Milano, Il Saggiatore, 1967.

Per quanto riguarda l'estetica di Merleau-Ponty si può invece consultare:

- E. FANIZZA, L'estetica di Merleau-Ponty, in «Aut-Aut», n. 2, 1961;

- E. KAELIN, An existentialist Aesthetic. The theories of Sartre and Merleau-Ponty, Madison, University of Winsconsin Press, 1962;

- X. TILLIETTE, L'esthétique de Merleau-Ponty, in «Rivista di estetica», XIV, n.1, 1969;

- G .B. DE SANCTIS, L'estetica di due fenomenologhi: Levinas e Merleau-Ponty, in «Rivista di studi crociani», IX, n. 1, gennaio-aprile 1972;

Ugualmente interessante per l'estetica il pensiero di Jean Paul SARTRE (1905-1980), che pure è molto lontano dall'ambiente universitario o comunque dalle tematiche trattate dall'estetica francese. Tuttavia, da buon allievo - da studente liceale - di Alain, le opere di Sartre sono molto ricche di spunti sull'arte e comunque interessate a problemi di fenomenologia dell'esperienza, in particolare immaginativa. In un certo senso anche L'être et le néant (Paris, Gallimard, 1943; tr. it. Milano, 1958) può essere utile ma ben più importanti, dal nostro punto di vista, sono:

- L'imagination, Paris, P.U.F., 1936 (tr. it., Milano, 1962);

- Equisse d'une théorie des émotions, Paris, Hermann, 1939 (tr. it., Milano, 1962);

- L'imaginaire, Paris, Gallimard, 1940 (tr. it., Immagine e coscienza, Torino, Einaudi, 1964);

- Situations, Paris, Gallimard, 1947;

- Qu'est - ce - que la littérature?, Paris, Gallimard, 1947 (tr. it., Milano, 1976);

- Situations II, Paris, Gallimard, 1951;

- Situations III, Paris, Gallimard, 1952;

- Saint Genet, Paris, Gallimard, 1952 (tr. it., Milano, 1972);

- Baudelaire, Paris, Gallimard, 1953 (Milano, tr. it., 1964);

- Critique de la raison dialectique, Paris, Gallimard, 1960 (tr. it., Milano, 1963);

- Questions de méthode, Paris, Gallimard, 1967 (tr. it., Milano, 1980);

- L'idiot de la famille. Gustave Flaubert de 1821 à 1857, Paris, Gallimard, 1971 (tr. it., Milano, 1977).

Dei numerosi scritti critici su SARTRE, oltre il KAELIN (che contiene anche un'appendice dedicata alla fenomenologia dell'esperienza estetica di Dufrenne), vogliamo soltanto ricordare:

- G. MORPURGO-TAGLIABUE, Estetica ed etica in Sartre, in «Aut-Aut», nn. 5 1-52, 1959;

- O. BORELLO, La psicanalisi esistenziale e il problema dell'arte in Sartre, Napoli, 1962;

- F. FANIZZA, Letteratura come filosofia, Manduria, Lacaita, 1963;

- R. BARILLI, Per un'estetica mondana, Bologna, Mulino, 1964;

- A. MAUROIS, De Gide à Sartre, Paris, Perrin, 1965.

Per uno sguardo generale sul pensiero di Sartre ed una completa bibliografia si veda:

- M. CONTAT-M. RYBALKA, Les ecrits de Sartre, Paris, Gallimard, 1970.

- S. MORAVIA, Introduzione a Sartre, Bari, Laterza, 1973;

In ambito fenomenologico, anche se solo in senso lato, possiamo considerare gli studi del critico letterario e storico della letteratura Gaetan PICON, di cui segnaliamo:

- L'écrivain et son ombre, Pari, 1952 (è senz'altro la sua opera più importante e comunque la più interessante per l'estetica);

-Introduction a une esthétique de la littérature, Paris, Gallimard, 1953;

- Le seguenti voci nella AA.VV., Histoire des littératures, Paris, 1956-58:

-La littérature du XX siècle;

-La poésie au XIX siècle;

-Le realisme;

-Le roman et la prose lyrique au XIX siècle;

-Le Romantisme;

-Le style de la nouvelle littérature;

-Le théatre au XIX siècle.

-Culture et liberté, in AA.VV., Un siècle de radio et de television, Paris, 1965, pp. 267-70;

-Ingres, Gèneve, Skira, 1967;

-Lecture de Proust, Paris, Gallimard, 1968;

-Panorama de la nouvelle littérature française, Paris, Gallimard, 1976.

Molto interessante è anche l'opera dello storico dell'arte René HUYGHE, in particolare per quanto riguarda le seguenti opere:

- Dialogue avec le visible, Paris, Flammarion, 1955 (tr. it., Milano, Parenti, 1958);

- L'art et l'homme, (a cura di), 3 voll., Paris, Larousse, 1957;

- L'art ét l'âme, Paris, Flammarion, 1960;

- La puissance de l'image. Bilan d'une psychologie de l'art, Paris, Flammarion, 1965.

Inoltre vari volumi monografici di storia dell'arte (di cui diamo l'indicazione in traduzione italiana):

- Van Gogh, Milano, Vallardi, 1959;

- Gauguin, Milano, Vallardi, 1960;

- Delacroix, Milano, Garzanti, 1963;

Huisman, nel suo studio sull'estetica francese contemporanea, inserisce in un ambito fenomenologico anche l'estetica musicale di Gisele BRELET e di Boris DE SCHLOEZER. In verità con la fenomenologia vera e propria essi hanno ben poco a che vedere. Sono infatti maggiormente legati alle tradizioni dell'estetica francese, e in particolare a Souriau. Inoltre, specialmente la BRELET, partecipano ai dibattiti ed alle polemiche internazionali sulle teorie della musica prendendo spunto dal formalismo di HANSLICK e dagli scritti di Igor STRAWINSKY, esule in Francia.

Esule è del resto anche Boris DE SCHLOEZER, che divenne noto al pubblico culturale francese per le sue traduzioni dal russo, in particolare per quelle di Tolstoj. Oltre a vari contributi su riviste (in particolare la «Revue Musicale» nel corso degli anni '20), l'opera di estetologo di DE SCHLOEZER si limita a:

- Introduction à Bach, Paris, Gallimard, 1947;

- Problémes de la musique moderne (in collaborazione con M. SCRIABINE), Paris, Minuit, 1959;

Di lui si può inoltre vedere:

-Schönberg, in «Revue Musicale», n. 1, 1926;

- Sens, forme et structure en musique, in «Temps modernes», maggio 1943, pp. 934-42;

-L'expression musicale, in «Fontaine», n. 55, ottobre 1946;

- Quelques considerations sur l'etre de la musique, in «Temps modernes», marzo 1949;

Sull'estetica di DE SCHLOEZER, si veda il capitolo dedicato alla musicologia francese in:

- E. FUBINI, L'estetica musicale dal Settecento ad oggi, Torino, Einaudi, 1964, (con un'utilissima bibliografia sull'estetica musicale francese);

Inoltre:

- R. LEIBOWITZ, Esthétique musicale et musicologie, in «Critique», n. 30, novembre 1948, pp. 986-1000;

- E. FUBINI, Musica e linguaggio nell'estetica contemporanea, Torino, Einaudi, 1973;

Per quanto riguarda la BRELET, senz'altro una delle piu importanti studiose di estetica musicale del nostro tempo, ricordiamo:

- Esthétique et creation musicale. Paris, P.U.F., 1947;

- Le temps musical, 2 volumi, Paris, P.U.F., 1949;

- L'interpretation creatrice, Paris, P.U.F., 1951.

Inoltre segnaliamo:

- Musiques esotiques et valeurs permanents de l'arts musical, in «Revue philosophique», 136, gennaio-marzo 1946, pp. 7 1-96;

- Philosophie et esthétique musicale, in AA .VV., Precis de musicologie, Paris, 1958, pp. 389-423;

- Interpretation et improvisation, in «Revue d'esthètique», n. 4, ottobre-dicembre 1960, pp. 375-391;

- Musique et structure, in «Revue internationale de philosophie», n. 73-74, 1965;

- Musicalisation de l'espace dans la musique contemporaine, in AA.VV., Festschrift für W. Wiora, Kassel, 1967, pp. 495-500;

- L'esthétique du discontinu dans la musique nouvelle, in «Revue d'esthétique», n. 2-3-4, 1968, pp. 253-277,

Sull'estetica della BRELET si veda:

- G.A. BIANCA, Espressionismo e formalismo nella storia dell'estetica musicale, Padova, CEDAM, 1968, pp. 125-135;

Le sue opere sono sempre state prontamente recensite nella «Revue d'esthétique» (da Lalo e Souriau). Su di lei si vedano inoltre i paragrafi nei citati volumi di E. FUBINI.

Qualche breve indicazione anche sull'opera di STRAWINSKY, che può essere considerato appartenente all'are a culturale francese:

- Croniques de ma vie, Paris, Dancel, 1935;

- Poétique musicale, Paris, Janin, 1945;

- Strawinskj in con versation with R. Craft, London, 1958.

E'comunque tutta l'estetica francese che, a partire dallo stesso BASCH (si vedano gli Essais d'esthétique) e da LALO che ha sviluppato un notevole inte-, resse per i problemi dell'estetica musicale, problemi che sono del resto presenti in quasi tutti i maggiori rappresentanti del movimento epistemologico dell'este tica stessa. Potremo ricordare, a partire dai primi del Novecento, i seguenti volumi, tutti caratterizzati da interessi teorici:

- J. DE LA LAURENCIE, Le goût musical en France, Paris, Joanin, 1905;

- A. PIRRO, L'esthétique de J.S. Bach, Paris, Fischbacher, 1907;

- J. COMBARIEU, La musique, ses lois, son évolution, Paris, Flammarion, 1908;

- A. BAZAILLAS, Musique et incoscience, Paris, Alcan, 1908;

- J. COMBARIEU, La musique et la magie, Paris, Picard, 1909;

- J. DUPRE-NATHAN, Le langage musicale, Paris, Alcan, 1911;

- E. JACQUE DALCROZE, Le rythme, la musique et l'education, Paris, Rouart 1920;

- G. BOURGUES - A. DENERAZ, La musique et la vie interieure, Paris, Alcan, 1921;

- R. DUMESNIL, Le rythme musical, Paris, Mercure de France, 1921;

- P. LASSERRE, La philosophie du gout musical, Paris, Grasset, 1922;

- A. COEUROY, Musique et littérature, Paris, Boud et Gay, 1923;

- E. DAMAIS, Les grandes étapes de la pensée musicale, Paris, 1945;

- G. FERCHAULT, Introduction à l'esthétique de la melodie, Paris, Ophrys, 1946;

- A. CUVELIER, La musique et l'homme, Paris, P.U.F., 1947;

- R. LEIBOWITZ, Schonberg et son école, Paris, Janin, 1947;

-A. MACHABEY, Traité de la critique musicale, Paris, Masse, 1947;

-R. LEIBOWITZ, Introduction à la musique de douze sons, Paris, L'arche, 1949;

-J.C. PIGUET, Découverte de la musique, Neuchatel, La Baconniere, 1948;

- A. MICHEL, Psychanalyse de la musique, Paris, P.U.F., 1951;

- M. BELVIANES, Sociologie de la musique, Paris, Payot, 1951;

- P. SCHAEFFER, A la recherche de la musique concrete, Paris, Seuil, 1952;

- P. SCHAEFFER, Traité des objets musicaux, Paris, Seuil, 1966;

- A. GOLEA, Esthétique de la musique contemporaine, Paris, P.U.F., 1954;

- M. BEAUFILS, Musique du son, musique du verbe, Paris, P.U.F., 1954;

- V. JANKELEVITCH, La rhapsodie, Paris, Flammarion, 1955;

- J. CHAILLEY, Précis de musicologie, Paris, P.U.F., 1958;

- E. EMERY, La gamme et le langage musical, Paris, P.U.F., 1961;

- E. ANSERMET, Les fondements de la musique dans la conscience humaine, La Baconniere, Neuchâtel, 1961;

- V. JANKELEVITCH, La musique et l'ineffable, Paris, Colin, 1961;

- M. BRION, La musique et l'amour, Paris, Hachette, 1967;

- R. COURT, Le musical. Essai sur les fondements anthropologiques de l'art, Paris, Klincksieck, 1971.

Bisogna inoltre segnalare un interessante volume di Claude DEBUSSY, testimonianza della necessità di una meditazione estetica complementare alla creazione nell'ambito dell'estetica e dell'arte francesi:

-Monsieur Croche antidilettante, Paris, Gailimard, 1927.

Particolare rilievo acquista nella filosofia della musica il pensiero di V. JANKELEVITCH, autore che non ignora gli insegnamenti bergsoniani. Pur non avendo mai scritto un'opera specifica di estetica i suoi volumi sono ricchi di importanti considerazioni. In particolare, oltre alle due già citate, si ricordano:

- Philosophie première, Paris, P.U.F., 1954;

- Le puret l'impur, Paris, Flammarion, 1960;

- La mort, Paris, Flammarion, 1966;

- L'Irréversible et la nostalgie, Paris, Flammarion, 1974. Inoltre le monografie:

- Ravel, Paris, Seuil, 1956;

- Fauré et l'inexprimable, Paris, Plon, 1974.

Su di lui si veda E. LISCIANI-PETRINI, Memoria e poesia. Bergson, Jankélevitch, Heidegger, Napoli, ESI, 1983, pp. 67-181.

Da segnalare, inoltre, l'interesse della cultura francese per una «estetica della danza»:

- J. D'UDINE, Qu'est-ce-que la danse?, Paris, Laurens, 1921;

- S. LIFAR, La danse, Paris, Denoel, 1938;

- L. VAILLAT, Histoire de la danse, Paris, Plon, 1942.

Sempre per quanto riguarda l'estetica musicale si rimanda alle sezioni di questa bibliografia dedicate alla «Revue d'esthétique» (dove sono contenuti molti saggi di estetica musicale) ed alla sezione riguardante l'estetica francese nostra contemporanea. Infatti sia l'estetica sperimentale (con FRANCES, per esempio) che quella corrente che abbiamo chiamato «sans entrave» (per esempio con D. CHARLES) si occupano di estetica musicale.

La tradizione di musicisti che si interessano di estetica musicale, che abbiamo visto operante in Debussy, è oggi ripresa dal musicista e direttore d'orchestra Pierre BOULEZ, del quale sono stati tradotti in italiano i seguenti libri:

- Note di apprendistato, Torino, Einaudi, 1968;

- Pensare la musica oggi, Torino, Finaudi, 1979.

In un certo senso legato alla cultura fenomenologica - anche se qui si tratta di una fenomenologia dell'immaginario, o meglio delle immagini che scaturiscono dalla poesia e dalla vita come poesia - può dirsi il lato «notturno» del pensiero di Gaston BACHELARO (1884-1962), il quale trae alcune idee anche da Bergson e dal Surrealismo. Figura unica all'interno della cultura francese contemporanea, le opere di Bachelard rivestono un notevole interesse per l'estetica e la critica letteraria anche se, naturalmente, è ben difficile inserirle nel filone «classico» dell'estetica francese. Ricordiamo tuttavia che, prima dello stesso Bachelard, anche Paul SOURIAU aveva parlato di rêverie poetica e pure DELACROIX aveva dedicato al problema della rêverie un buon numero di pagine nella sua Psychologie de l'art. Proprio in quest'opera ricorda anzi l'interesse della psichiatria a lui contemporanea per la degenerazione della rêverie in senso patologico:

- R. BOREL, Les rêveries morbides, in «Annales medico-psychologiques», 1924;

- R. BOREL, Rêveur et boudeurs morbides, in «Journal de Psychologie», 1925;

- R. BOREL, Les rêveurs, in «Evolution psychiatrique», n. 188, 1926.

Inoltre BACHELARD risente l'influsso della psicanalisi, in particolare degli studi junghiani sull'anima e l'animus, concetti di cui in verita sì erano già occupati, in Francia, BREMOND e CLAUDEL. Il pensiero sull'arte di BACHELARD si incentra dunque sul problema della poesia, seguendo in ciò una tradizione tipicamente francese, come testimoniano le opere di MARITAIN e di DUFRENNE.

Diamo qui di seguito l'elenco delle sue opere sulla rêverie:

-L'intuition de l'istant, Paris, Stock, 1932 (tr. it., Bari, 1974);

-La dialectique de la durée, Paris, Boivin, 1936;

-La psychanalyse du feu, Paris, Nrf, 1938 (tr. it., Bari 1974);

- Lautreamont, Paris, Corti, 1939;

- L'eau et les rêves. Essai sur l'imagination de la matière, Paris, Corti, 1942;

- L'air et les songes. Essai sur l'imagination du mouvement, Paris, Corti, 1943;

- La terre et les rêveries du repos. Essai sur les images de l'intimité, Paris, Corti, 1948;

- La terre et les rêveries de la volonté. Essai sur l'imagination des forces, Paris, Corti, 1948;

- La poétique de l'espace, Paris, 1957 (tr. it., Bari, 1975);

- La poétique de la rêverie, Paris, 1960 (tr. it., Bari, 1972);

-La flamme d'une chandelle, Paris, 1961 (tr. it., Roma, 1981);

-Le droit de rêver, Paris, 1970 (tr. it., Bari, 1974);

-Etudes, Paris, 1970.

Il problema dell'immaginario è sempre stato in Francia di grande attualità. Anche oggi opera a Paris-Chamberry un apposito centro di studio, il C.I.R.C.E. che, dal 1969, pubblica il Quaderno «Méthodologie de l'imaginaire - Cahiers du Centre de recherche sur l'imaginaire» che è utilissimo consultare. Notevole anche la biblioteca del Centre in rue Marcoz a Chamberry. Ricordiamo, fra i molteplici studi sull'immaginazione, i più recenti:

- D. GEORGES, Pour une pedagogie de l'imaginaire, Paris, Casterman, 1976;

- M. LE DOUFF, L'imaginaire philosophique, Paris, Payot, 1980.

Tornando ora a BACHELARD non possiamo dimenticare l'influsso che egli ha esercitato su Jean Paul RICHARD e, soprattutto, su Gilbert DURAND.

Di RICHARD ricordiamo:

- Poesie et profondeur, Paris, 1955;

- Littérature et sensation, Paris, 1960.

DURAND stesso ricorda BACHELARD fra i suoi maestri (insieme a - ed èinteressante ricordarlo - Cassirer, H. Corbin, G. Dumézil, A. Leroi-Gourhan, M. Eliade e R. Bastide) e sempre dedica a lui qualche pagina delle sue opere, che ora ricordiamo:

- Les structures anthropologiques de l'imaginaire, Paris, Bordas, 1960 (tr. it., Bari, 1970);

-Le décor mytique de la Chartreuse de Parme, Paris, Corti, 1961;

-L'imagination symbolique, Paris, P.U.F., 1964;

-Les grands textes de la Sociologie moderne, Paris, Bordas, 1969;

-Science de l'homme et tradition, Paris, Berg, 1975;

- Figures mytiques et visages de l'oeuvre, Paris, Berg, 1979;

- L'âme tigrèe, Paris, Denoel-Gonthier, 1980. In quest'opera il primo saggio è dedicato in modo specifico a Bachelard:

- Science et conscience dans l'oeuvre de G. Bachelard, pp. 13-39.

Di DURANO si possono inoltre vedere i contributi alle seguenti opere collettive:

-Les sciences de la folie, a cura di R. Bastide, Paris, Mouton, 1975;

-Le symbole, a cura di J. Menard, Université de Strasbourg, 1975;

- Problèmes du mythe et son intérpretation, a cura di J. Hani, Paris, Belles Lettres, 1975.

Si vedano inoltre i contributi agli interessanti «Les Cahiers internationaux de Symbolisme».

Per quanto riguarda invece BACHELARD della vasta opera critica sul suo pensiero intorno all'immaginario segnaliamo in primo luogo, per l'ampia bibliografia che contengono:

- G. SERTOLI, Le immagini e la realtà. Saggio su Bachelard, Firenze, 1972;

- F. BOTTURI, Struttura e saggettività. Saggio su Bachelard ed Althusser, Milano, 1976 (tutto il pensiero strutturalista si è a lungo occupato di Bachelard, pur privilegiando il suo lato epistemologico).

Inoltre ricordiamo:

- G. DORFLES, Bachelard e l'immaginazione creatrice, in «Aut-Aut», n. 9, 19 52, pp. 224-233;

- J. CATESSON, Bachelard et les fondements de l'esthétique, in «Critique». gennaio 1954, pp. 41-51;

- J. HYPPOLITE, Gaston Bachelard ou le romantisme de l'intelligence, in AA.VV., Hommage à Bachelard, «Annales de l'Universitè de Paris». 1957, pp. 13-27;

- M.A. CAWS, Surrealism and the literary Imagination. A study of Breton ano Bachelard, Paris, 1960;

- C.G. CHISTOFIDES, Bachelard and the Imagination of Matter, in «Revue in ternationale de philosophie», 17, n. 66, pp. 477-91;

- E. SOURIAU, L'esthétique de Bachelard, in «Annales de l'Université de Paris» 1963, pp. 11-23;

- F. DAGOGNET, Bachelard, sa vie, sa oeuvre, Paris, 1965;

- F. PIRE, De l'imagination poétique dans l'oeuvre de G. Bachelard, Paris, 1965 (con ampia bibliografia);

- M. MANSUY, Bachelard et les eléments, Paris, 1967;

- P. GINESTIER, La pensée de Bachelard, Paris, 1968;

- J. GAGEY, Bachelard ou la conversion à l'imagination, Paris, 1969;

- V. THERRIEN, La revolution de Bachelard en critique littéraire, Paris, 1970;

- AA.VV., Bachelard e la scienza, «Nuova Corrente», n. 64, 1974. Contribut di Barone, Cotesta, Comis, Pera, Fistetti. Importante per l'immaginario lo scritto di G.G. GRANGER, Janus bifrons, tratto da un cors universitario tenuto dallo stesso nel 1973-74 all'Università di Provenza;

- AA.VV., Bachelard, Colloque de Cerisy, Paris, 1974;

- D. LECOURT, Bachelard ou le jour et la nuit, Paris, 1974;

- J.C. MARGOLIN, Bachelard, Paris, 1974;

La «nuova critica letteraria» francese trova interessanti contributi in:

- J. HYTIER, Les arts de littérature, Paris, Charlot, 1945;

- Y. BELAVAL, La recherche de la poésie, Paris, Gallimard, 1947;

- M. VINCENT, L'image dynamique. Essai sur la mémoire et l'imagination, Paris, Fischbacher, 1955;

- R. GIRARDO, Mensonge romantique et vérité romanesque, Paris, Grasset, 1961

- R. GIRARD, La violence et le sacré, Paris, Grasset, 1972 (tr. it., Milano, Adelphi, 1976).

Per uno sguardo d'insieme sull'attuale critica letteraria:

- R.E. JONES, Panorama de la nouvelle critique en France, Paris, Sedes, 1968 (con bibliografia).

In Francia, come già abbiamo visto con Valéry, l'interesse degli artisti per il pensiero estetico non solo è molto diffuso ma raggiunge anche risultati teorici spesso apprezzati dagli Stessi protagonisti dell'estetica. In questo senso, per quanto riguarda la seconda metà dell'Ottocento, si potrebbero ricordare Baudelaire, Mallarmé, E. Delacroix, lo stesso Flaubert. Per l'epoca che più direttamente ci interessa dovremo ricordare gli scritti di G. Apollinaire e di Claudel ma, soprattutto, di MAURICE DENIS e di ANDRE MALRAUX. Per quanto riguarda quest'ultimo è noto il ruolo che Malraux ha rivestito nella cultura del dopoguerra, sia come romanziere sia come polemista politico. Notevolissimi tuttavia sono anche i suoi brillanti volumi sulla teoria dell'arte che hanno influenzato pensatori di impostazione fenomenologica come Dufrenne. In primo luogo si dovrà infatti ricordare Les voix du silence, Paris, Gallimard, 1952 (tr. it., Milano, Mondadori, 1957 con il titolo Il museo dei musei) che in parte riprende l'opera precedente di Malraux, Psychologie de l'art, Paris, Skira, 1950. Oltre a queste opere, ricchissime di richiami alla storia mondiale delle arti, ci sembra giusto ricordare anche le seguenti:

- Esquisse d'une psychologie du cinema, Paris, Gallimard, 1946;

- Saturne. Essai sur Goya, Paris, Pleiade, 1950;

- La Musée imaginaire de la sculpture mondiale, Paris, Pleiade, 1952-1954;

-La métamorphose de dieux, Paris, Pleiade, 1957;

- Cinéma et espace, in AA.VV., Panorama des idées contemporaines, Paris, 1957;

Per una più completa bibliografia e per un esame generale del pensiero estetico di MALRAUX si vedano:

- S. MORAWSKI, L'absolu et la forme. L'esthétique de Malraux, Paris, Klincksieck, 1969 (tr. it., Dedalo, Bari, 1971);

- G. PICON, Malraux par lui-même, Paris, Gallimard, 1951.

Inoltre:

- J. MONNEROT, Malraux et l'art, in «Critique», marzo 1948, pp. 206-20;

- P. BOISDEFFRE, Malraux, Paris, Editions Universitaires, 1952;

- G. DUTHUIT, Le Musée inimaginable , Paris, Corti, 1956, 3 vol.;

- J. HOFFMANN, L'humanisme de Malraux, Paris, Klincksieck, 1963;

- P. SABOURIN, La réflexion sur l'art de Malraux, Paris, Klincksieck, 1972 (con bibliografia);

- G.T. HARRIS, A. Malraux: l'éthique comme fonction de l'esthétique, Paris, Minard, 1972;

- W.G. LANGLOIS, Malraux, Paris, Lettres modernes, 1972;

- J. LACOUTURE, Malraux, Paris, Seuil, 1973;

- G. BIANCA, L'estetica di Malraux,: un dramma senza soluzione, Padova, Cedam, 1975;

- A. MARISSEL, La pensée créatrice de Malraux, Toulouse, Privat, 1979.

Importanti anche gli scritti del noto pitttore Maurice DENIS, in particolare per quanto riguarda il simbolismo e l'arte religiosa ma anche per gli aspetti teorici intrinseci, non disgiunti da un'affinità di fondo con le affermazioni di Alain. Di DENIS ricordiamo:

- Théories: du symbolisme et de Gauguin vers un nouvel ordre classique, Paris, Bibliothèque de l'Occident, 1912;

-Nouvelles théories, sur l'art moderne, sur l'art sacré, Paris, Rouart, 1922;

-Histoire de l'art religieuse, Paris, Flammarion, 1939;

-Journal (1884-1943), Paris, La Colombe, 1957-59, 3 vol.

Si veda inoltre l'antologia, a cura di O. Revault-D'Allones, dal titolo:

- Du symbolisme au classicisme, Paris, Hermann, 1964.

Per quanto riguarda G. APOLLINAIRE segnaleremo in primo luogo le sue Méditations esthétiques, Paris, 1913, scritti che contengono anche le sue note sull'arte cubista (e che ci farà comprendere i motivi per cui i dadaistì e surrealisti amavano questo poeta loro «progenitore»). Di lui si vedano anche le Croniquesd'art (1902-1918), a cura di L.C. Breunig, Paris, Gallimard, 1960.

Importante invece per l'estetica d'ispirazione cristiana (ed in questo senso vicina a Brémond) è l'opera teorica del poeta Paul CLAUDEL, di cui ricordiamo le seguenti opere:

-Art poétique, Paris, Mercure de France, 1913; e l'antologia:

- Refléxions sur la poésie, Paris, Gallimard, 1963.

Sulla sua opera e sul suo pensiero ci si rivolga in primo luogo ai «Cahiers Claudei», periodicamente pubblicati da Gallimard.

Per un ausilio bibliografico si veda inoltre:

- J. BENOIST-MECHIN - G. BLAIZOT, Bibliographie des oeuvres de P. Claudei, Paris, Blaizot, 1931;

Infine per il suo pensiero estetico:

- A. VACHON, Le temps et l'espace dans l'oeuvre de P. Claudel, Paris, Seuil, 1965.

Per quanto riguarda le «meditazioni estetiche» degli artisti si vedano anche i libri di RODIN:

-Les cathédrales de France, Paris, 1910;

-L'art, Paris, 1914;

- Entretiens sur l'art, Paris, Grasset, 19522 (raccolta antologica).

Il movimento dì artisti molto importante per l'estetica e per la filosofia a noi più vicino è però senz'altro il SURREALISMO, in particolare il suo caposcuola BRETON, che ha influenzato il pensiero di molti filosofi francesi del Novecento, per esempio, fra coloro che già abbiamo considerato, Dufrenne e Sartre.

Una bibliografia dei vari aspetti (letterari, filosofici, pittorici, politici, ecc.) del Surrealismo, per la sua notevolissima ampiezza ed «interdisciplinarietà, non puo, in questa sede, interessare.

Vorremmo però segnalare alcuni testi che permettono di capire in primo luogo la posizione filosofico-estetica degli stessi surrealisti e, in secondo luogo, di costruire legami con altri filosofi nostri contemporanei come appunto Sartre e Dufrenne ma anche Segond e Bachelard, pure essi senza dubbio influenzati dal Surrealismo. Il fatto che, 44 anni dopo il Primo Manifesto di Breton, nel maggio 1968, sulle piazze francesi venissero utilizzati, ridotti a slogans, alcune famose «frasi» dello stesso Breton (forse senza neppure sapere, in virtù della loro ampia ripresa da parte di Marcuse, chi fosse l'autore originario) puo far capire l'importanza del Surrealismo per qualsiasi movimento di idee nella Francia contemporanea.

Utili strumenti bibliografici e panorami generali del pensiero surrealista sono:

- M. NADEAU, Histoire du surréalisme, Paris, Seuil 1964 (tr. it., Milano, 1968);

- F. FORTINI-L. BINNI, Il movimento surrealista, Milano, Garzanti, 1959;

- X. GAUTHIER, Surrealismo e sessualità, Milano, Sugar, 1971.

Inoltre i seguenti testi italiani o tradotti in italiano:

- M. RAYMOND, Da Baudelaire al Surrealismo, Torino, Linaudi, 1948;

- B. PERET, La poesia surrealista francese, Milano, Schwarz, 1959;

- J.L. BEDOUIN, Storia del Surrealismo dal 1945 ai nostri giorni, Milano, Schwarz, 1960;

- A. DEL NOCE, Interpretazioni filosofiche del Surrealismo, in «Rivista di Estetica», n. 1, 1965;

- M. LUNETTA, Introduzione al Surrealismo, Roma, Editori Riuniti, 1976;

- I. MARGONI, Breton e il Surrealismo, Milano, Mondadori, 1976;

- S. SOLMI, La luna di Laforgue, Milano, Mondadori, 1976.

- F. ALQUIE, Philosophie du Surrealisme, Paris, Flammarion, 1977 (è un testo di grandissima importanza per la comprensione filosofica del movimento surrealista, del quale si vuole mostrare il progetto teorico «come se» questo fosse stato filosoficamente elaborato).

Si possono inoltre segnalare, fra l'enorme bibliografia disponibile:

- J. CAZAUX, Surréalisme et psychanalyse, Paris, Corti, 1938;

- H. EY, La psychiatrie devant le surréalisme, Paris, 1948;

- M. CARROUGES, Breton et les données fondamentales du surréalisme, Paris, Gallimard, 1950;

- R. GARAUDY, L'itinéraire de Aragon du Surréalisme au monde réel, Paris, Gallimard, 1961;

- M. BEAUJOUR, Sartre and Surrealism, in «Yale French Study», n. 30, 1964;

- R. CHAMPIGNY, Pour une esthétique de l'essai (Breton, Sartre, Robbe-Grillet), Paris, Lettres modernes, 1967;

- R. PASSERON, Histoire de la peinture surréaliste, Le livre de poche, Paris, 1968;

- S. ALEXANDRIAN, L'art surréaliste, Paris, Hazan, 1969;

- M.A. CAWS, The poetry of Dada and Surrealism, Princeton University Press, 1970;

- P. ROTTENBERG, Breton et le spiritualisme de Valéry, in «La Nouvelle Critique», dicembre 1970;

- R. BRECHON, Le surréalisme, Paris, Colin, 1971;

- P. AUDOIN, Les surréalistes, Paris, Seuil, 1973;

- M. BONNET, A. Breton. Naissance de l'avénture surréaliste, Paris, Corti, 1975.

Volgiamoci però agli autori, ed in primo luogo a BRETON, che con i suoi Manifesti del Surrealismo (tr. it., Torino, Einaudi, 1966, a cura di G. Neri) è dell'intero movimento la figura trainante e permanente nelle continue divisioni e lotte. Le sue singole opere sono in gran parte contenute in:

- Entretiens 1913-1952, Paris, Gallimard, 1952;

Le singole opere più importanti sono le seguenti:

- Légitime défense (1926);

-Situation du surréalisme entre le deux guerres (1942);

Bisogna inoltre, per elementare completezza, segnalare alcuni rapporti fra il SURREALISMO ed altre correnti o singole filosofie della sua stessa epoca. Si veda, per esempio, il rapporto con BATAILLE:

- G. BATAILLE, Le surréalisme et sa difference avec l'existentialism, in «Critique», n. 2, 1946;

- G. BATAILLE, Le surréalisme et Dieu, in «Critique», n. 28, 1948;

- G. BATAILLE, La vieille taupe et la préfixe «sur» dans le mots «surhomme» et «surrealisme», in «Tel Quel», n. 34, 1968.

Collegata all'ambiente culturale del Surrealismo è la ricca meditazione critica e saggistica di R. CAILLOIS. Della sua vasta opera particolarmente importante per la nostra ricerca è:

- Babel, (et Vocaboulaire d'esthétique) , Paris, Gallimard, 1948, l9783 (con una bibliografia completa delle sue opere) (tr. it., Casale, Marietti, 1982).

Inoltre segnaliamo:

- Procès intellectuelde l'art, Paris, 1935+2;

- Les impostures de la poésie, Paris, 1945;

- Art poétique, Paris, 1958;

- Les jeux et l'homme, Paris, 1956;

- Au coeur du fantastique, Paris, 1965 (tr. it., Milano, 1984).

Il contributo del pensiero cattolico all'estetica non si limita alla sola scuola di Aix-en-Provence ma coinvolge anche pensatori di diversa formazione filosofica e che, sotto varie angolature, si richiamano alla tradizione neoscolastica.

Particolarissima è, in primo luogo, la meditazione di Maurice NEDONCELLE, il quale, pur lettore di testi fenomenologici, si richiama alla filosofia «personalista» di Mounier. Egli è autore di:

- Introduction à l'esthétique, Paris, P.U.F., 1960 (Roma, Edizioni Paoline, 1968).

Altra importante figura del pensiero cattolico è quella del grande storico della filosofia medievale Etienne GILSON, di cui segnaliamo gli scritti riguardanti problemi artistici od estetici:

- Les idées et les lettres, Paris, Vrin, 1932;

- Dante et la philosophie, Paris, Vrin, 1939;

- L'école des muses, Paris, Vrin, 1951;

- Peinture et realité, Paris, Vrin, 1958;

- Introduction aux arts du beau, Paris, Vrin, 1963;

- Matières et formes, Paris, Vrin, 1964;

- L'industrialisation des arts du beau, in AA.VV., Arte e cultura nella civiltà contemporanea, Firenze, 1966, pp. 77-141.

Su GILSON si veda:

- I. MANCINI, Filosofi esistenzialisti, Urbino, Argalia, 1964, pp. 187-250;

- U. ECO, Note sui limiti dell'estetica, in U. Eco, La definizione dell'arte, Milano, Mursia, 1968.

L'ultima importante figura dell'estetica neoscolastica francese è senz'altro Jacques MARITAIN (1882-1973), notissimo teologo e filosofo contemporaneo, come Segond insieme «mistico» ed «empirico», attento al fatto dell'arte ma anche alla intuizione creativa del soggetto. Anche se alcuni suoi libri sono scritti in inglese (perché derivati da lezioni che Maritain, esule politico, aveva tenuto in Università anglo-americane), la sua estetica appartiene senz'altro al mondo culturale francese, sul quale naturalmente influisce lo studio del pensiero tomista. Di lui possiamo segnalare:

- Art et scolastique, Brugge, Desclée de Brouwer, 1920;

- Frontière de la poésie, Paris, Rouart, 1935 (tr. it., Brescia, 1981);

- De la connaissance poétique, in «Revue thomiste», n. 1, 1938;

- Signe et symbole, in «Revue thomiste», n. 2, 1938;

- Situation de la poésie (in collaborazione con Raissa MARITAIN), Brugge, Desctee de Brouwer, 1938;

- Creative Intuition in Art and Poetry, London, 1954 (tr. it., L'intuizione creativa in arte e poesia, Brescia, Morcelliana, 1957);

- La responsabilité de l'artiste, Paris, Fayard, 1961 (traduzione dall'inglese).

Sul pensiero di MARITAIN (ed anche per maggiori informazioni bibliografiche) si veda:

- V. SIMONSEN, L'esthétique de Maritain, Paris, P.U.F., 1955;

- AA.VV., J. Maritain, son ouvre philosophique, Paris, Desclee de Brouwer, s.d

- L. FRAGE DE ALMEIDA SAMPAIO, L'intuition dans la philosophie de J. Maritain, Paris, Vrin, 1963.

- U. ECO, La definizione dell'arte, Milano, Mursia, 1968, pp. 102-128. Per indicazioni prettamente bibliografiche si veda:

- D. e J. GALLAGHER, The Achievement of Jacques and Raissa Maritain. A Bibliography 1906-1961, New York, 1962;

- A. PAVAN, La formazione del pensiero di J. Maritain, Gregoriana, Padova, 1967;

- AA .VV., L'ultimo Maritain, «Humanitas», agosto-settembre 1972;

- G. GALEAZZI, Persona, società, educazione in J. Maritain, Milano, Massimo, 1979.

Va infine segnalata l'estetica marxista, pur ricordando che, nel complesso, non ha avuto in Francia contributi di valore assoluto. Essa tuttavia ha il suo inizio in Georges SOREL:

-La valeur sociale de l'Art, Paris, Jacques, 1901.

Dopo SOREL la più importante è senz'altro quella di Henri LEFEBVRE

- Contribution à l'esthétique, Paris, 1953.

Da non scordare neppure l'opera di Roger GARAUDY:

-Esthétique et invention du future, Paris, U.G.E., 1968.

Legata al pensiero marxista, ma sostanzialmente indipendente, è la sociologia dell'arte di Pierre FRANCASTEL (1900-1970) e Jean DUVIGNAUD (1921). I problemi che la sociologia dell'arte apre all'estetica sono senza dubbio molto importanti, così importanti da farci considerare questa parte della sociologia come una delle scienze complementari dell'estetica, come già aveva intuito Charles Lalo. Per questo motivo ricorderemo alcuni aspetti del pensiero di FRANCASTEL che sembrano particolarmente significativi per l'estetica (e tra lasceremo, di conseguenza, gli scritti rivolti in modo più specifico alla critica o alla storia dell'arte).

Di Francastel si veda:

- Art et societé, in L'année sociologique, Paris, P.U.F., 1940-48;

- Technique et esthétique, in «Cahiers internationaux de sociologie», V, 1948, pp.97-116;

- Peinture et societé, Lyon, 1951 (tr. it., Lo spazio figurativo dal Rinascimento al Cubismo, Torino, Einaudi, 1971);

- Art et technique, Paris, Minuit, 1956 (tr. it. Milano, Feltrinelli, 1959);

- Problemes de sociologie de l'art, in Traité de sociologie, a cura di G. Gurtvich, Paris, 1957 (tr. it., Milano, 1967);

- La réalité figurative, Paris, Gonthìer, 1965;

- Esthétique et ethnologie, in AA.VV., Ethnologie, Paris, 1968;

- Etudes de sociologie de l'art, Paris, 1970 (tr. it., Milano, 1976).

Quello della sociologia dell'arte è comunque un campo specifico già molto noto e trattato sul quale daremo solo indicazioni bibliografiche generali ed introduttive. Si può per esempio vedere, come introduzione al problema:

- R. BASTIDE, Les problémes de la sociologie de l'art, in «Cahiers internationaux de sociologie», VI, 1949, pp. 164-70;

- AA.VV., Les arts la Societé, in «Revue Internationale de Sciences sociales», XX,n.4, 1968.

Figura notevole della sociologia dell'arte francese, accanto a Francastel, è senz'altro quella di Jean DUVIGNAUD, di cui ricordiamo:

- Sociologie de l'art, Paris, 1957 (tr. it., Bologna, 1966);

- Problèmes de la sociologie de l'art, in «Cahiers internationaux de sociologie», XVI, 1959, pp. 137-48;

- Réflexions sur l'evolution theatrale au XIX siècle, in «Cahiers internationaux de sociologie», XVIII, 1961, pp. 75-82;

- Sociologie du théatre, Paris, 1965;

- L'acteur, Paris, 1965;

- Spectacle et société, Paris, 1970;

-Le théatre et après, Paris, 1971. Su DUVIGNAUD sì veda:

- M. PERNIOLA, La sociologia dell'arte di J. Duvignaud, in «Rivista di Estetica», settembre-dicembre 1970, pp. 396-402;

- A. LA TORRE, Duvignaud e l'esperienza immaginaria, in AA.VV., Letteratura e comunicazione, Roma, 1972, pp. 76-94;

Interessante anche l'opera di Pierre BOURDIEU (spesse volte già vicina alla estetica «sperimentale»):

- Champ intellectual et projet créateur, in «Les temps modernes», n. 246, 1966, pp. 865-906;

- (in collaborazione con A. DARBEL), L'amour de l'art, les musées et leur public, Paris, Minuit, 1966;

- (in collaborazione con J.C. PASSERON), Les héritiers, les étudiants et la culture, Paris, Minuit, 1966);

- Eléments d'une théorie sociologique de la perception artistique, in «Revue internationale de sciences sociales», n. 4, 1968, pp. 161-76;

- Sociologie de la perception esthétique, in AA.VV., Les sciences humaines et 1'oeuvre d'art, Bruxelles, 1969;

-Esquisse d'une théorie de la pratique, Paris, Droz, 1973;

Interessanti anche gli studi di P. GAUDIBERT sul mercato dell'arte:

- Le marché de la peinture contemporaine et la crise, in «La Pensée», n. 123, ottobre 1965;

- Le marché de l'art, in «Encyclopedie Universalis», vol. II, Paris, 1968.

Si possono moltre segnalare, per quanto riguarda la sociologia della letteratura:

- P. MACHEREY, Pour une théorie de la production littéraire, Paris, 1967 (tr. it., Milano, 1967);

- C. BOUAZIS, Littérature et societé, Tours, 1972;

Bisogna infine ricordare R. ESCARPIT ed il suo ILTAM (Istituto della Letteratura e delle Tecniche Artistiche di Massa), sorto presso l'Università di Bordeaux. ESCARPIT stesso è autore di:

- Sociologie de la littérature, Paris, 1958 (tr. it., Napoli, 1970);

-L'ecrit et la communication, Paris, 1973 (tr. it. Milano, 1976);

- (in collaborazione con R. DARKER), La faim de lire, Paris, Unesco, 1973. Opera collettiva della scuola è invece:

- Le littéraire et le social, Paris, 1970 (tr. it., Bologna, 1972).

Inoltre:

- A. SILBERMANN, Situation et vocation de la sociologie de l'art, in «Revue international des sciences sociale», n. 4, 1968, pp. 617-639.

Per quanto riguarda la sociologia della musica:

- M. BELVIANES, Sociologie musicale, Paris, Payot, 1921;

- A. SILBERMANN, Sociologie de la musique, Paris, P.U.F., 1951;

- P. SCHAEFFER - A. MOLES, A la recherche de la musique concrète, Paris, Seuil, 1952.

Per completezza dovremo infine accennare alle meditazioni sull'arte del cosiddetto STRUTTURALISMO ed al suo «superamento» in terra francese, sul quale esistono comunque molte opere di facile consultazione, e in primo luogo:

- G. PUGLISI, Lo strutturalismo, Roma, Ubaldini, 1969;

- AA..VV., Les chemines actuels de la critique, Paris, 1968 (con ricca bibliografia a cura di D. NOGUEZ).

Altro utile strumento bibliografico è

- A. JACOB, Sur le structuralisme, in «Les Les etudes philosophiques», n. 2, 1969, pp. 173-186.

Inoltre:

- J.B. FAGES, Comprendre le structuralisme, Toulose, 1968;

- J.B. FAGES, Le structuralisme en procés, Toulouse, 1968;

- W. WEIDLE, Art et langage, in «Diogène», n. 66, 1969, pp. 120-140.

- J. COHEN, Structure du langage poétique, Paris, 1966 (tr. it., Bologna, 1972);

- D. DELAS-J. FILLIOLET, Linguistique etpoétique, Paris, 1973.

In verità lo strutturalismo si è interessato principalmente di critica letteraria in molti suoi principali autori (BARTHES, BLANCHOT, in primo luogo) fra i quali, peraltro sarebbe importante operare non poche differenziazioni.

Di Roland BARTHES (19 15-1980) possiamo considerare utili per il nostro discorso - premettendo che la critica strutturalista non è parte specifica della meditazione estetica francese - i seguenti volumi:

- Le degré zero del'ecriture, Paris, Gouthier, 1953 (tr. it., Milano, 1960);

- Mythologies, Paris, Seuìl, 1957 (tr. it., Milano, 1962);

- Essais critiques, Paris, Seuil, 1964 (tr. it., Torino, 1966);

- Le plaisir du texte, Paris, Seuil, 1973 (tr. it., Torino, 1975).

Possono risultare utili anche Sur Racine, Paris, 1963; Critique et verité, Paris, 1966; S/Z, Paris, 1970, ed infine L'empire des signex, Gèneve, 1970. Da segnalare il Système de la mode, Paris, 1967, (tr. it., Torino, 1970);

Per una completa bibliografia degli scritti di Barthes si veda S. HEATH, Vertige du deplacement, Paris, 1974 (tr. it., Bari, 1977).

Vicino a Barthes è l'importante scritto di A.J. GREIMAS:

- Sémantique structurale, Paris, 1968 (tr. it., Milano, 1968).

Sempre nell'ambito della critica letteraria strutturalista si possono ricordare:

- L. GOLDMANN, Pour une sociologie du roman, Paris, 1964 (tr. it., Milano, 1967);

- G. GENETTE, Figures, Paris, 3 volumi (1966, 1972), (tr. it., Torino, 1969, 1975, 1966);

- G. GENETTE, Palimpsestes. La littérature au second degré, Paris, Seuil, 1982;

- AA.VV., Derrida o la lezione di calcolo, «Nuova Corrente», 38, 1981, n. 84 (gennaio-aprile) (con bibliografia).

Particolarmente importante è l'opera di Maurice BLANCHOT:

- L'espace littéraire, Paris, Gallimard, 1955 (tr. it., Torino, 1967);

- La cruelle raison poétique, in AA.VV., A. Artaud et le theatre de notre temps, Paris, 1958, pp. 66-73;

- La livre à venir, Paris, 1959 (tr. it., Torino, 1969);

- Leautreamont et Sade, Paris, Minuit, 1963 (tr. it., Bari, 1974).

Sul pensiero di Blanchot si veda l'interessante libro:

- P. DEMAN, Cecità e visione, Napoli, Liguori, 1975; Bisogna infine brevemente ricordare l'opera di Jacques DERRIDA:

- L'écriture et la différence, Paris, Seuil, 1967 (tr. it., Torino, 1971);

- La grammatologie, Paris, Minuit, 1967 (tr. it., Milano, 1969);

-La vérité en peinture, Paris, Flammarion, 1978 (tr. it., Roma, 1981). Su di lui e l'estetica si veda D. GIOVANNANGELI, Ecriture et répetition, Paris, U.G.E., 1979.

Si vedano infine gli articoli di:

- P. RAFFA, Due culture in «Nuova Corrente», 1961, n. 23 e Estetica semiologica, linguistica e critica letteraria, in «Nuova Corrente», n. 36, 1965;

- AA.VV., Derrida o la lezione di calcolo, «Nuova Corrente», n. 34, 1981 (con bibliografia).

Prima di concludere questa seconda parte della bibliografia, ci sembra giusto segnalare alcune opere che era difficile inserire in uno dei settori particolari.

In primo luogo va infatti ricordato il pensiero, vicino a Focillon, di Lucien RUDRAUF, studioso da «scoprire» più che da «riscoprire»:

- E. Delacroix et le problème du Romantisme artistique, Paris, Laurens, 1942;

- L'Annunciation. Etude d'un thèse plastique, Paris, Grau, 1943.

Interessante è anche ricordare alcune ricerche particolari operate dall'estetica francese, per esempio quella sulla categoria del «Brutto»:

- R. POLIN, Du laid, du mal, du faux, Paris, P.U.F., 1948;

- L. KRESTOVSKY, La laideur dans l'art à travers les âges, Paris, Seuil, 1948;

- L. KRESTOVSKY, Le problème spiritual de la beauté et de la laideur, Paris, P.U.F., 1948;

- G. LASCAULT, Le monstre dans l'art occidentai. Un probleme esthétìque, Paris, Klincksieck, 1973.

Nella prima metà del secolo si sviluppano anche meditazioni sul teatro, già presenti nella «Revue d'esthétique»:

- A. VILLIERS, La psychologie du comédien, Paris, Lieuter, 1946;

- A. VILLIERS, Prostitution de l'acteur, Paris, Le Pavois, 1946;

- A. ARNOLD, L'avenir du théatre, Paris, Savel, 1947;

- A. VEINSTEIN, La mise en scène théatrale et sa condition esthétique, Paris, Flammarion, 1955;

- M. SAISON, Propos sur une création théatrale, in «Revue d'esthétique», n. 4, 1972, pp. 379-390.

- si vedano le indicazioni bibliografiche contenute nel n. 1, gennaio-marzo 1960 della «Revue d'esthétique».

Particolarmente numerosi sono i contributi dell'estetica francese sul cinema, contributi che ne esaminano gli aspetti estetici, storici, sociali, ecc.

Già nel 1926 un gruppo di studiosi inizia un'opera molto importante dedicata al cinema muto:

- AA.VV. (fra cui Allendy, Dullin, Landry, Mac Orlan, Naurois, Vuillermoz), L'Art cinématographique, 8 vol., Paris, Alcan, 1926-29.

Oltre ai numeri della «Revue d'esthétique» dedicati al cinema ricordiamo:

- A. BRAUN-LARRIEU, Le rôle social du Cinéma, Paris, Ciné-France, 1938;

- G. COHEN-SEAT, Principes d'une philosophie du cinéma, Paris, P.U.F., 1946;

- M. MARTIN, Le langage cinématographique, Torino, Le Cerf, 1955;

- A. LAFFAY, Logique du cinéma, Paris, Masson, 1956;

- A. BAZIN, Qu'est-ce-que le cinema?, Paris, Le Cerf, 1958;

- J. MITRY, Esthétique et psychologie du cinéma, Paris, 1963;

- J. PARIS, L'espace et le regard, Paris, Seuil, 1965;

- M.BURCH, Praxis du cinéma, Paris, Gallimard, 1969;

- J.P. LEBEL, Cinéma et ideologie, Paris, Ed. Sociales, 1971;

- B. AMENGUAL, Clefs pour le cinéma, Paris, Seghers, 1971;

- D. NOGUEZ, La dimension politique du cinéma, in «Champ libre», Montreal, n. 1, luglio 1971;

- J. PIVASSET, Essai sur la signification politique du cinéma, Paris, Cujas, 1971.

Da segnalare inoltre le opere di Charles METZ:

- Le cinéma, langue ou langage? in «Communication», n. 4, 1964;

- Essai sur la signification au cinéma, 2 vol., Paris, Klincksieck- 1971 (tr. it., Milano, 19802);

- Le signifiant imaginaire, Paris, U.G.E., 1977.

A Metz si oppone, con un diverso metodo d'analisi strutturale, J.A. BIZET Les structuralistes, la notion de structure et l'esthétique du film, in «La Pensée», n. 137, 1968.

 

 

C) L'estetica contemporanea

Molte sono le correnti nelle quali l'estetica francese contemporanea si èsviluppata dimostrandosi quell'estetica «della dispersione» di cui parla Dufrenne riprendendo Lascault. In questo notevole insieme di studi vogliamo individuare il maggior numero di correnti unitarie partendo da quell'estetica «sperimentale» che, pur mutuando suggestioni derivate da altri ambienti culturali, si sviluppa in Francia con grande forza dando origine ad un ponderoso «corpus» di scritti ed alla Rivista «Sciences de l'art», rivista che dal 1964 al 1968 costituisce una diretta emanazione del parigino Istituto di Estetica e che, dal 1968 stesso, diviene l'organo internazionale dell'estetica scientifica affiancando agli articoli, scritti per lo più in francese, riassunti in inglese o tedesco. Questa seconda parte della vita di «Sciences de l'art» è, dal nostro punto di vista, meno interessante, anche perché via via tende sempre più ad assumere l'aspetto di una rivista non di estetica ma di vera e propria psicologia sperimentale.

Pur di nazionalità rumena possiamo considerare importante per questo genere di studi l'opera, scritta in francese, di Pius SERVIEN, collaboratore della «Revue d'esthétique». I suoi scritti, che hanno presupposti in studi di fisiologia, si occupano del problema del ritmo e quindi anche dell'estetica musicale.

Ricordiamo:

- Les rythmes comme introduction physique à l'esthétique, Paris, Boivin, 1930;

- Principes d'esthétique, Paris. Boivin, 1932-35;

- Lyrisme et structures sonores, Paris, Boivin, 1934;

- Sciences et poésie, Paris, Flammarion, 1947;

- Science et esthétique, in «Revue d'esthétique», n. 2, aprile-giugno 1948; pp. 141-160;

- Esthétique: musique, peinture, poésie; science, Paris, Payot, 1953;

-Art et langage, in «Revue d'esthétique», n. 1, gennaio-marzo 1955;

-Sagesse et poésìe, Paris, Payot, 1958;

Un altro libro indicativo del tipo dì analisi estetica psicologico-statistica dello sperimentalismo francese è

- L. BOPP, Les Beaux-Arts en France. Complement à la philosophie de l'art, Paris, Gallimard, 1956.

Gli studi di A. MOLES possono poi essere considerati veramente alla «avanguardia» di questa estetica sperimentale e tecnologica:

- Essai de classification des méthodes de preparation du signal musical, in «Annales des Télécommunications», n. 7-8, 1950;

- Note sur un test projectif sonore, in «Notes du Centre d'Etudes Radiophoniques», luglio 1955;

- Machine à musique: du phonogéne au Vocader, in «Revue Musicale», 1957;

- La création scientifique, Genève, 1957;

-Théorie de l'information et perception esthétique, Paris, Flammarion, 1958 (tr. it., Roma, Lerici, 1969);

- Aspects informationelles des problemes d'une poétique, in «Mediation», n. 1, 1962;

- Sociodynamique de la culture, Paris, Mouton, 1967 (tr. it., Bologna, 1971);

- Art et ordinateur, Paris, Casterman, 1971;

- Le Kitsch. L'art du bonheur, Paris, Mame, 1971 (tr. it., Roma, 1979). Inoltre, in collaborazione con P. SCHAEFFER, À la recherche de la musique concrète, Paris, Seuil, 1952.

Infine, su «Sciences de l'art».:

- L'esthétique experimen tale dans la nouvelle societé de consommation, n. 3, 1966, pp. 23-30.

Il vero e proprio padre dell'estetica sperimentale (che pur nasce con la «benedizione» di E. Souriau) è tuttavia Paul FRAISSE, del quale ricordiamo le seguenti opere:

- Recherches sur les lois de la perception des formes, in «Journal de Psychologie», 35, 1938, pp. 415-423;

- Contribution à l'etude du rythme en tant que forme temporelle, in «Journal de psychologie», 39, 1946, pp. 283-304;

- Influences des attitudes et de la personnalité sur la perception, in «Année psychologique», 49, 1949, pp. 237-247;

- Les structures rytmiques, Nauwelaerts, 1956; Inoltre, su «Sciences de l'art»:

- P. FRAISSE, Rythmes spontanés et rythmes musicaux, 1966, 3, pp. 163-171.

Si veda inoltre:

- AA.VV., Psychologie expérimentale et comparée. Hommage a P. Fraisse, Paris, 1977.

Il maggior esponente dell'estetica sperimentale è però Robert FRANCES, del quale segnaliamo le seguenti opere:

- La perception de la musique, Paris, Vrin, 1958;

- Le développement perceptif, Paris, P.U.F., 1962;

- La perception, Paris, P.U.F., 1963;

- Limites et nature des effets de prestige: notorieté de l'auteur et jugement de l'oeuvre, in «Journal de psychologie», n. 4, ottobre-dicembre 1963;

- Psychosociologie du public musical (inchiesta sulle scelte di musica «classica» della popolazione della regione parigina non pubblicata ma reperibile dattiloscritta nell'Istituto di Estetica dell'Università di Parigi) (1963);

- La perception des formes et des objects, in AA.VV., Traité de psychologie experimentale, t. VI (La perception), Paris, P.U.F., 1963;

- Quelques aspects du développement perceptif, Paris, P.U.F., 1963;

- Le problème de la perception depuis la Gestalttheorie, in «Bulletin de psychologie», 1966;

- Psychologie de l'esthétique, Paris, P.U.F., 1968.

Inoltre, in collaborazione con H. VOILLAUME:

- Une composante du Jugement pictural: la fidélité de la représentation, in «Psychologie française», 9,1964, pp. 24 1-256;

Su «Sciences de l'art» (di cui FRANCES è direttore) si veda:

- La langue musicale dans la societé contemporaine, n. 1, 1964, pp. 29-46;

- Variations génétiques et différentielles des critéres du jugement pictural, n. 3, 1966, pp. 119-135;

Inoltre:

- Recherches electrographique sur la perception de la musique, in «Année de psychologie», n. 56, 1956.

La più utile bibliografia sull'estetica sperimentale è

- D. HUISMAN, Pour une esthétique de laboratoire, in «Revue générale des Sciences», 1954.

Per quanto riguarda i rapporti con la matematica si veda:

- P. MONTEL, L'art et les mathématiques, in «Bulletin de l'Association pour l'avancement du sciences», 1949, pp. 62-80.

Su «Sciences de l'art» possiamo segnalare, oltre ai contributi già citati:

- E. SOURIAU, Sur l'etude des émotions esthétiques intenses, n. 1,1964, pp. 4-48;

- L. BRION-GUERRY, L'evolution générale de l'expression de l'espace dans la peinture occidentale, ivi, pp. 47-71;

- R. PASSERON, Les débuts du peintre, ivi, pp. 115-134;

- J. COHEN, Structures de la versification, n. 2, 1965, pp. 1-41;

- F. MOLNAR, Contribution à l'etude expérimentale de la composition picturale, ivi, pp. 42-57;

- G. OLERON, Jugement esthetique et temps de decision, n. 3, 1966, pp 47-67;

- P. BARBAUD, Structure et simulation de l'harmonie classique et son évolution, ivi, pp. 147-55;

- n. 4, 1967, integralmente dedicato allo spazio con i seguenti contributi:

- M. ZERAFFA, Espace et imagination: la revolution romanesque des années '20, pp. 5-18;

- J.P. FAYE, L'écriture: espace, dessin, pp. 19-23;

- M. GUIOMAR, L'espace hanté, pp. 24-5 3;

- A. VILLIERS, L'espace scenique dans l'esthétique du jeu central, pp. 77-87;

- R. PASSERON, La peinture contre l'espace, pp. 146-49;

- R. PAGES, La signification de conduites esthétiques comme régulateurs d'art et d'action, n. 1, 1968, pp.2l-28;

- M. IMBERTY, Recherches sur la genèse du sentiment de consonance, ivi, pp. 29-44;

Particolarmente significativi per mostrare le ultime tendenze, orientate verso studi psicologici dove l'opera d'arte è solo l'occasione per la ricerca e non il suo vero e proprio oggetto e soggetto sono i seguenti articoli di «Sciences de l'art»:

- P. ROUBERTOUX, Contributions des variables psycho-sociales à l'orientation des choix esthétiques spontaneés, n. 2, 1968, pp. 35-48;

- Y. BERNARD, Elements pour une etude des mecanismes de rèférence esthétique, n. 1-2, 1970, pp. 7-13;

- R. VOLMAT-G. ALLERS, Représentations sado-masochistes dans les dessins d'un delinquant sexuel, ivi, p. 25 (articolo che ben mostra la lontananza di queste posizioni dall'estetica francese tradizionalmente intesa; se infatti esso sarà utile per spiegare la psicologia sado-masochista non ci dirà proprio nulla neppure limitatamente alle «forme» dei disegni sadomasochisti);

- M. DENIS, L'acces de l'enfant au message filmique, ivi, pp. 33-41

- M. IMBERTY, Intégration formelle et pouvoir impressif de l'oeuvre musicale, n. 1-2, 1974, pp. 15-32.

L'estetica sperimentale, ai suoi inizi nell'attuale forma, era tuttavia legata a psicologia e sociologia in modo molto meno evidente rispetto agli ultimi numeri di «Sciences de l'art». Lo dimostrano una serie di libri ed articoli fra i quali segnaliamo in primo luogo quelli di Fahkir HUSSAIN

- Quelques problémes d'esthétique experimentale, in «Sciences de l'art», n. 1, 1965;

-Le jugement esthétique, Paris, Minard, 1967, prèface de E. Souriau.;

- Logique et méthodologie du jugement esthétique, Abbeville, Paillart, 1968.

Particolarmente utili per capire alcuni sviluppi dell'estetica sperimentale sono i seguenti testi di psicologia:

- I. MEYERSON, Les fonctions psychologiques et les oeuvres, Paris, Vrin, 1948;

- R. VOLMAT, L'art psychopathologique, Paris, P.U.F., 1956;

- P. GUILLAUME, La psychologie et la forme, Paris, Flammarion, 1961;

- AA.VV., Psychologie expérimentale, fondamentale et appliquée, numero monografico di «Psychologie française», marzo 1969.

L'estetica sperimentale ha offerto contributi in molti campi. Sul giudizio estetico, oltr agli scritti di Hussain, si ricorderà:

- P. BORDIEU, La distinction. Critique sociale du jugement, Paris, Minuit, 1980.

Inoltre problemi inerenti la pittura e le arti plastiche, che si sviluppano anche in modo indipendente dall'estetica sperimentale:

- L. BRION-GUERRY, Cézanne et l'expression de l'espace, Paris, Flammarion, 1950;

- J. BAZAINE, Notes sur la peinture d'aujourd'hui, Paris, Seuil, 1953;

- O. REVAULT-D'ALLONES, Peut-on connaître les faits d'art, in «Meditations. Revue des Expressions contemporaines», n. 2, 1961.

- R. PASSERON, L'oeuvre picturale et les fonctions de l'apparence, Paris, Vrin, 1962;

- N. MOULOUD, Formes structurées et modes productifs, Paris, SEDES, 1963;

- N. MOULOUD, La peinture et l'espace, preface de E. Souriau, Paris, P.U.F., 1964 (tr. it., Bari, 1976);

- A. COUPLEUX, Préliminaires à une etude sur le contenu psychique des couleurs, thèse, Université de Paris, 1963;

- F. MOLNAR, Les mouvements exploratoires des yeux dans la composition picturelle, in «Sciences de l'art», n. 1, 1964;

- M. BUTOR, Les mots dans le peinture, Paris, 1969;

- H. DAMISCH, Théorie du nuage, Paris, 1972;

Interessi anche per il linguaggio del romanzo e per il teatro:

- M. ZERAFFA, Aspects psychologiques du langage romanesque, Thése, Université de Paris, 1961;

- M. ZERAFFA, Thémes psychologiques et structures romanesques dans l'oeuvre de Proust, in «Journal de Psychologie», n. 2,1961;

- P. GINESTIER, Esthétique des situations dramatiques, Paris, PUF, 1961.

Per far comprendere i campi molto Vasti degli interessi dell'estetica sperimentale si potranno ricordare:

- E. ROUDNITSKA, L'esthétique en question. Introduction à une esthétique de l'odorat, Preface de E. Souriau, Paris, P.U.F., 1977.

Inoltre:

- G. MARCHAL, Contribution à l'etude du sentiment esthétique, in B.I.N.O.P., 14, 1958, pp. 82-93 e 15, 1959, pp. 249-57;

- P. JAMPOLSKY, La personnalité et les préférences esthétiques chez l'adulte, in «Année psychologique», 54, 1954, pp. 377-95.

- J. ELLUL, L'empire du non-sens. L'art et la societé technicienne, Paris, P.U.F.. 1980.

All'interno dell'estetica sperimentale sono inoltre riscontrabili molti rapporti con la pedagogia, rapporti che avevano già dato origine in Francia ad interessanti studi:

- M. BRAUNSCHVIG, L'art et l'enfant, Paris, Didier, 1907;

- P.A. LASCARIS, L'éducation esthétique de l'enfant, Paris, Alcan, 1927;

- R. de SINETY, De l'enseignement supériore de la philosophie et de l'esthétique, in AA.VV., Etudes de psychologie pedagogique, Paris, 1927.

Inoltre:

- J. SUBES, La sensibilité de l'enfant à l'art pictural, in «Enfance», 1955, pp. 345-368;

- J. SUBES, Sensibilite esthétique enfantine et influence du milieu, in «Enfance», 1957, pp. 43-65;

- P. MACHOTKA, Le développement des critères esthétiques chez l'enfant, in «Enfance», 1963, pp. 357-379.

Altro originale capitolo dell'estetica francese contemporanea quello dedicato all'estetica industriale, termine che è ampio e comprensivo delle ricerche sul design. Strumenti fondamentali sono:

- D. HUISMAN-G. PATRIX; L'esthetique industrielle, Paris, P.U.F., 1961;

- Revue «Esthétique industrielle», dal 1949;

- AA.VV., L'esthétique industrielle, «Revue d'esthétique», gennaio-giugno 1951;

- Atti del II Congresso di Estetica industriale, Paris, 1953;

- L. LONGCHAMBON, L'esthétique industrielle, in Encyclopedie française, t. XIII, Larousse, 1961.

Le origini dell'estetica industriale vanno ricercate, in Francia, negli scritti di LE CORBUSIER, e negli studi di autori anglosassoni (per esempio H. READ, Art and industry, London, 1954).

Fra i filosofi e gli estetologi si potranno invece ricordare Paul SOURIAU ed Etienne SOURIAU.

Ma è soprattutto al di fuori dell'area culturale francese, ovvero nella Bauhaus, che va ricercata l'origine teorica di questo movimento.

Il fondatore in Francia dell'Istituto di estetica industriale fu Jacques VIENOT, autore di La république des Arts, Paris, Stock, 1940. L'Istituto viene da lui fondato nel 1951, anche se già nel 1930 Vienot aveva dato origine ad una consimile associazione internazionale (PORZA) che riprende in Francia le idee della Bauhaus. Da questa «scuola» hanno origine una notevole quantità di studi:

- R. LOEWY, La laideur se vend mal, Paris, Gallimard, 1953;

- A. HERMANT, Formes utiles, Paris, Editions des Beaux-Arts, 1959;

- AA.VV., Entreprise et esthétique, Paris, UNESCO, 1960.

Importante pure da considerare il lavoro collettivo L'esthètique industrielle aux Etats-Unis, Paris, O.E.C.E. 1959.

Particolarmente importante nell'area dell'attuale ricerca estetica francese è la «poietica» di René PASSERON, che ha coordinato il lavoro del gruppo di ricerche estetiche del CNRS, lavoro che ha dato origine a ben quattro volumi, che costituiscono uno dei maggiori risultati dell'estetica contemporanea:

- Recherches poiétiques, tome I, Paris, Klincksieck, 1974, dove sono contenuti importanti scritti dello stesso PASSERON (La poiétique), di T. TODOROV (De la genèse litteraire), di E. SOURIAU (La notion d'oeuvre), di M. Zeraffa, R. Bellour, M. Scriabine, F. Zimmermann, D. e J .T. Bosseur, K. Kerenyi, I. Guillerme, N. Blumenkranz-Onimus e F. Popper;

- Recherches poiétiques, tome II, Paris, Klincksieck, 1976, volume dedicato ai «materiali», contiene importanti «verifiche sperimentali» su cosa si debba intendere per «poietica». Si segnala, in particolare, il saggio di R. PASSERON, Poiétique et nature;

- La création collective, Paris, Clancier-Guénaud, 1981 (volume III delle Recherches poiétique);

- Création et repétition, Paris, Clancier-Guénaud, 1982 (volume IV delle Recherches poiétique).

Di Réne PASSERON, che appartiene al comitato di redazione della «Revue d'esthétique», si ricorda inoltre:

- L'oeuvre picturale et les fonction de l'apparence, Paris, Vrin, 1969;

- Clefs pour la peinture, Paris, Seghers, 1969;

- L'oeuvre d'art et ses significations, Paris, 1969.

Molto importante nell'ambito dell'estetica contemporanea sono anche quegli autori che, prendendo spunto dal volume di autori vari dedicato a M. Dufrenne (Vers une esthétique sans entrave, Paris, U.G.E., 1975), non esitano a dichiarare «sans entrave» la loro stessa estetica. I testi di questi autori, che spesso si volgono più alla critica o alla storia delle arti che all'estetica filosofica propriamente detta, si trovano nelle due collane di estetica dirette da Dufrenne per la Klincksieck e la collezione 10/18 della U.G.E.. Vanno qui segnalati:

- di Marc LE BOT, già allievo di Francastel, redattore della «Revue d'esthétique», Peinture et machinisme, Paris, Klincksieck, 1973; Figures de l'art contemporaine, Paris 10/18, 1976 e L'oeil du peintre, Paris, Gallimard, 1982;

- di G. LASCAULT, che per primo ha parlato di «estetica della dispersione», riuscendo così a ben definire vari aspetti del pensiero a lui contemporaneo: Le monstre dans l'art occidental, Paris, Klincksieck, 1973; Figurées, defigurées. Petit vocabulaire de la féminité représenté, Paris, 10/18, 1977 e infine Ecrits timides sur le visible, Paris, 10/18, 1979. Anche Lascault è redattore della «Revue d'esthétique».

Nella collana della Klincksieck è stato pubblicato anche il volume Discours/Figure dii .F. LYOTARD. Inoltre, limitandosi ai titoli di autori francesi, non citati in altra parte di questa bibliografia;

- M. ZERAFFA, Personne et personnage. Le romanesque des années 1920 aux années 1950, 1969;

- J.P. MARTINON, Les metamorphoses du désir et l'oeuvre. Le texte d'Eros ou le corps perdu, 1970;

- P. SANSOT, Poétique de la ville, 1971. Il problema di ridisegnare la città èfrequentemente affrontato dagli estetologi contemporanei. Lo stesso problema si presenta per il paesaggio in un volume di Sansot pubblicato nel 1983 sempre nella collana della Klincksieck dal titolo Variations paysagéres;

- L. MARIN, Etudes sémiologiques, 1971.

In questa collana trova posto anche lo studio di Olivier REVAULT D'ALLONES, condirettore della «Revue d'esthétique» e professore alla Sorbonne, che ha permesso un'apertura «politica» dell'estetica francese:

- La creation artistique et les promesses de la liberté, 1973; anche se dedicato in modo particolare allo studio di poetiche pittoriche e musicali, questo volume contiene importanti indicazioni metodologiche che rimandano a E. Souriau ma anche a I. MEYERSON, già citato, ma di cui ancora si dirà più avanti.

Infine, in questa collana che ha pubblicato anche la traduzione della Teoria estetica di Adorno (e un saggio di R. COURT, Adorno et la nou velle musique), sono apparsi i seguenti saggi, come sempre ondeggianti fra l'estetica e lo studio delle poetiche:

- R. COURT, Le Musical. Essai sur les fondements anthropologiques de l'art, 1976;

- A. VILLIERS, La scène centrale. Esthétique et pratique du théatre en ronde, 1977;

- M. SAISON, Imaginaire/Imaginable. Parcours philosophique à travers le théatre et la médicine mentale, 1980.

In questa stessa collana sono stati pubblicati i tre volumi della importante ricerca, coordinata da L. BRION-GUERRY, e condotta dal gruppo del CNRS su L'Année 1913. Les formes esthétiques de le oeuvre d'art à la veille de la Première Guerre mondiale.

La collezione 10/18 della U.G.E. forse mostra meglio ancora i caratteri «dispersi» dell'attuale estetica francese e i suoi ondeggiamenti verso la critica specifica delle singole arti. In questa collana sono stati peraltro pubblicati sia Art et politique di Dufrenne sia La couronne d'herbes di Souriau. Le principali opere qui edite, non citate in precedenza, sono le seguenti:

- A. KOPP, Changer la vie, changer la ville, 1975;

- C. CLEMENT, Miroirs du sujet, 1975;

- J.-J. NATTIEZ, Fondements d'une sémiologie de la musique, 1975;

- D. NOGUEZ, Le cinéma, autrement, 1977;

- D. CHARLES, Gloses sur J. Cage, 1977;

- E. ANDREANI, Antitraitéd'harmonie, 1978;

- D. AVRON, L'appareil musical, 1979;

- A. CAUQUELIN, Cinévilles, 1979;

- C. BALLIF, Voyage de mon oreille, 1979.

Vi sono, oltre alle due collezioni dirette da Dufrenne, altre tendenze di studi estetici contemporanei. In primo luogo bisogna ricordare quella d'ispirazione «psicologica» sorta intorno a I. MEYERSON, direttore del «Journal de psychologie» e figura centrale del gruppo di ricerca di psicologia comparativa. Una sua opera del 1948 (la già citata Les fonctions psychologiques et les oeuvres, Paris, Vrin) ha molto influenzato l'estetica di Revault d'Allones e Passeron. Inoltre MEYERSON aveva curato il numero monografico del «Journal de psychologie» del giugno 1951 dal titolo Formes de l'art, formes de l'esprit. Per approfondire il rapporto fra la sua psicologia comparativa e l'estetica si possono vedere:

- AA.VV., Problèmes de la couleur (Atti del convegno del Centre de Recherches de Psychologie comparative, Paris, mai 1954), a cura di I. MEYERSON, Paris, Sevpen, 1957;

- AA.VV., Psychologie comparative et art (En hommage a I. Meyerson), Paris, P.U.F., 1972.

Anche di recente il «Joumal de psychologie» (fondato da P. Janet e G. Dumas) si è occupato di problemi estetici e artistici, in particolare con i due seguenti numeri monografici:

- Recherches et analyses d'art, gennaio-marzo 1978;

- Thèmes d'art: arts plastiques, musiques, arts du langage, gennaio-giugno, 1983. Anche la «Revue Française de psychanalyse» ha dedicato un numero monografico all'estetica: Esthétiques, gennaio-febbraio 1974.

Numerosi numeri monografici di riviste francesi sono state dedicate all'estetica. In particolare:

- Problèmes actuelles de l'esthétique, «Revue internationale de philosophie» 28, n. 109, 1974;

- Avant-garde et esthétique, «Les études philosophiques», n. 2, aprile-giugno 1975.

L'estetica contemporanea si è occupata in modo prevalente, anche al di là di specifiche collane, del problema della creazione e dell'espressione artistica. In particolare si segnalano i recenti:

- J. CASSOU, La creation des mondes. Essai sur l'art, Paris, Editions ouvriére, 1971;

- J. GALARD, Mort des beaux-arts, Paris, Seuil, 1971;

- AA.VV., Art et science de la creativité (Colloque de Cerizy), Paris, U.G.E. 10/18, 1972;

- T. TODOROV, Poétique, in AA.VV., Qu'est ce que le structuralisme?, Paris, 1968 (tr. it., Milano, 1973);

- D. ANZIEU, Vers une métapsychologie de la création, Paris, Dunod, 1974;

- AA.VV., Psychanalyse du génie créateur, Paris, Dunod, 1974;

- F. AUBRAL, Génie de la création. Politique esthétìque, Paris, Sychoner, 1982

- N. GRIMALDI, L'art ou la feinte passion, Paris, P.U.F., 1983.

Per approfondire la conoscenza di T. TODOROV, legato allo strutturalismo critico di R. Barthes, si veda la recente traduzione italiana del suo Teorie del simbolismo, a cura di C. De Vecchi, Milano, Garzanti, 1984. Numerosi, e di varie tendenze, sono altri contributi teorici al moderno dibattito estetico. Ricordiamo:

- C. BRUNET, Prolégomenes a une esthétique integrale, Paris, Sedes, 1962;

- R. BORDIER, L'objet contre l'art, Paris, Hachette, 1972;

- E. GANS, Essais d'esthétique paradoxale, Paris, Gallimard, 1977;

- Y. EYOT, Genèse des phénomenes esthétiques, Paris, Edition sociales, 1978.

- La «Revue d'Esthétique»

La «Revue d'esthétique», nata nel 1948 con Lalo, Bayer e Souriau, è stata inizialmente pubblicata dalla P.U.F. (1948-1964) per poi passare alla Klincksieck con una «seconda serie» (1964-1974) che in realtà non muta nè la veste tipografica nè i contenuti della prima accentuando solo il carattere monografi- co di alcuni numeri.

La vera e propria «rivoluzione» si ha a partire dal secondo semestre del 1974 quando la «Revue» cambia editore venendo pubblicata come un volume della collezione 10/18 della U.G.E. Ciò permette, come scrive la Redazione nell'ultimo numero della vecchia serie, di essere presente in più numerosi punti di vendita, quintuplicando così la tiratura; ma comporta, oltre al notevolissimo mutamento della veste esterna, anche una notevole modificazione contenutistica in quanto, obbligatoriamente, ogni numero deve essere un «libro» e quindi, pur senza rinunciare ad alcune rubriche «fisse», deve trattare un argomento singolo e definito.

Per questo motivo, elencando alcuni punti trattati dalla «Revue», abbiamo pensato di distinguere in modo abbastanza netto ciò che la «Revue» stessa era «prima» del 1974 e ciò che è stata «dopo» tale data pur mantenendo invariato il direttore (M. DUFRENNE) ed il Redattore capo (O. REVAULI-D'ALLONES, in seguito condirettore).

Segnaliamo infine che non si vuole qui elencare tutto quanto è stato scritto sulle pagine della «Revue d'esthétique» ma solo mostrare, per problemi, l'ambito molto ampio del suo lavoro. Per questo motivo, in linea di massima, non citeremo di nuovo i vari scritti di Souriau, Lalo, Bayer e Dufrenne che sono facilmente ritrovabili in quei settori della bibliografia a loro dedicati.

Per tornare tuttavia alle origini della rivista ed alla sua costante volontà di affiancare al discorso teorico l'attento esame delle opere d'arte vorremmo segnalare alcuni indirizzi generali di ricerca individuabili, al di là delle personali differenze, in tutti i collaboratori della «Revue d'esthétique».

Proprio nel n.1 (gennaio-marzo 1948) abbiamo infatti un articolo di G. DUHAMEL dal titolo Sur les conditions de la recherche dans les arts (pp. 11-15) che ci indica che sono proprio queste condizioni, nel loro mutare storico, nel concreto divenire dell'oggetto, a costituire il principale interesse dell'estetica francese. L'intuizionismo invece - crociano e bergsoniano che sia - non può condurre ad una «scienza estetica» poiché ci pone sul piano incostante ed effimero dell'illusione: «ciò che si chiama spontaneità creatrice - scrive L. RUDRAUF (n. 2, aprile-giugno 1948: L'illusione creatrice) - non è altro che obbedienza istintiva a delle costrizioni formali». Prima di pronunciare il Fiat Lux- continua Rudrauf - «l'Autore dell'Universo promulga un irrevocabile Fiat lex». Le scelte dell'artista dunque non sono meramente personali od arbitrarie ma derivano dalla sua sottomissione, incosciente e ragionata, a delle leggi di organizzazione.

Tale rifiuto teorico di un'estetica verbale (che ha le sue radici critiche in Valéry), l'interesse dell'estetica francese e della sua rivista si incentra sul problema della creazione. Su di esso si può vedere lo scritto dii. KRAFFT (Sur la psychologie de l'inspira tion, n. 1, gennaio-marzo 1949, pp. 48-66), di H. BONNET (Objet de l'art, n. 1, gennaio-marzo 1950).

La «Revue d'esthétique» rispecchia insomma ciò che potremmo chiamare «l'oggettivismo realista» dell'estetica francese del Novecento, la quale ha raggiunto, come profondo momento unitario, la consapevolezza che «l'oggetto bello è una traccia d'azione, una traccia di manovra» (R. BAYER, Essais sur la méthode en esthétique, Paris, Flammarion, 1953, p. 109).

Numerosi sono infatti gli articoli di estetica teorica e generale che possiamo individuare nella «Revue d'esthétique», fra i quali:

- A. SALICETI, Art et religiosité, n. 1, gennaio-marzo 1951, pp. 72-87;

- M. deTRYON-MONTALEMBERT, Beauté naturelle et presence, n. 1, gennaio-marzo 1952, pp. 1-17;

- C. SAULNIER, Esthétique et connaissance, n. 4, ott.-dic. 1952, pp. 411-425;

- H. HUNGERLAND, Sur l'unicité de l'expérience esthétique, n. 1, gennaio-marzo 1954, pp. 1-9;

- H. LEMAITRE, L'artiste et la nature, n. 4, ott.-dic. 1954, pp. 346-65;

- M. PERIGORD, Art et metaphysique chez L. Lavelle, n. 1, gen.-marzo 1955, pp. 62-78;

- G. PICON, Le jugement esthétique et le temps, n. 3, aprile giugno 1955, pp. 135-1 56;

- E. HEIDSIECK, L'essence de'art et sa destination, n. 4, ott.-dic. 1955, pp. 389-398;

- O. REVAULT-D'ALLONES, Science esthétique et science juridique, n. 3, luglio-settembre 1956, pp. 229-248;

- R. FRANCES, Esthétique: problemes et méthodes, n.1, gennaio-marzo 1962, pp. 12-29;

- J. CLAIR, Création et presence, n. 2, 1965, pp. 1 55-62 (a partire dal 1964 non sono più indicati i mesi di uscita);

- P. HESSE, L'ìnsoumission de l'art, n. 2, 1969, pp. 167-186.

L'oggettiva presenza delle opere d'arte è riconosciuta anche attraverso la determinazione delle sue categorie costitutive. In primo luogo è stata molto studiata la categoria estetica del comico a partire da Bergson e Lalo. Ricordiamo infatti, fra parentesi, le seguenti opere che ci mostrano tale interessamento:

- CH. LEVEQUE, Le rire dans l'esprit et dans l'art, in «Revue des deux mondes», XLVII, settembre 1863, pp. 107-139;

- C. SAULNIER, Le sens du comique, Paris, 1940;

- C. SAULNIER, Technique etpsychologie du comique, Marseille, 1948;

- E. AUHOIN, Les genres du risible, Paris, 1948.

Sulla «Revue d'esthétique» sono invece da segnalare i seguenti contributi:

- R. BAYER, De la nature de l'humour, n. 4, ott.-dìc. 1948, pp. 329-48;

- CH. LALO, Le comique et le spirituel, nn. 3-4, luglio-dicembre 1950, pp. 310-327;

- M. GUTWIRTH, Réflexions sur le comique, nn. 1-2, gennaio-luglio 1964, pp. 7-39;

- O. REVAULT-D'ALLONES, Le comique, the comic, die Komik, nn. 3-4, 1966, pp. 364-374;

- D. NOGUEZ, Structure du langage humoristique, n. 2, 1955, pp. 141-54;

- si veda inoltre il riassunto della conferenza alla Società francese di Estetica (riassunti periodicamente riportati dalla «Revue») tenuta da A. CHASTEL il 19.11.1955 dal titolo L'art moderne et le jeu sul n. 4 - ottobre-dicembre 1955.

Si ricorda infine che il problema del comico è spesso trattato, anche se non in modo specifico, dalle opere di BATAILLE, che polemizza con Bergson.

Notevole attenzione sarà prestata anche alla categoria del tragico sulla quale si segnalano, nella «Revue d'esthétique», i seguenti contributi:

- M. GUICHETAU, Tragique et tragédie, n. 4, ott.-dic. 1957, pp. 444-58;

- BAYER, Structure du drame, n. 1,gennaio-marzo 1960;

- E. SOURIAU, Paysages shakesperiens et paysages raciniens, ivi;

- A. WEISS, L'espritde la tragédie, n. 4, ott.-dic. 1963, pp. 37 1-387;

- L. STERN, Introduction à une théorie de la tragèdie, n. 2,1965, pp. 141-165.

La «Revue d'esthétique» ha tuttavia meglio mostrato la sua vivacità culturale nel campo delle arti con i numerosi numeri monografici.

Eccone i temi dal 1948 al 1974:

- L 'esthétique industrie/le, nn. 3-4, luglio-dicembre 1951. E' un numero che introduce in Francia un problema in realtà già presente nel secolo precedente. Oltre agli scritti di SOURIAU e di LALO si possono ricordare:

-P. GUASTALLA, Esthétique industrielle et art plastique, pp. 135-45;

- J. KRAFFT, De notre quatrieme dimension, pp. 356-362;

- P. GINESTIER, La poesie de l'effort industriel, pp. 363-93.

- A la mémoire de Charles Lalo, n. 2, aprile-giugno 1953;

- L'esthétique théâtrale, n. 1, gennaio-marzo 1960, con scritti di tutti i maggiori rappresentanti della rivista;

- A la mémoire de Raymond Bayer, n. 2, aprile-giugno 1960;

-Arts et mathématique, nn. 3-4, luglio-dicembre 1961;

- L'A rchitecture actuelle dans le monde, nn. 3-4, luglio-dicembre 1962;

- Art et modernité, nn. 3-4, luglio-dicembre 1964;

- Esthétique de la langue française, nn. 3-4, 1965; su questo tema, veramente nuovo, si possono segnalare, oltre allo scritto di SOURIAU sull'ortografia:

- P. DELATTRE, Les attributs physiques de la parole et l'esthétique française, pp. 240-254;

- P. GUIRAUD, L'esthétique du vers française, pp. 255-264;

- J .P. SARTRE, L'ecrivain et sa langue (intervista ed unico contributo di Sartre alla «Revue»), pp. 306-334;

- D. CHARLES, Xenakis aujourd'hui, pp. 406-420.

- Les categories esthétiques, nn. 3-4, 1966; contiene brevi interventi di vari autori fra cui, oltre all'articolo di SOURIAU sul sublime:

- A. SOURIAU, La notion de catégorie esthetique, pp. 225-242;

-J. ONIMUS, La grotesque et l'expérience de la lucidité, pp. 290-1;

- C. METZ, Remarques pour une phénoménologie du narratif, pp. 333-43;

- G. LASCAULT, Approche de monstreux, pp. 375-389;

- Le Cinéma, nn. 2-3, 1967; contiene brevi interventi di cineasti (Bresson, Resnais, Godard, Robbe-Grillet), vari documenti, indicazioni bibliografiche e diversi studi fra cui:

- J. MITRY, D'un langage sans signes, pp. 139-152;

- C. METZ, Problemes actuels de théorie du cinéma, pp. 150-221 (con discreta bibliografia);

- M. DAMI, Le cinéma offre-t-il un modèle de connaissance?, pp. 236-49;

- M. RENDU, La phénomene dans la vie età l'ecran, pp. 250-263.

- Vingtieme anniversaire, n. 4, 1967; contiene vari contributi che permettono di fare il punto della situazione dell'estetica (E. SOURIAU), della pittura (J. CASSOU), della musica (M. PHILIPPOT), dell'architettura (F. CHOAY), della poesia (J. TORTEL), della scultura (J. LAUDE), del romanzo (M. ZERAFFA) e del teatro (A. VILLIERS). E' inoltre qui contenuto il catalogo generale dei primi venti volumi della rivista, che comprende, comprese le recensioni, 1001 titoli.

- Musiques nouvelles, nn. 2-3-4, 1968; oltre ad interessanti note bibliografiche si segnalano:

- D. CHARLES, L'esthétique du non finito in J. Cage, pp. 23-6;

- G. BRELET, L'esthétìque du discontinu dans la musique nou velle, pp. 253-277;

- D. CHARLES, Brève bibliographie commentée, pp. 311-315;

- L'art au Quebec, n. 3, 1969; scritti di autori canadesi, ambiente al quale è culturalmente legato, negli ultimi anni, Dufrenne;

- Art et societé, nn. 3-4, 1970; oltre ad un articolo di DUFRENNE e ad una conclusiva bibliografia (pp. 3 80-82) si ricordano:

- M. LE BOT, Art et science sociale;

- J.G.MERQUIOR, Analyse structurale des mythes et analyse des oeuvres d'art, pp. 365-379;

- L'esthétique en Tchécoslovaque, n. 1, 1971; scritti di alcuni fra i principali autori cecoslovacchi;

- L'esthétique dans le monde, nn. 1-2, 1972; ciascun rappresentante di un paese (per la Francia DUFRENNE e per l'Italia VATTIMO deve rispondere ad un questionario formulato dalla redazione della rivista sulla struttura universitaria dell'insegnamento dell'estetica e sulla produzione scientifica nel campo dell'estetica e delle arti);

- L'esthétique en Roumanie, n. 3, 1972;

- Cinéma: theories et lectures, nn. 2-3-4, 1973; è un ponderoso volume, a cura di D. NOGUEZ, d'impostazione chiaramente «internazionale» con scritti di numerosi autori ed una ricca bibliografia.

Il campo di ricerche della «Revue d'esthétique» è comunque molto vasto anche al di là dei numeri monografici che, come vedremo, si svilupperanno nella «seconda serie» a partire dal 1974. Che la rivista sia sempre attenta ai muta-menti storici delle forme artistiche lo dimostra anche l'interesse immediato per i «moti» del 1968 e per l'arte che da essi era, in qualche modo, nata. Di cio ètestimonianza il dibattito L'art en Mai-Juin 1968 (n. 1,1969, pp. 75-96) che si svolge fra Dufrenne, Zeraffa, Revault-D'Allones, Charles, Lyotard, Passeron, Lascault, ecc.

Una costante nel corso del tempo della «Revue d'esthétique» e infatti l'i teresse per le singole arti.

In primo luogo accenniamo all'interesse per le arti figurative ed il cinema:

- P. FRANCASTEL, Espace genétique et espace plastique, n. 4, ott.-dic. 1948 pp. 349-380;

- A. SILBERMANN, La radio est-élle un art, n. 3, luglio-settembre 1954, pp. 303-311;

- M. BRION, Aspects d'une esthétique nouvelle de la sculpture, ivi, pp. 337-45;

- J. GIRAUD, Esthétique et langage. Quelques periphrases de la langue du cinema, n. 3, luglio-ottobre 1955, pp. 291-301;

- P. GUASTALLA, Préface à une esthétique de la peinture contemporaine, n. 4, ottobre-dicembre 1956, pp. 383-400;

- R. BLANCHARD, Correspondences husserliennes en art: metaphysique et cinéma, nn. 3-4, luglio-dicembre 1959, pp. 61-75;

- L. BRION-GUERRY, Esthétique du portrait cézannien, n. 1, gennaio-marzo l96l, pp. 1-26;

- L. C. ANDRE', Esthétique des bandes dessinées, n. 1, 1965;

- R. BELLOUR, Pour une stylistique du film, n. 2, 1966, pp. 161-78;

- G. LASCAULT, La parole des peintres, ivi, pp. 179-188;

- L. MARIN, Klee ou le retour à l'origine, n. 1, 1970, pp. 71-77;

- M.S. KAGAN, L'esthétique contemporaine et l'art appliquée, n. 2, 1970, pp. 15 5-67;

- D. NOGUEZ, Enseigner le cinéma à l'université, n. 1, 1971, pp. 61-74;

- R. HUBERT, Lectures de Giacometti, n. 1,1971, pp. 7 5-90;

- P. FRESNAULT-DERULLE, La couleur dans la bande dessinée, n. 4, 1972, p. 443-453.

Per quanto riguarda l'estetica musicale si può invece segnalare:

- O. REVAULT-D'ALLONES, De l'echelle des temps dans la représentation graphique des melodies, n. 3, luglio-settembre 1960, pp. 339-347;

- G. BRELET, Interprétation et improvisation, n. 4, ottobre-dicembre 1960, pp. 375-391;

- M. SCRIABINE, Langage esthétique et langage énigmatique, n. 1, gennaio-marzo 1963, pp. 1-22;

- O. REVAULT-D'ALLONES, Remarques sur la stereophonie, ivi, pp. 75-80;

- D. CHARLES, Sur l'objet musical, nn. 2-3, 1967, pp. 209-307;

- R. COURT, Rythme, tempo, mesure, n. 2,1974, pp. 143-159;

Inoltre numerose recensioni alle varie opere di estetica musicale della Brelet, di Piguet, di De Scholezer o della Scriabine, di Frances, ecc.

Particolarissimo interesse per l'estetica letteraria. Si vedano per esempio, i seguenti scritti:

- L. QUINARD, Le probléme de la creation esthétique et le roman, n. 4, ottobre-dicembre 1949, pp. 376-394;

- J. CHAIX-RUY, Poésie et philosophie, n. 4, ottobre-dicembre 1952, pp. 353-375;

- P. SERVIEN, Art et langage, n. 1, gennaio-marzo 1955, pp. 51-61; pur di nazionalità rumena, Servien scrive in francese ed è molto vicino alle tematiche dell'estetica francese stessa;

- L.H. GIHOUL, Poésìe et mistique, n. 2, aprile-giugno 1956, pp. 117-54;

- J. DELHOMMME, Expression et langage, n. 2, aprile-giugno 1962, pp. 189-96;

- M. ZERAFFA, Le temps et ses formes dans le roman contemporaine, n. 1, 1966, pp. 43-65;

- R. CHAMPIGNY, Langage et littérature selon Sartre, n. 2, 1966, pp. 13 1-148;

- M. ZERAFFA, A. Breton: l'art est enfin, nn. 3-4, 1966, pp. 419-421;

- M. GUIOMAR, Surrealisme et esthetique, ivi, pp. 429-433;

- P. GEAY, Le quête du real dans l'oeuvre poétique de P. Revérdy, n. 2, 1970;

- J.F. LYOTARD, Notes sur la fonction critique de l'oeuvre, nn. 3-4, 1970, pp. 400-4 14;

- R BARTHES, De l'oeuvre au texte, n. 3, 1971, pp. 225-232;

- R. PASSERON, Le poiétìque, ivi, pp. 233-246;

- M ZERAFFA, Le poetique de l'ecriture, n. 4, 1971, pp. 384-401;

- E GANS, La constitution du discours littéraire, n. 1,1974, pp. 17-24;

- B. MARCADE', Pour une psychogéographie de l'espace fantastique, n. 1, 1974, pp. 4 1-56.

Oltre agli articoli ora citati da «Revue d'Esthétique» ha offerto all'estetica francese un considerevole numero di contributi, contributi che in parte potranno essere ritrovati nella bibliografia generale e che in parte abbiamo tralasciato per l'ambito eccessivamente specificoin cui si muovevano.

Un'altra iniziativa degna di rilievo della rivista è senz'altro la pubblicazione del Vocaboulaire d'esthétique, vocabolario che, pur non concludendo neppure la lettera «A», è dimostrazione di un modo di lavoro collettivo che sta a significare la profonda unità teorica dei collaboratori della rivista. Il vocabolario viene pubblicato a partire dal n.2, aprile-giugno 1963, numero in cui E. SOURIAU avverte che, riprendendo un'idea che BASCH aveva messo in cantiere nel 1936, il vocabolario ha il suo nuovo inizio nel 1949 con SOURIAU, LALO e BAYER, che tuttavia impegnano nel lavoro l'intero Istituto di Estetica, proprio perché l'opera non sia l'espressione di una filosofia ma dell'oggettivo ambito dell'estetica. La «Revue d'esthétique» pubblica inoltre i «compteS rendus» delle sedute della Società di Estetica con riassunti delle conferenze stesse e dei dibattiti che le seguono. Possiamo cosi scorgere la vivacissima ed «aperta» vita culturale dell'estetica francese, cui offrono i loro contributi non solo filosofi specialisti ma artisti operatori in tutte le arti. Ricordiamo infatti le conferenze di

- A. SILBERMANN,La sociologiede la musique, n. 1, 1950;

- I.DURON,Pour une philosophie des arts littéraire, n. 1, 1951;

- E. DE POMIANE, La cuisine et l'esthétique, nn. 3-4, 1951;

- J.G. KRAFFT, Esthétique du langage, n. 3, 1952;

- E. SOURIAU,L'art comme guide de la vie, n. 3, 1953; .J. CASSOU,La creation poétique, n. 1, 1954;

- A. SOURIAU, Le mysterieux comme catégorie esthétique, n. 2, 1955;

- F. ALQUIE', Le beau et l'immaginaire dans le surrealisme, n. 4, 1956.

Si è detto che, a partire dal numero 3-4 del 1974 la «Revue d'esthétique», che ha ora per direttori E. Souriau e M. Dufrenne, ha mutato formato e organizzazione del discorso, aprendosi a una politicizzazione dell'estetica e agli oggetti dispersi che analizza.

Ciò è evidente sin dal primo numero della nuova serie (n. 3-4, 1974) L 'art de massen 'existe pas dove vari articoli mostrano il nuovo rapporto che deve instaurarsi fra il pubblico, i produttori e la stessa produzione artistica.

Il n. 1-2 del 1975, Présences d'Adorno, segna il nuovo interesse che, a seguito della nuova visione sociale dell'arte, ha circondato l'opera di un pensatore in precedenza quasi sconosciuto in Francia.

Il n. 3-4 del 1975, Il y a poétes partout, oltre al saggio di Dufrenne, si rivolge in modo specifico a problemi di poesia o di critica poetica. In particolare:

- J. COHEN,Le sens poétique, pp. 41-75;

- D. NOGUEZ, La poésie comme électricité, pp. 117-26, d'ispirazione decisamente «strutturalista».

I numeri del 1976 sono dedicati al collegamento fra i sensi e le opere d'arte. Il n. 1-2, Peindre, oltre al saggio di M. Dufrenne, Peindre toulours, dove ancora una volta mostra il rapporto fra arte e utopia collegando temi di Le poé tique ad altri diArt etpolitique, contiene i seguenti contributi importanti:

- R. PASSERON, Sur l'apport de la poietique à la sémiologie pictura/, pp. 48-73;

- I. BAUDRILLARD, La rea/ltd dépasse 1 'hyperréalisme, pp. 138-48;

- M. LE BOT, La mort de /'art, pp. 2 15-39 (è essenzialmente un saggio sull'opera di Cezanne).

Il n. 2-3 del 1976, Lire, è apparentemente dedicato alla critica letteraria, dato che contiene saggi su Poe, Beckett ma, in realtà, è ricco di spunti «estetici».

- E. SOURIAU, L'intéret esthétique, pp. 11-27;

- N. TERTULLIAN, Sur l'autonomie et l'hétéronomie de l'art, pp. 110-40;

- P.V. ZIMA, De la structure textuel/e à la structure sociale, pp. 166-223;

- M. CHLUMSKY, Les problémes d'une nou ve/le esthétique, pp. 249-93.

Questi due ultimi saggi sono molto importanti perché segnano un nuovo interesse della cultura francese non solo per lo strutturalismo interpretato da Barthes o Derrida, ma anche per quelle correnti che dal Circolo di Praga in poi hanno sviluppato una connessione fra l'analisi semiologica e la struttura della società; in particolare l'interesse va a J. Mukařovský, per la prima volta in Francia.

Il n. 4 del 1976, Voir, Entendre è una raccolta di saggi specifici su alcuni aspetti della musica contemporanea (più che dell'estetica musicale) e del cinema (o, più in generale, di quanto appare sul video).

Il n. 1-2 del 1977, L 'envers du théatre, è un numero ricco di testimonianze dirette di autori e attori, teso a mettere in luce la realtà della concreta «esperienza teatrale». L'esame non diviene quasi mai teorico ed è comunque limitato al teatro «d'avanguardia»

Il n. 3-4 del 1977, La ville n'est pas un lieu, riprende quegli interessi, già visti in Sansot, per la struttura della città. Viene qui sviluppato un discorso sulla sua «poieticità», auspicando anche in questo caso un nuovo ordine «utopico» nell1978 è veramente l'anno della «dispersione». Infatti il n. 1-2, Erotiques, è dedicato a eterogenei scritti che vogliono essere un elogio «dionisiaco» delle varie espressioni artistiche, mentre il n. 3-4, Collages, si occupa in vari saggi di estetica, poetica, retorica e semiotica.

A queste due discipline è dedicato il n. 1-2 del 1979, Rhétoriques, Sémiotiques, curato dal Gruppo g, con molti saggi storici e teorici; in particolare:

- A. VIGH, L'histoire et les deux rhétoriques, pp. 11-37;

- D. BOUVEROT, La rhétorique dans le discours sur la peinture, pp. 55-73;

- Y. LOMAN e B. GASPAROV, La rhétorique du non-verba/, pp. 75-95;

- G. DOLLE, Eléments paur l'analyse rhétorique d'une image, pp. 234-5 3;

- N. RUWET,Blancs, Rime etRaison, pp. 397-425.

Il gruppo μ è formato da studiosi di gran fama quali: A. Vigh, F. Pire, P. Minguet, J.M. Klinkenberg, F. Edeline, P. Dubois, J. Dubois.

Il n. 3-4 del 1979, Pour l'objet, curato da O. Revault-D'Allones, contiene venti articoli e vuole mostrare, al di là del Sistema degli oggetti di Baudrillard, il loro stesso carattere «disperso» che ben si adatta alla frammentarietà della nuova estetica. Qui si notano un rinnovato interesse per Mukarovsky (M. CHLUMSKY, Du l'objet esthétique, pp. 53-78) e una critica esplicita a Baudrillard (M. DE LAUNAY, L'objet en cause, pp. 108-23). Inoltre:

- O. REVAULT-D'ALLONES,POUR l'objet, pp. 11-20;

- M. DUFRENNE, Le champ de l'esthétisable, pp. 1 31-143;

- G. LASCAULT, Enumération de que/ques objets absents, pp. 233-256;

- R. PASSERON, Le emme-objet, pp. 267-94;

- M. ZERAFFA, Objet, chose, fiction, pp. 321-34;

- P. ZIMA, Objets oniriques et structures narratives chez Proust, pp. 335-364.

In questo numero vi è inoltre un articolo di P. LAMBLIN, Vanitas, pp. 197-232 Maitre-Assistant alla Sorbonne, vicino a Revault d'Allones, LAMBLIN è prematuramente scomparso nel 1978. Utile il suo volume, pubblicato postumo, Art et nature, Paris, Vrin, 1979.

Senza dubbio molto curioso il n. 1-2 del 1980, Le deux, dedicato al «due» nelle sue varie possibili accezioni e applicazioni.

Il numero 3-4 del 1980, L'art instaurateur, è interamente dedicato alla memoria di E. Souriau, scomparso l'anno precedente: in sua memoria scrivono tutti i maggiori rappresentanti dell'estetica francese contemporanea. Questo numero è anche l'ultimo pubblicato dalla U.G.E.

A partire dal n. 1 del 1981, pur non mutando il carattere monografico dei singoli numeri, la «Revue d'esthétique» muta ampiamente il formato, si arricchisce di riproduzioni artistiche, apparendo in una veste più «elegante». Muta anche l'editore (ora è Privat di Toulouse) e, pur rimanendo sempre direttori O. Revault d'Allones e M. Dufrenne, vi sono variazioni nel comitato di redazione, che è ora formato da A. Cauquelin, D. Charles, M. Gagnebin, G. Lascault, M. Le Bot, R. Passeron, M. Saison, M. Zeraffa.

Il n.1 del 1981 è dedicato integralmente a Benjamin, che come tutti gli esponenti della Scuola di Francoforte sta avendo oggi notevole successo in Francia dopo decenni di quasi assoluto oblio.

Il n. 2 del 1981, Sartre/Barthes, è dedicato ai due filosofi recentemente scomparsi con articoli di Dufrenne, Zeraffa, Briosi, Charles e Noguez, fra gli altri. La «Revue» mantiene peraltro le consuete rubriche di «attualità» e recensioni, presenti anche nelle serie precedenti.

Il n. 3 (primo del 1982; infatti la rivista, divenuta di fatto semestrale, ha ora una numerazione progressiva e non divisa per anno) è interamente dedicata all'opera di Pasolini, di cui riporta scritti e disegni inediti.

Il n. 4 (secondo del 1982), Musique présente, è curato da D. CHARLES e presenta la «situazione» della musica contemporanea. I due numeri del 1983 sono infine dedicati alla Cina e alla sua arte (n. 5) e al cinema contemporaneo (n.6).