«Potremmo riconoscere nel geometra chinato tra i suoi discepoli, in primo piano a destra, Archimede, Euclide o qualche altro illustre matematico dellantichità solo se fosse pos-sibile accertare che la figura geometrica a cui sta lavorando è la dimostrazione di un teorema rintracciabile nellopera di uno solo di questi matematici; ma così come viene raffigurato nellaffresco, il problema non sembra riferirsi a nessun testo matematico dellantichità e quindi il personaggio in questione va interpretato semplicemente come un anonimo rappresentante della sua categoria... luomo con la barba che regge una sfera celeste,in primo piano a destra: è chiaro che si tratta di un astronomo, ma né il suo copricapo né labito forniscono indicazioni sufficientemente precise per giustificare lidentificazione con Zoroastro, che a partire dal Vasari gli è stata così spesso attribuita» Glenn W. Most, Leggere Raffaello. La Scuola di Atene e il suo pre-testo, pp. 95, Einaudi, 2001. |
Secondo Vasari: «Èvvi similmente una figura che, chinata a terra con un paio di seste in mano, le gira sopra le tavole, la quale dicono essere Bramante architettore, e che egli non è men desso che se e fusse vivo, tanto è ben ritratto. Allato a una figura che volta il didietro et ha una palla del cielo in mano, è il ritratto di Zoroastro, et allato a esso è Rafaello, maestro di questa opera, ritrattosi da se medesimo nello specchio. Questo è una testa giovane e daspetto molto modesto, accompagnato da una piacevole e buona grazia, con la berretta nera in capo» |
Tolomeo,
identificabile dal globo terracqueo che regge e dalla corona che porta
(l'antico scienziato fu lungamente confuso, da una lunga tradizione, con
un membro della dinastia reale d'Egitto. Glenn W. Most, Leggere Raffaello. La Scuola di Atene e il suo pre-testo, pp. 95, Einaudi, 2001. |
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